mercoledì 18 dicembre 2013

MALATTIE PRE NATALIZIE E UTILITA' DEI VACCINI

Cari genitori
L'influenza non è ancora arrivata ma abbiamo un bel cocktail di malattie: raffreddori e fossi (e qualche bronchite), diarrea e vomito, febbroni senza altri disturbi evidenti, mal di gola da streptococco e casi di scarlattina, vari episodi di varicella, gengivostomatiti e malattie mano bocca piedi (trovate sul blog descritte le varie malattie in dettaglio). Abbiamo anche una piccola epidemia (ma pur sempre epidemia) di morbillo nel savonese che si sta avvicinando a Genova :-( Infatti una Collega mi ha detto di un caso già segnalato nel ponente genovese. Casi dovuti alla paura , alimentata  anche da alcuni, della vaccinazione. Qui sotto un articolo sulle morti evitate con i vaccini e pensate che di fronte a ,paventati,  rischi di vaccinazione (con questo non dico che i vaccini, come qualsiasi sostanza introdotta nell'organismo, sia farmaci che vaccini che alimenti, non  possano avere, in rari casi, delle reazioni. Pensate solo alle allergie: il latte , in caso di allergia grave, può causare uno shock anafilattico) esistono anche i, dimostrati, rischi da non vaccinazione.  ARTICOLO DELLE RIVISTA INTERNAZIONALE NEW ENGLAND JOURNAL OF MEDICINE
DAL SITO www.vaccinarsi.org 
Le vaccinazioni – nei soli Stati Uniti, dal 1924 ad oggi – avrebbero evitato oltre 100 milioni di casi di malattia.
È la stima proposta da uno studio dell’Università di Pittsburgh, pubblicato sul New England Journal of Medicine. Intitolato“Project Tycho”, lo studio ha raccolto in un unico archivio i dati di quasi 88 milioni di casi di malattia infettiva registrati negli Stati Uniti dal 1888, per valutare l’effetto dei programmi di vaccinazione.
Dopo aver calcolato quanto una malattia era frequente prima di introdurre il relativo vaccino, lo studio ha stimato i casi per gli anni successivi (in pratica, i casi che ci sarebbero stati se non si fosse scoperto quel vaccino), partendo dall’ipotesi che la malattia avrebbe mantenuto la stessa frequenza nella popolazione. A questo totale sono stati poi sottratti i casi realmente verificatisi. La differenza tra casi stimati e casi reali è stata di 103,1 milioni di singoli episodi di malattie infettive, evitati grazie alle vaccinazioni a partire dal 1924. Di questi, 26 milioni solo negli ultimi dieci anni.
«La frequenza di alcune malattie aveva iniziato a cambiare prima dell’introduzione dei vaccini, ad esempio a causa delle condizioni igienico-sanitarie – spiegano gli autori – Tuttavia, questi fattori sociali hanno con le malattie interazioni complesse e variabili negli anni, e non si può stabilire il loro effetto senza dati storici dettagliati, attualmente non disponibili».
Il risultato dello studio conferma quindi il ruolo predominante della vaccinazioni nel diminuire le malattie. Il numero di casi evitati sarebbe in realtà maggiore rispetto a quello calcolato, perché non sono state incluse nello studio tutte le malattie che si possono prevenire con i vaccini (lo studio ha considerato solo poliomielite, morbillo, varicella, parotite, epatite A, difterite e pertosse) e perché in passato la notifica delle malattie era meno accurata.
«Le epidemie che ancora si verificano dopo l’introduzione dei vaccini sono invece da attribuire ai bassi livelli di vaccinazione, che diminuiscono la protezione nella popolazione – concludono gli autori – Come è successo per l’epidemia di pertosse del 2012».

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