mercoledì 19 dicembre 2012

CAMMINARE E BICICLETTA: ALLUNGALA VITA E FA RISPARMIARE


Dal Centro Regionale per la documentazione sanitaria della Regione Piemonte (DORS)
Camminare e andare in bicicletta: un bene per la salute, l'ambiente...e il portafoglio
Marina Penasso, Alessandra Suglia - DoRS
L'andare a piedi o in bicicletta è uno dei comportamenti più semplici per fare attività fisica a ogni età, tutti i giorni e a costi quasi nulli. Questi due modi di spostarsi per necessità o per svago hanno un ritorno positivo sulla salute e sull'ambiente.Chi si muove a piedi e in bicicletta contribuisce a ridurre la congestione del traffico, l'inquinamento atmosferico e le emissioni di gas a effetto serra.È ampiamente dimostrato che l'attività fisica regolare è essenziale per la salute umana. Aiuta a mantenere un peso corporeo equilibrato, previene o ritarda le malattie cardiache, il diabete di tipo 2 e alcuni tipi di cancro. Inoltre le persone si sentono meglio e vi sono prove rispetto all'aumento della speranza di vita.
Attività fisica e mortalità
Un'ampia analisi di coorte (Moore, 2012) ha concluso che l'esercizio regolare allunga la sopravvivenza sia tra le persone in linea sia tra le persone in sovrappeso.Lo studio, che comprende più di 100 studi epidemiologici, ha esaminato l'associazione tra attività fisica e rischio di mortalità. Questi studi suggeriscono che l'attività fisica ha una relazione forte con il rischio di mortalità, con una riduzione del 30% tra le persone attive durante un determinato periodo. In passato, pochi studi hanno quantificato gli anni di vita guadagnati attraverso distinti livelli di attività fisica. In questo studio le stime variano tra i 2 e i 4 anni di vita in più ottenuti a seconda del livello di attività fisica praticato.La revisione ha esaminato i diversi livelli di attività fisica nel tempo libero, con intensità da moderata a vigorosa, mettendoli in relazione con il rischio di mortalità e di aspettativa di vita attraverso l'analisi aggregata di sei studi prospettici di coorte (cinque americani e uno svedese). Questi studi comprendevano in tutto 654.827 individui di età compresa tra i 21 e i 90 anni. L'associazione è stata esaminata attraverso un follow up, a cura del National Cancer Institute Cohort Consortium.I ricercatori, mettendo a confronto persone più o meno attive nel tempo libero, hanno dimostrato che un individuo attivo, anche se in leggero sovrappeso, vive in media 3,1 anni in più rispetto a un individuo magro ma sedentario. Dallo studio si evince che camminare per almeno 75 minuti alla settimana a passo svelto può far aumentare l'aspettativa di vita di 1,8 anni.Se si aumenta l'attività fisica fino a 450 minuti praticata nell'arco di sette giorni (poco più di un'ora al giorno) si possono regalare 4 anni e mezzo in più alla nostra vita.I risultati suggeriscono anche che l'attività fisica svolta secondo i livelli raccomandati o a livelli superiori, può aumentare la longevità, mentre la mancanza di attività fisica nel tempo libero può marcatamente ridurre l'aspettativa di vita soprattutto se associata all'obesità.Nonostante l'accuratezza e la generalizzabilità di questi risultati, la revisione presenta dei limiti legati ad alcuni aspetti della progettazione dello studio (per esempio, alcuni partecipanti allo studio potrebbero avere sopravvalutato la loro attività fisica nel tempo libero). I risultati comunque rafforzano il messaggio di salute pubblica che avere uno stile di vita attivo e un peso corporeo normale è importante per aumentare la longevità delle persone.
Le linee guida del National Institute for Health and Clinical Exellence
Di fatto molte persone sono sedute tutto il giorno dietro a una scrivania, vanno al lavoro in auto e dedicano poche ore all'attività fisica nel tempo libero.I determinanti che incoraggiano, o potrebbero scoraggiare, i singoli dall'andare a piedi e in bicicletta sono molti e sono fattori legati all'individuo e alla comunità (politiche locali,
risorse, pianificazione urbanistica, sicurezza stradale,…).Quali azioni si possono mettere in campo per facilitare l'adozione di questi comportamenti virtuosi? Quali soggetti possono farsi carico di realizzarle? Quali risorse occorrono?Il National Institute for Health and Clinical Exellence (NICE) ha reso disponibili nel mese di novembre 2012 le linee guida che provano a rispondere a questi quesiti. Il documento si rivolge principalmente ai decisori locali e agli operatori coinvolti nella promozione della attività fisica e che operano nei settori della mobilità, dei trasporti e dell'ambiente, ma è stato anche scritto per il privato e per il terzo settore e per coloro che si occupano di pianificazione urbanistica e di sostenibilità ambientale.Le linee guida, oltre alle raccomandazioni, contengono un glossario di termini che guidano il lettore nella lettura e una capitolo che riassume le prove di efficacia disponibili e che si riferiscono sostanzialmente al contesto urbano.
Le 10 raccomandazioni
Un gruppo di esperti - composto da operatori di sanità pubblica, clinici, funzionari degli enti locali, insegnanti, operatori socio-assistenziali, rappresentanti dei cittadini, del mondo accademico e tecnici - raccomanda dieci azioni, con un buon rapporto tra costo ed efficacia, a partire dalle migliori prove di efficacia disponibili in letteratura.
1 La Sanità pubblica dovrebbe essere capofila delle azioni strategiche di promozione del cammino e dell'andare in bicicletta. È necessario assicurare un supporto di alto livello, coordinato da una figura di riferimento dedicata a queste tematiche affinché queste siano una priorità nei piani di prevenzione, sostenute da alleanze interne ed esterne al sistema sanitario, da risorse e di finanziamenti.
2 La promozione del cammino e dell'andare in bicicletta dovrebbe essere una priorità di tutti i piani e le politiche locali (sanità, ambiente, trasporti,…).
3 La scrittura di programmi intersettoriali per la promozione del cammino e dell'andare in bicicletta dovrebbe tener conto dei reali bisogni della popolazione e dei suoi sottogruppi.Ci sono prove che gli interventi progettati a partire dai reali bisogni della popolazione e rivolti o ai gruppi più sedentari - o a chi è più motivato a cambiare - sono efficaci nell'incoraggiare le persone a camminare di più.
4 La proposta di piani di spostamento attivo personalizzati permetterebbe di rispondere alle esigenze/difficoltà di sottogruppi di popolazione (come, per esempio, le famiglie con bambini piccoli).
5 La progettazione di programmi che incoraggino l'uso della bicicletta e che prevedano interventi ambientali, formativi e di motivazione al cambiamento individuale sono auspicabili.
6 La realizzazione di programmi di comunità aumenta, pur con dati modesti, il numero di chi utilizza la bicicletta. Gli studi disponibili segnalano un costante effetto positivo sulla scelta di spostarsi in bicicletta. Tuttavia, occorrono disegni di studio più robusti per formulare delle prove e delle raccomandazioni sulla sostenibilità degli interventi e sulla loro attuazione con sottogruppi di popolazione, come i giovani.
7 Il contapassi è uno strumento utile. È uno strumento economico, efficace e di facile utilizzo. È importante non farne un uso competitivo. Un altro strumento di supporto potrebbero essere gli smart phone ovvero i cellulari di nuova generazione, ma occorrono prove di efficacia a sostegno.
8, 9, 10 Scuola, ambiente di lavoro e sistema sanitario si confermano i setting privilegiati per attuare gli interventi di promozione del cammino e dell'uso della bicicletta.
Riferimenti
National Institute for Health and Clinical Excellence, Walking and cycling: local measures to promote walking and cycling as forms of travel or recreation, november 2012. In: http://publications.nice.org.uk/walking-and-cycling-local-measures-to-promote-walking-and-cycling-as-forms-of-travel-or-recreation-ph41
Moore SC, Patel AV, Matthews CE, Berrington de Gonzalez A, Park Y, et al. (2012) Leisure Time Physical Activity of Moderate to Vigorous Intensity and Mortality: A Large Pooled Cohort Analysis. PLoS Med 9(11): e1001335.

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