LE PARASONNIE (disturbi del sonno)
Nella sonnolenza: Spasmus nutans, Jactatio capitis
Nel sonno non REM: Sonniloquio Sonnambulismo Pavor nocturnus Bruxismo
Nel sonno REM: Incubo
Sono disturbi del sonno quasi sempre facilmente identificabili a seguito della descrizione fatta dai genitori (ma talora non sicuramente di-stinguibili tanto da richiedere accertamenti). Le parasonnie hanno in comune al- cune caratteristiche generali.
Possono manifestarsi nell’addormentamento, durante le fasi di sonno REM (fase del sonno con rapidi movimenti oculari: REM= Rapid Eyes Movement) o quelle di sonno non REM, alcune nella prima metà della notte, altre verso il mattino)
Jactatio capitis è molto frequente nei primissimi anni di vita: si osserva nella fase di addormentamento soprattutto nei bambini trascurati o istitutizzati, per “tenersi compagnia”, muovono ritmicamente il capo in senso antero-posteriore e stando in piedi, appoggiati alla sponda del lettino; altre volte batte ritmicamente il capo contro il cuscino; a volte sono oscillatorie latero- laterali, meglio note come “spasmus nutans”. Diagnosi differenziale con alcune forme di epilessia
Sonniloquio: frequentemente si associa al sonnambulismo e si presenta con la frequenza pressappoco del 15% fra i ragazzi in età scolare. È caratterizzato dall’improvviso farfugliare parole sconnesse e poco intelleggibili per periodi molto brevi, quasi sempre di pochi secondi, accompagnato da movimenti delle le mani, il bambino a volte si mette seduto ma per lo più rimane disteso, riprende tranquillamente il sonno non REM.
Sonnambulismo: compare nella prima parte della notte, per lo più un paio di ore dall’addormentamento, quasi sempre prima della comparsa della prima fase REM: il bambino improvvisamente si siede sul letto, e continuando a dormire, pur con gli occhi aperti, compiendo movimenti automatici delle mani per togliersi coperte e lenzuola, si alza in piedi e cammina; a volte torna immediatamente a letto, altre volte cammina per casa, anche per molti minuti; se viene svegliato per forza, permane a lungo in uno stato confusionale; seppur raramente può andare incontro ad incidenti di tipo traumatico, battendo contro mobili e muri o, come si è verificato, precipitando dalle scale ecc.
A parte il rischio di incidenti è da considerare come una situazione senza significati patologici, spesso geneticamente indotta, scarsamente influenzabile da fattori ambientali e socio-familiari, che tende a re- gredire spontaneamente.
Soltanto quando esso continua a verificarsi dopo il 20° anno di età, può essere considerato indice di disturbi neuropsichici.
Pavor nocturnus rappresenta la manifestazione più frequente e anche più difficile da valutare; spesso viene descritta dai geni- tori con caratteristiche che possono far pensare a una crisi convulsiva notturna. il bambino improvvisamente, per lo più durante la prima metà della notte, tra il primo e il secondo ciclo del sonno, si siede di colpo, grida, piange, a volte urla e singhiozza; se i genitori lo chiamano, non risponde, non li vede, non li riconosce, anche se ha gli occhi aperti e sbarrati, fissi, spesso compie violenti movimenti con le mani, come per allontanare o aggredire; suda, ha il polso frequente, è affamato, pallido, appare congesto; dopo un periodo spesso abbastanza lungo, dell’ordine di diversi mi- nuti, improvvisamente si ridistende, si rilassa e si riaddormenta, in genere al mattino successivo non
Bruxismo ( “digrigna- mento dei denti”), frequente, circa il 12% di tutte le dissonnie), ma non se ne conosce la prevalenza nella popolazione. Quasi mai è elemento di apprensione né può essere conside- rato turba vera del normale evolversi del sonno; a volte però esso è così violento da creare problemi a chi dorme vicino al bambino, o allo stesso bambino che può essere svegliato dal rumore prodotto, o può, al mattino successivo, sentire dolore alle mascelle; non infrequentemente i denti vengono più o meno marcatamente consumati dalla ripetitività e dalla persistenza del fenomeno, tanto da richiedere a volte protezioni “paradenti” speciali o addirittura interventi protesici.
Incubo, a differenza del sonnambulismo, del sonniloquio e del pavor, si presenta nella fase REM-sognante del sonno, e precisamente, quasi sempre al termine del 3° e 4° ciclo . Si tratta di un sogno pauroso, spesso preceduto da “fenomeni vegetativi” (sudorazione, tremori,tachicardia)‚ al sogno segue spesso un risveglio improvviso con il ricordo dell’evento sognato, e angosciante per diversi minuti. L’incubo si presenta con notevole frequenza in tutte le classi di età; al di sotto dei 2 anni esso rappre- senta , molto probabilmente, la causa più frequente del rifiuto del sonno, perché il ricordo, non criticato, degli eventi sognati crea nel bambino la paura di doverli di nuovo rivivere andando a letto. Nel bambino in età prescolare spesso gli incubi rappresentano l’espressione notturna di disagi “vissuti” nella giornata, o di conflitti familiari. Soltanto il suo successivo ripetersi, anche in età adolescenziale e oltre, può essere considerato espressione di alterazioni psicologiche che richiedono più attenti approfondimenti e terapie.
Allucinazioni ipnagogiche: rare: si presentano all’inizio del sonno, quando il bambino sta per addormentarsi, con sensazione di rumori, di muoversi di oggetti, di chiudersi di porte, di voci sconosciute, vengono “viste” forme e colori non ben definibili; il bambino ha la sensazione di essere incapace di muoversi e di non poter fuggire.
(tratto da Medico e Bambino)
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