GUIDA PER GENITORI V: Età prescolare (dai 3 ai 5
anni)
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(INTEGRATELO CON LA MANOVRA ANTI SOFFOCAMENTO):
SE RISPETTIAMO LA
CURIOSITÀ DEI BAMBINI IN ETÀ PRESCOLARE,
NE FAVORIAMO LA GIOIA DELL’APPRENDIMENTO (e non debbono fare la scuola all’asilo né intruppati con rigide regole pedagogiche). Rispettiamo la loro curiosità e fantasia (Nota di Ferrando). GIOCARE E’̀ IL LAVORO DI UN BAMBINO IN ETÀ’ PRESCOLARE
NE FAVORIAMO LA GIOIA DELL’APPRENDIMENTO (e non debbono fare la scuola all’asilo né intruppati con rigide regole pedagogiche). Rispettiamo la loro curiosità e fantasia (Nota di Ferrando). GIOCARE E’̀ IL LAVORO DI UN BAMBINO IN ETÀ’ PRESCOLARE
Se durante la
prima infanzia avremo incoraggiato e sostenuto i nostri figli rispettando la loro
identità, man mano che cresceranno avranno voglia di imparare sempre di più.
Ci faranno moltissime domande e svilupperanno un vocabolario molto ampio.
Tuttavia, anche se acquisiscono sempre più informazioni, non sanno ancora come funzionano molte cose del mondo. Le tre principali caratteristiche di questa fase del loro sviluppo sono: la curiosità, la fantasia e le paure.
Ci faranno moltissime domande e svilupperanno un vocabolario molto ampio.
Tuttavia, anche se acquisiscono sempre più informazioni, non sanno ancora come funzionano molte cose del mondo. Le tre principali caratteristiche di questa fase del loro sviluppo sono: la curiosità, la fantasia e le paure.
La curiosità
Questo è un
periodo estremamente emozionante. Vostro figlio vuole conoscere tutto! In
questa fase della sua vita quando vede qualcosa di nuovo vuole sapere come si
chiama, a cosa serve, come funziona, perché si muove in un certo modo ecc. Fa
molte, molte domande!
A volte i
genitori si stancano di rispondere a tutte queste domande, altre volte non ne conoscono
neanche loro la risposta. Ma i bambini in età prescolare con tutte queste
domande ci dimostrano che desiderano imparare e capire. I loro cervelli sono
fatti per ricevere informazioni e acquisire punti di riferimento.
In questa fase,
i genitori possono gettare solide basi per l’apprendimento dei propri figli rispondendo
con gentilezza alle loro domande. Se rispettiamo la loro curiosità, allora potranno
provare la gioia dell’apprendimento e questo sentimento li accompagnerà fino
al momento in cui cominceranno ad andare a scuola. Se non conosciamo la
risposta a una domanda possiamo comunque mostrare loro come trovare
quell’informazione e incoraggiarli a farlo.
I genitori che
rispondono alle domande dei figli o che li aiutano a trovare le risposte stanno
insegnando loro che:
-
è normale non sapere tutto;
- le loro idee contano;
- ci sono tanti modi per trovare un’informazione;
- le loro idee contano;
- ci sono tanti modi per trovare un’informazione;
-
cercare risposte e risolvere problemi è divertente.
Quando i
bambini apprendono queste cose diventano più sicuri di sé, più pazienti
nella ricerca delle informazioni e più motivati all’apprendimento.
A volte però i
bambini vogliono scoprire cose pericolose, per esempio come si accende una
candela, cosa accade se si salta da un albero a testa in giù, oppure cosa
accade se fanno cadere un vaso di cristallo. Dato che non possiamo permettere
ai bambini di fare cose pericolose, abbiamo l’occasione di insegnare loro cosa
sono le regole. Se conoscono i motivi alla base di queste regole, allora sarà
più probabile che le rispettino. I bambini in età prescolare vogliono
conoscere il perché delle cose. Perché gli uccelli volano? Perché i pesci
nuotano? E perché non posso accendere una candela? Con questi “perché” i
nostri figli non ci stanno sfidando, ma vogliono davvero conoscere le risposte
alle loro domande.
Quando
rispondiamo alle domande di nostro figlio gli
insegniamo il rispetto di sé. Quando lo incoraggiamo ad esplorare, ne
motiviamo l’apprendimento. Quando gli diamo l’opportunità di risolvere un
problema da solo gli dimostriamo che è capace di farlo. Un bambino che sa di
essere in grado di risolvere un problema è meglio preparato ad affrontare le
sfide future.
La fantasia
In questa fase
i bambini cominciano a utilizzare la loro fantasia. È un momento magico della
loro vita. Fanno finta di essere tante cose diverse: animali, bambini più
piccoli, adulti. Percepiscono queste fantasie come qualcosa di molto reale e da
queste si lasciano trasportare.
Un bambino che
gioca non sta perdendo tempo. Giocare è il suo lavoro. Attraverso il gioco
infatti impara valori importanti. Si immedesima negli altri e vede le cose con
i loro occhi, sviluppando così una forte capacità empatica. Risolve problemi,
inventa nuove cose, sperimenta, scopre come funzionano gli oggetti, sviluppando
così il suo cervello e le sue capacità logiche.
GIOCARE È IL
LAVORO DI UN BAMBINO IN ETÀ PRESCOLARE
I bambini hanno
assolutamente bisogno di giocare perché giocare è essenziale per un corretto
sviluppo. Man mano che la fantasia cresce i bambini diventano sempre più
capaci di risolvere problemi in modo creativo. Quando smontano e poi rimontano
gli oggetti riescono a comprenderne il funzionamento. Quando disegnano o
cantano acquisiscono la sicurezza necessaria per esprimere la propria
individualità attraverso l’arte. Quando hanno la possibilità di presentare
delle argomentazioni imparano a risolvere meglio le situazioni conflittuali.
Le paure
I MINORI HANNO
IL DIRITTO DI RICERCARE INFORMAZIONI.
Articolo 13, Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
Man mano che
aumentano le conoscenze, la fantasia del bambino si libera sempre più:
all’improvviso i bambini cominciano ad avere paura di cose che non temevano
quando erano più piccoli. E a volte i genitori si preoccupano per questo. Ma
le paure sono un segno che il bambino sta imparando a conoscere meglio il
mondo. Se cominciano a capire il concetto di pericolo, allora temono di farsi
male, e con la loro fantasia cominciano ad avere paura di mostri e fantasmi.
A questa età i
bambini non hanno ancora una sufficiente esperienza per distinguere tra realtà
e finzione. Credono che quello che immaginano, così come quello che vedono,
esista davvero. E così possono improvvisamente avere paura di maschere, delle
illustrazioni in un libro, dei personaggi di un cartone animato o di giocattoli
dall’aspetto pauroso. Infatti hanno imparato che il pericolo esiste, ma ancora
non sanno che alcune cose non sono reali.
I MINORI HANNO
DIRITTO DI DEDICARSI AL GIOCO.
Articolo 31, Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
Nella mente di
un bambino in età prescolare tutte le cose sono reali. Se indossate una maschera
lui penserà che vi siete trasformati in quella creatura. Se immagina che sotto
al letto ci sia un mostro, crederà che il mostro si trovi davvero lì. Se vede
un clown penserà che quella persona abbia davvero quell’aspetto. Se al cinema
vede un dinosauro penserà che ci sia davvero un dinosauro in sala. I bambini a
questa età pensano anche che i loro sogni siano reali e quindi possono
spaventarsi facilmente quando di notte restano soli nella loro stanza.
I bambini in
età prescolare si spaventano anche quando i genitori escono di casa. Infatti
hanno capito cosa sia il pericolo, ma ancora non comprendono che i genitori
ritorneranno. Possono essere molto spaventati quando rimangono soli o con
persone che non conoscono bene. Diventano timidi di fronte agli estranei
proprio perché ormai hanno imparato la differenza tra estraneo e persona
conosciuta.
A questa età i
bambini a volte si rifiutano di essere presi in braccio da amici o parenti dei
genitori. Mentre in passato adoravano essere presi in braccio dalle nonne, ora all’improvviso
non lo accettano più. Quando fanno così i bambini non sono maleducati, ma
stanno semplicemente cominciando ad esercitare un controllo sul proprio corpo. Vogliono
decidere da soli chi può toccarli e questo è un progresso molto importante.
Se rispettiamo la privacy del loro corpo insegniamo loro che hanno il diritto
di averne il controllo.
In questa fase
i bambini hanno bisogno di molte rassicurazioni e di sostegno. Devono sentire
che noi li capiamo, che rispettiamo i loro sentimenti e che siamo sempre pronti
a proteggerli. Ancora non capiscono completamente i nostri sentimenti, stanno
appena cominciando a conoscere i loro. In questa fase il compito principale dei
genitori è quello di rispettare i sentimenti dei loro figli. Nel
momento in cui rispettiamo i loro sentimenti insegniamo ai nostri figli a
rispettare anche quelli degli altri. E quando saranno certi che i loro genitori
rispettano i loro sentimenti, allora si sentiranno al sicuro
e avranno più
fiducia in se stessi. Il senso di sicurezza e la fiducia in se stessi in un bambino
in età prescolare sono alla base dell’apprendimento futuro.
Rispettare i
sentimenti dei bambini significa:
- aiutarli a esprimere a parole i propri
sentimenti;
- dire loro che a volte anche voi provate la stessa emozione; D non mortificarli o metterli in imbarazzo;
- non punirli perché hanno paura di qualcosa.
- dire loro che a volte anche voi provate la stessa emozione; D non mortificarli o metterli in imbarazzo;
- non punirli perché hanno paura di qualcosa.
COME
COSTRUIRE UN BUON RAPPORTO TRA GENITORI E FIGLI IN ETÀ PRESCOLARE
Ricordiamoci
sempre che affetto e punti di riferimento sono i due strumenti più potenti che
abbiamo per riuscire a raggiungere i nostri obiettivi a lungo termine. Per
capire come poter far sentire il proprio affetto e fornire punti di riferimento
ai bambini in età prescolare immaginate questa situazione:
Vi state preparando per andare al lavoro, vostro figlio/a di quattro anni
sta giocando tranquillamente con i suoi giochi preferiti. Quando siete pronti
per uscire gli/le dite che è ora di andare, ma lui/lei non smette di giocare.
Gli/le ripetete che è ora di andare, ma lui/lei continua a giocare. Cosa
dovreste fare? …..vedete il volumetto J
Pensate a
queste possibili reazioni e decidete quale è la migliore e perché.
- Gli dite che se non si prepara subito ve ne
andrete senza di lui.
- Afferrate il bambino/a e lo spingete fuori dalla
porta.
- Dite al bambino/a dove state andando e perché ci
dovete andare. Impostate un timer
che suonerà dopo cinque minuti e gli dite che quando
il timer suonerà dovrete andare via, per cui si deve sbrigare. Lo rassicurate
dicendogli che una volta tornati a casa potrà continuare a giocare. Quando
mancano due minuti lo dite al bambino/a e fate una sorta di gara a chi fa prima
a indossare il cappotto e le scarpe.
Prima di dare una risposta pensate a quali sono i motivi che spingono il
bambino/a a non rispondere quando viene chiamato. Scrivete qui sotto tutti
i possibili motivi:
Ora pensate ai vostri obiettivi a lungo termine. Che genere di
rapporto volete avere con vostro figlio/a quando sarà un adulto? Quali
qualità volete che abbia vostro figlio/a? Scrivete qui sotto i vostri
obiettivi a lungo termine:
Minacciare di andarsene senza di lui potrà aiutarvi a raggiungere i vostri
obiettivi a lungo termine?
Spingere vostro figlio/a fuori dalla porta potrà aiutarvi a raggiungere i
vostri obiettivi a lungo termine?
Spiegare a vostro figlio/a dove dovete andare e perché, impostare un timer
lasciandogli il tempo di prepararsi e mostrando rispetto per quello che sta
facendo
e rendere divertente l’uscita da casa potrà aiutare
e rendere divertente l’uscita da casa potrà aiutare
a raggiungere i vostri obiettivi a lungo termine?
Si No Si No
Si No
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CAPIRE COSA
PROVANO E COSA PENSANO I BAMBINI
Tra queste tre reazioni qual è quella che permette a vostro figlio/a di sentire
il vostro affetto? Ricordate che per “affetto” intendiamo protezione fisica
ed emotiva.
Minacciare di andarvene senza di lui significa far sentire il vostro
affetto?
Spingere il bambino/a fuori dalla porta significa far sentire il vostro
affetto?
Spiegare a vostro figlio/a dove dovete andare
e perché, impostare un timer lasciandogli il tempo di prepararsi e mostrando rispetto per quello che sta facendo e rendere divertente l’uscita da casa significa far sentire il vostro affetto?
e perché, impostare un timer lasciandogli il tempo di prepararsi e mostrando rispetto per quello che sta facendo e rendere divertente l’uscita da casa significa far sentire il vostro affetto?
Si No Si No
Si No
Tra queste tre reazioni qual è quella che fornisce punti di riferimento
a vostro figlio/a? Ricordate che per “punti di riferimento” si intende le
informazioni di cui il bambino ha bisogno per imparare.
Minacciare di andarvene senza di lui significa fornire punti di
riferimento?
Spingere il bambino/a fuori dalla porta significa fornire punti di
riferimento?
Spiegare a vostro figlio/a dove dovete andare
e perché, impostare un timer lasciandogli il tempo di prepararsi e mostrando rispetto per quello che sta facendo, e rendere diver tente l’uscita da casa significa fornire punti di riferimento?
e perché, impostare un timer lasciandogli il tempo di prepararsi e mostrando rispetto per quello che sta facendo, e rendere diver tente l’uscita da casa significa fornire punti di riferimento?
Si No Si No
Si No
Tenendo in considerazione i vostri obiettivi a lungo termine, i motivi per
i quali i bambini a volte non rispondono quando vengono chiamati e l’importanza
di far sentire il proprio affetto e fornire punti di riferimento a un bambino,
quale tra queste tre reazioni scegliereste?
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