IL
LAGO CIAD: UNA CATASTROFE SENZA PRECEDENTI
A cura di Filippo Dagnino
In
questo articolo non andrò a farvi la solita ramanzina su un uso
corretto e limitato dell’acqua, ma andrò a parlare di un problema
concreto che potrebbe segnare il destino dell’Africa e dell’umanità
intera: il lago Ciad.
Il
lago Ciad è un lago africano che si trova nel centro del continente
tra Ciad, Nigeria, Camerun e Niger. Il suo bacino è però sfruttato
anche dalla Repubblica Centrafricana, Egitto, Algeria e Sudan. Il
lago dà da bere a circa 30 milioni di persone e a tutta la fauna
della zona.
Negli
anni Sessanta aveva una superficie di 26 mila chilometri quadrati e
ora il lago Ciad ha una superficie che non supera i 2 mila chilometri
quadrati. Questa drastica riduzione della quantità d’acqua è
dovuta alla diminuzione della portata (da 40 a 20 miliardi di metri
cubi d’acqua annui) dell’unico immissario del lago: il fiume
Chari. Due sono i fattori che hanno causato il calo della portata del
immissario: il cambiamento climatico dovuto all’inquinamento e lo
sfruttamento intensivo. Tutto ciò ha contribuito a diminuire la
varietà di specie ittiche all’interno del bacino e, non essendoci
più acqua, agricoltori e allevatori hanno lasciato la zona e i 30
milioni di individui hanno già iniziato a lottare per accaparrarsi
la minima quantità d’acqua rimasta. La comunità internazionale
sta anche pensando di deviare il corso del fiume Obangui, il più
importante affluente del fiume Congo, nel Chari, così da aumentarne
la portata e di conseguenza la quantità d’acqua nel lago. Oggi
quindi la comunità internazionale si trova di fronte ad un bel
grattacapo: deviare il corso dell’Obangui e recare un grave danno
all’ecosistema del bacino del Congo o lasciare 30 milioni di
individui al loro inesorabile destino?
Purtroppo, quando l’ex vicepresidente della Banca Mondiale Ismail Seralgedin disse nel 1995: “Le guerre del ventesimo secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del prossimo saranno combattute per l’acqua”, aveva ragione.
l
L’unico
aspetto positivo del progressivo prosciugamento del lago Ciad è la
formazione di un tipo di alga verde-blu: il Dihè. Quest’alga
potrebbe risolvere il problema della nutrizione in quell’area. La
FAO sta però cercando di capirne la qualità nutrizionale ed
igienico-sanitaria.
Mi fa piacere scoprire che ancora qualcuno è interessato a questo povero lago.
RispondiEliminaStudiando sui banchi di scuola l'idrografia africana in generale, mi sono soffermata sul destino di questo bacino, che interessa milioni di persone.
Da sempre l'acqua è tema di conflitto, soprattutto per gli stati dell'Africa del Sahel,e il continuo diminuire del livello d'acqua del lago è prova che è stato sfruttato troppo intensamente, non solo negli ultimi anni.
Sono sollevata che ancora qualcuno pensi a queste cose... ormai si vive nell'indifferenza più totale.
ciao
Silvia