martedì 17 luglio 2012

GUIDA PER GENITORI V: Età prescolare (dai 3 ai 5 anni)


GUIDA PER GENITORI V: Età prescolare (dai 3 ai 5 anni)
IL VOLUME Può essere scaricato integralmente sui siti (INTEGRATELO CON LA MANOVRA ANTI SOFFOCAMENTO):
SE RISPETTIAMO LA CURIOSITÀ DEI BAMBINI IN ETÀ PRESCOLARE,
NE FAVORIAMO LA GIOIA DELL’APPRENDIMENTO (e non debbono fare la scuola all’asilo né intruppati con rigide regole pedagogiche). Rispettiamo la loro curiosità e fantasia (Nota di Ferrando). GIOCARE E’̀ IL LAVORO DI UN BAMBINO IN ETÀ’ PRESCOLARE


Se durante la prima infanzia avremo incoraggiato e sostenuto i nostri figli rispettando la loro identità, man mano che cresceranno avranno voglia di imparare sempre di più.
Ci faranno moltissime domande e svilupperanno un vocabolario molto ampio.
Tuttavia, anche se acquisiscono sempre più informazioni, non sanno ancora come funzionano molte cose del mondo. Le tre principali caratteristiche di questa fase del loro sviluppo sono: la curiosità, la fantasia e le paure.
La curiosità
Questo è un periodo estremamente emozionante. Vostro figlio vuole conoscere tutto! In questa fase della sua vita quando vede qualcosa di nuovo vuole sapere come si chiama, a cosa serve, come funziona, perché si muove in un certo modo ecc. Fa molte, molte domande!
A volte i genitori si stancano di rispondere a tutte queste domande, altre volte non ne conoscono neanche loro la risposta. Ma i bambini in età prescolare con tutte queste domande ci dimostrano che desiderano imparare e capire. I loro cervelli sono fatti per ricevere informazioni e acquisire punti di riferimento.
In questa fase, i genitori possono gettare solide basi per l’apprendimento dei propri figli rispondendo con gentilezza alle loro domande. Se rispettiamo la loro curiosità, allora potranno provare la gioia dell’apprendimento e questo sentimento li accompagnerà fino al momento in cui cominceranno ad andare a scuola. Se non conosciamo la risposta a una domanda possiamo comunque mostrare loro come trovare quell’informazione e incoraggiarli a farlo.
I genitori che rispondono alle domande dei figli o che li aiutano a trovare le risposte stanno insegnando loro che:
-       è normale non sapere tutto;
- le loro idee contano;
- ci sono tanti modi per trovare un’informazione;
-        cercare risposte e risolvere problemi è divertente.
Quando i bambini apprendono queste cose diventano più sicuri di sé, più pazienti nella ricerca delle informazioni e più motivati all’apprendimento.
A volte però i bambini vogliono scoprire cose pericolose, per esempio come si accende una candela, cosa accade se si salta da un albero a testa in giù, oppure cosa accade se fanno cadere un vaso di cristallo. Dato che non possiamo permettere ai bambini di fare cose pericolose, abbiamo l’occasione di insegnare loro cosa sono le regole. Se conoscono i motivi alla base di queste regole, allora sarà più probabile che le rispettino. I bambini in età prescolare vogliono conoscere il perché delle cose. Perché gli uccelli volano? Perché i pesci nuotano? E perché non posso accendere una candela? Con questi “perché” i nostri figli non ci stanno sfidando, ma vogliono davvero conoscere le risposte alle loro domande.
Quando rispondiamo alle domande di nostro figlio gli insegniamo il rispetto di sé. Quando lo incoraggiamo ad esplorare, ne motiviamo l’apprendimento. Quando gli diamo l’opportunità di risolvere un problema da solo gli dimostriamo che è capace di farlo. Un bambino che sa di essere in grado di risolvere un problema è meglio preparato ad affrontare le sfide future.
La fantasia
In questa fase i bambini cominciano a utilizzare la loro fantasia. È un momento magico della loro vita. Fanno finta di essere tante cose diverse: animali, bambini più piccoli, adulti. Percepiscono queste fantasie come qualcosa di molto reale e da queste si lasciano trasportare.
Un bambino che gioca non sta perdendo tempo. Giocare è il suo lavoro. Attraverso il gioco infatti impara valori importanti. Si immedesima negli altri e vede le cose con i loro occhi, sviluppando così una forte capacità empatica. Risolve problemi, inventa nuove cose, sperimenta, scopre come funzionano gli oggetti, sviluppando così il suo cervello e le sue capacità logiche.
GIOCARE È IL LAVORO DI UN BAMBINO IN ETÀ PRESCOLARE
I bambini hanno assolutamente bisogno di giocare perché giocare è essenziale per un corretto sviluppo. Man mano che la fantasia cresce i bambini diventano sempre più capaci di risolvere problemi in modo creativo. Quando smontano e poi rimontano gli oggetti riescono a comprenderne il funzionamento. Quando disegnano o cantano acquisiscono la sicurezza necessaria per esprimere la propria individualità attraverso l’arte. Quando hanno la possibilità di presentare delle argomentazioni imparano a risolvere meglio le situazioni conflittuali.

Le paure
I MINORI HANNO IL DIRITTO DI RICERCARE INFORMAZIONI.
Articolo 13, Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
Man mano che aumentano le conoscenze, la fantasia del bambino si libera sempre più: all’improvviso i bambini cominciano ad avere paura di cose che non temevano quando erano più piccoli. E a volte i genitori si preoccupano per questo. Ma le paure sono un segno che il bambino sta imparando a conoscere meglio il mondo. Se cominciano a capire il concetto di pericolo, allora temono di farsi male, e con la loro fantasia cominciano ad avere paura di mostri e fantasmi.
A questa età i bambini non hanno ancora una sufficiente esperienza per distinguere tra realtà e finzione. Credono che quello che immaginano, così come quello che vedono, esista davvero. E così possono improvvisamente avere paura di maschere, delle illustrazioni in un libro, dei personaggi di un cartone animato o di giocattoli dall’aspetto pauroso. Infatti hanno imparato che il pericolo esiste, ma ancora non sanno che alcune cose non sono reali.
I MINORI HANNO DIRITTO DI DEDICARSI AL GIOCO.
Articolo 31, Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
Nella mente di un bambino in età prescolare tutte le cose sono reali. Se indossate una maschera lui penserà che vi siete trasformati in quella creatura. Se immagina che sotto al letto ci sia un mostro, crederà che il mostro si trovi davvero lì. Se vede un clown penserà che quella persona abbia davvero quell’aspetto. Se al cinema vede un dinosauro penserà che ci sia davvero un dinosauro in sala. I bambini a questa età pensano anche che i loro sogni siano reali e quindi possono spaventarsi facilmente quando di notte restano soli nella loro stanza.
I bambini in età prescolare si spaventano anche quando i genitori escono di casa. Infatti hanno capito cosa sia il pericolo, ma ancora non comprendono che i genitori ritorneranno. Possono essere molto spaventati quando rimangono soli o con persone che non conoscono bene. Diventano timidi di fronte agli estranei proprio perché ormai hanno imparato la differenza tra estraneo e persona conosciuta.
A questa età i bambini a volte si rifiutano di essere presi in braccio da amici o parenti dei genitori. Mentre in passato adoravano essere presi in braccio dalle nonne, ora all’improvviso non lo accettano più. Quando fanno così i bambini non sono maleducati, ma stanno semplicemente cominciando ad esercitare un controllo sul proprio corpo. Vogliono decidere da soli chi può toccarli e questo è un progresso molto importante. Se rispettiamo la privacy del loro corpo insegniamo loro che hanno il diritto di averne il controllo.
In questa fase i bambini hanno bisogno di molte rassicurazioni e di sostegno. Devono sentire che noi li capiamo, che rispettiamo i loro sentimenti e che siamo sempre pronti a proteggerli. Ancora non capiscono completamente i nostri sentimenti, stanno appena cominciando a conoscere i loro. In questa fase il compito principale dei genitori è quello di rispettare i sentimenti dei loro figli. Nel momento in cui rispettiamo i loro sentimenti insegniamo ai nostri figli a rispettare anche quelli degli altri. E quando saranno certi che i loro genitori rispettano i loro sentimenti, allora si sentiranno al sicuro
e avranno più fiducia in se stessi. Il senso di sicurezza e la fiducia in se stessi in un bambino in età prescolare sono alla base dell’apprendimento futuro.
Rispettare i sentimenti dei bambini significa:
- aiutarli a esprimere a parole i propri sentimenti;
- dire loro che a volte anche voi provate la stessa emozione; D non mortificarli o metterli in imbarazzo;
- non punirli perché hanno paura di qualcosa.
COME COSTRUIRE UN BUON RAPPORTO TRA GENITORI E FIGLI IN ETÀ PRESCOLARE
Ricordiamoci sempre che affetto e punti di riferimento sono i due strumenti più potenti che abbiamo per riuscire a raggiungere i nostri obiettivi a lungo termine. Per capire come poter far sentire il proprio affetto e fornire punti di riferimento ai bambini in età prescolare immaginate questa situazione:
Vi state preparando per andare al lavoro, vostro figlio/a di quattro anni sta giocando tranquillamente con i suoi giochi preferiti. Quando siete pronti per uscire gli/le dite che è ora di andare, ma lui/lei non smette di giocare. Gli/le ripetete che è ora di andare, ma lui/lei continua a giocare. Cosa dovreste fare? …..vedete il volumetto J
Pensate a queste possibili reazioni e decidete quale è la migliore e perché.
  1. Gli dite che se non si prepara subito ve ne andrete senza di lui.
  2. Afferrate il bambino/a e lo spingete fuori dalla porta.
  3. Dite al bambino/a dove state andando e perché ci dovete andare. Impostate un timer
che suonerà dopo cinque minuti e gli dite che quando il timer suonerà dovrete andare via, per cui si deve sbrigare. Lo rassicurate dicendogli che una volta tornati a casa potrà continuare a giocare. Quando mancano due minuti lo dite al bambino/a e fate una sorta di gara a chi fa prima a indossare il cappotto e le scarpe.
Prima di dare una risposta pensate a quali sono i motivi che spingono il bambino/a a non rispondere quando viene chiamato. Scrivete qui sotto tutti i possibili motivi:
Ora pensate ai vostri obiettivi a lungo termine. Che genere di rapporto volete avere con vostro figlio/a quando sarà un adulto? Quali qualità volete che abbia vostro figlio/a? Scrivete qui sotto i vostri obiettivi a lungo termine:
Minacciare di andarsene senza di lui potrà aiutarvi a raggiungere i vostri obiettivi a lungo termine?
Spingere vostro figlio/a fuori dalla porta potrà aiutarvi a raggiungere i vostri obiettivi a lungo termine?
Spiegare a vostro figlio/a dove dovete andare e perché, impostare un timer lasciandogli il tempo di prepararsi e mostrando rispetto per quello che sta facendo
e rendere divertente l’uscita da casa potrà aiutare
a raggiungere i vostri obiettivi a lungo termine?
Si No Si No
Si No
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CAPIRE COSA PROVANO E COSA PENSANO I BAMBINI
Tra queste tre reazioni qual è quella che permette a vostro figlio/a di sentire il vostro affetto? Ricordate che per “affetto” intendiamo protezione fisica ed emotiva.
Minacciare di andarvene senza di lui significa far sentire il vostro affetto?
Spingere il bambino/a fuori dalla porta significa far sentire il vostro affetto?
Spiegare a vostro figlio/a dove dovete andare
e perché, impostare un timer lasciandogli il tempo di prepararsi e mostrando rispetto per quello che sta facendo e rendere divertente l’uscita da casa significa far sentire il vostro affetto?
Si No Si No
Si No
Tra queste tre reazioni qual è quella che fornisce punti di riferimento a vostro figlio/a? Ricordate che per “punti di riferimento” si intende le informazioni di cui il bambino ha bisogno per imparare.
Minacciare di andarvene senza di lui significa fornire punti di riferimento?
Spingere il bambino/a fuori dalla porta significa fornire punti di riferimento?
Spiegare a vostro figlio/a dove dovete andare
e perché, impostare un timer lasciandogli il tempo di prepararsi e mostrando rispetto per quello che sta facendo, e rendere diver tente l’uscita da casa significa fornire punti di riferimento?
Si No Si No
Si No
Tenendo in considerazione i vostri obiettivi a lungo termine, i motivi per i quali i bambini a volte non rispondono quando vengono chiamati e l’importanza di far sentire il proprio affetto e fornire punti di riferimento a un bambino, quale tra queste tre reazioni scegliereste?

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