giovedì 21 marzo 2013

RECENSIONE DEL FILM “DJANGO UNCHAINED” A cura di Filippo Dagnino


RECENSIONE DEL FILM “DJANGO UNCHAINED”
A cura di Filippo Dagnino


TRAMA E COMMENTO:
Ecco a voi signore e signori il nuovo e tanto atteso film di Quentin Tarantino: “Django Unchained”.
Rifacimento dell’omonimo film di Sergio Corrucci del 1966, “Django Unchained” narra la storia dello schiavo nero Django ai tempi della schiavitù nel sud degli Stati Uniti. Durante una gelida notte d’inverno, Django e il gruppo di schiavi incontra sulla sua strada il dottor King Schultz, un dentista che non pratica più la professione da molto tempo e che è diventato un cacciatore di taglie. Schultz uccide le due guardie di scorta e prende con sé Django, perché pensa che potrebbe tornargli utile nella ricerca e riconoscimento dei fratelli Brittle, degli illustri ricercati. I due quindi partono alla ricerca dei banditi e, dopo averli trovati, li uccidono e intascano la taglia.
Col passare del tempo, Django e Schultz diventano amici e colleghi e Schultz decide di aiutare il suo socio a liberare la moglie: Broomhilda, catturata proprio dai fratelli Brittle e portata come schiava nella piantagione di cotone di un ricco e crudele schiavista dell’Alabama: Calvin Candie. Django e il dottor Schultz esplorano in incognito la piantagione e trovano Broomhilda, ma per liberarla devono comprarla. A complicare le cose, interviene il maggiordomo di villa Candie: il vecchio negro Stephen, il quale inizia a sospettare che tra i due nuovi arrivati e Broomhilda ci sia uno strano legame. Così, quando Calvin Candie viene a sapere tutto ciò e minaccia di uccidere Broomhilda, scoppia un putiferio e la rabbia di Django.
Il film di Tarantino è impeccabile per la regia, in cui si riconoscono delle peculiarità del regista, come quella di far passare la cinepresa da un attore all’altro durante i dialoghi cosicché anche allo spettatore sembra di prendere parte alla conversazione. Sugli attori niente da dire: un cast (Jamie Foxx nel ruolo di Django, Leonardo Di Caprio in quello di Calvin Candie, Cristoph Waltz nel ruolo del dottor Schultz, Kerry Washington in quello di Broomhilda e Samuel L. Jackson è Stephen) ed un interpretazione stellare; infatti Foxx è perfetto per il ruolo di uno schiavo nero che si ribella alla tratta degli schiavi, Schultz è l’aiutante ideale (per lui interpretazione fantastica premiata con l’Oscar per il miglior attor non protagonista), così come Di Caprio è il cattivo ideale, folle, crudele e gentiluomo al tempo stesso. Ottime le musiche composte da Ennio Morricone; penso infatti che quest’ultime valorizzino molto il genere western, l’ambiente e il ritmo incalzante del film. E’ importante ricordare la scenografia e i costumi, che sono riproposti fedelmente e bene. Non si può non menzionare la sceneggiatura, che è molto articolata e ricca di espressioni che si ricorderanno per sempre nella storia del cinema (“Il mio nome è “Django”: “D”, “J”, “A”, “N”, “G”, “O”. La “D” è muta”). Ha ricevuto dall’Accademy 5 nomination all’Oscar, tra cui “Miglior Film” e “Miglior Regia”, tuttavia ne ha vinto due: “Miglior attore non protagonista” e “Miglior sceneggiatura originale”. L’unica pecca di tutto il film è il fatto che cada nel banale e sanguinoso splatter nel finale e in generale un po’ in tutto il film. Comunque posso dire che personalmente il film è piaciuto molto e che, anche se ad alcuni avrà fatto letteralmente schifo per via del molto sangue, è, secondo me, uno dei più riusciti di Tarantino da ogni punto di vista.




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