lunedì 15 dicembre 2014

ATTIVITA' FISICA (NON VUOL DIRE SOLO SPORT). CARTA DEI DIRITTI DEL BAMBINO. INTEGRATORI

Attività fisica e sport (SICUREZZA, BLS E DEFIBRILLATORE :Ricordo il 17 Corso di disotruzione da corpo estraneo e la possibilità di fare dei Corsi con brevetto per BLS e defibrillatore: vedete locandine qui sotto)

Attività fisica e sport sono strettamente correlate  ma non sono sinonimi. Si può fare attività fisica (per esempio camminare) senza fare sport e viceversa si può fare uno sport che richiede scarsa attività fisica (per esempio giocare in porta a calcio). Spesso si avvia un bambino a fare dello sport per farlo “muovere” per fare attività fisica ma per fare questo basterebbe avere tempo, voglia e, come in tante cose nella educazione dei bambini , dare l’esempio facendo attività fisica noi.
L’attività fisica possibile per tutti, da 1 anno in poi, economica, possibile in ogni contesto, ad ogni età, in ogni luogo è “camminare”. Siamo nati per camminare. Ci sono bambini che fanno più sport ma che di fatto consumano poco. Camminare fa bene a tutti, magari associato a un po’ di ginnastica (flessioni e piegamenti). La “ricetta” per fare movimento non è quindi quella dello sport organizzato ma del movimento della famiglia. Ricetta che richiede di usare poco la macchina, di andare a piedi nel week end e magari anche a scuola. In tante realtà si è avviata l’iniziativa del “PEDIBUS” che aiuterebbe a ridurre  un altro grande problema: l’inquinamento atmosferico oltre a ridurre gli esiti degli incidenti.
Per quanto riguarda lo sport nonostante nel nostro Paese si parli spesso di sport e se ne veda tanto in televisione, siamo bravissimo nello “sport passivo”, il numero di bambini praticanti attività motorie in modo regolare, cioè tre volte alla settimana, minimo indispensabile per trarne i ben noti vantaggi psicofisici, risulta il 50% della popolazione giovanile.
Il problema della sedentarietà, con le sue conseguenze, è ben presente fra la popolazione infantile: sappiamo infatti che la sedentarietà è co-fattore di rischio nell'insorgenza dell'obesità, di valori pressori elevati, di scarsa capacità aerobica, di scarsa coordinazione motoria, etc...
E' singolare che mentre nelle malattie contagiose esista un ben preciso calendario di vaccinazioni atto a prevenirle, invece nella prevenzione delle malattie "da poco movimento" di cui sopra non esista un altrettanto definito inidirizzo su quando avviare il bambino alla pratica sportiva, avendo però dimostrato come questa possa altrettanto efficacemente prevenirle.
Esistono vari calendari di inizio delle attività sportive e dell’agonismo ma esistono attività fisiche e di gioco che potete inventare anche a casa o per strada per far fare ai bambini attività fisica (e anche per voi: un bambino è un ottimo “personal trainer”) o recuperare “vecchi” giochi detti di “giochi di strada”.  E’ importante sottolineare che l'attività motoria deve comunque avere per finalità il gioco e che quanto piu' precocemente la si avvia e la si persegua con costanza, più facilmente il bambino prima e poi l'adolescente e l'adulto, si troverà a mantenerla.
Giochi di strada: (o "Giochi di una volta"): ferro di cavallo, trottola, salto cavallo, piastrelle, morra, tiro alla fune, salto corda, campana, ciclo tappo, quattro cantoni, corsa 3 gambe, corsa dei sacchi, ruba bandiera, 1 2 3 stella, tennis trainer, braccio di ferro.


“Giochi di strada. Manuale pratico per gli educatori”   Cirulli Dora Editore Universitalia  

“Come giocavamo. Una rassegna di giochi di strada di una volta” - Mario Camillino -  Centro Stampa Offset



Ad ogni età: gioco, massaggi, ginnastica
5 mesi :      attività sul tappeto, a gattoni,etc..
9-12 mesi:  acquaticità, nuoto con un genitore ed istruttore qualificato
1 -3 anni: nuoto, bicicletta, giocosport
3-4 anni:    nuoto, giocosport (miniginnastica libera, miniciclismo,miniatletica,etc..)
5-6 anni:    minicalcio, minivolley,minibasket, minitennis, minipattinaggio
8 anni:       scuola calcio (pulcini, esordienti) scuola basket, scuola  volley, scuola vela,
                   scuola sci, scuola tennis, scuola equitazione, scuola judo, scuola baseball,etc...)



Oltre a queste indicazioni “di massima”, spesso disattese (quante volte veniamo superati sulle piste da sci da bambini di età di  3-4 anni?) intendiamo porre l’attenzione su due “problemi” strettamente correlati con lo sport: l’agonismo e il rapporto genitori – bambini.
Per quanto riguarda l’agonismo vedete capitolo dedicato ma ribadiamo il concetto dell’utilità e del bene che fa lo sport “ben fatto” come tipo, tempi, allenamento e qualità degli insegnanti contro i possibili danni dell’agonismo se effettuato troppo precocemente, cioè prima della maturazione dei bambini e più per “interessi” degli adulti (società sportive, allenatori e, ahimè, famiglie).
Nella scelta di uno sport dobbiamo anche tenere conto delle ambizioni, speranze , se non frustrazioni di noi genitori. Chiediamoci se quanto facciamo dare al bambino è per lui o per noi. Si sente spesso la frase “mio figlio è in agonistica” con non celato, anzi spesso ostentato, orgoglio, oppure “lo ha richesto quella squadra (famosa)”. 
Lo sport deve essere gioco, movimento, relax, piacere e non , almeno in età pediatrica, un altro impegno che si va a sommare a quello scolastico, ha funzioni “sociali”, educative oltre a far fare movimento. Purtroppo accade che lo sport diventi un fattore di stress per il bambino, se non per la famiglia. Parlate di questo con il pediatra che Vi potrà indirizzare e consigliare.
Teniamo anche conto che il ritmo della vita moderna ha cambiato le abitudini delle famiglie. Si corre sempre di più, si ha poco tempo per gli altri e per noi stessi, si cerca di supplire a carenze di rapporti umani con spese voluttuarie (eccessi di giochi e di spese per vacanze) e con tante attività: bambini che fanno più sport (insieme) , bilinguismo, corsi di musica ecc. La reazione di alcuni bambini a questi ritmi può essere una iperattività, il bambino appare nervoso, non sta fermo un attimo  ma pensate che se appare “agitato” non vuol dire che debba “scaricarsi” in un’altra attività sportiva, forse tanta “agitazione” è espressione di stanchezza o è una richiesta di qualcos’altro. Non correte portandoli da una palestra a un campo sportivo o, almeno non fate solo questo. Fermatevi con loro, guardateli, comunicate con il vostro corpo, gli occhi, le mani. Ascoltateli e dedicate tempo a loro.
Fate dello sport con loro; ne trarrete vantaggio fisico anche voi.
Specchiatevi negli occhi dei vostri figli. Parlate, leggete a loro le favole come i nonni facevano una volta. Il bambino non ha bisogno di tante favole, di tanti libri, televisioni, computer, play station. Ha bisogno di voi, di giocare, di comunicare di sentire delle storie, ha bisogno che gli leggiate le favole o anche che guardiate con lui televisione e le videocassette. (vedi l’iniziativa “Nati per leggere” sul sito www.apel-pediatri.it) .

  
ATTIVITA’ FISICA A SCUOLA:
In Italia purtroppo risultiamo ancora in coda alle statistiche europee sia per le ore di educazione fisica che la scuola dedica a tale materia, intesa classicamente come di serie B rispetto ad altre, sia come spazi a disposizione dei bambini per la pratica sportiva.

I DATI… SONO IMPIETOSI: I dati per attività fisica-moderata-energica da 11 a 15 anni indicano che  siamo il fanalino di coda tra i seguenti paesi secondo l’ “Organisation for Economic Cooperation and Development “(OECD): http://www.oecd-ilibrary.org




Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD): http://www.oecd-ilibrary.org



Ma la nostra attenzione non va valutata tanto sulla quantità di sport che i minori praticano, quanto sulla loro "qualità" intendendo per "qualità" quelle condizioni indispensabili che devono essere alla base della pratica sportiva.
Queste condizioni indispensabili sono state pubblicate già nel 1992 dalla Commissione Tempo Libero dell'O.N.U., sono definite come la "Carta dei diritti dei ragazzi allo sport" e vogliamo proporle ai lettori per una riflessione comune. 



Decalogo dei diritti del bambino nello sport:

1.    Diritto di praticare attività motoria. I genitori devono avviare il bambino all'attività motoria per i ben noti vantaggi psicofisici, che non sono più recuperabili se si inizia tardivamente; il bambino può scegliere, sperimentare, cambiare gli sport che desidera. L'U.N.E.S.C.O. raccomanda che almeno un sesto dell'orario scolastico settimanale sia dedicato all'attività motoria, cioè sei ore alla settimana.
2.    Diritto di giocare e divertirsi. L'allenatore deve proporre il divertimento, il miglioramento psicofisico e l'educazione come obiettivo finale e non la vittoria, che crea tensione
3.    Diritto di praticare sport in un ambiente sicuro e sano. Cioè igienicamente a norma, con assistenza vicina in caso di infortunio, con a disposizione un telefono in caso di urgenza, senza pressioni agonistiche esagerate o selettive, senza pressioni farmacologiche.
4.    Diritto di essere allenato da personale adatto a quella fascia di età e qualificato. Per evitare il rischio di esercizi sbagliati o che arrecano sovraccarico delle strutture in crescita o creano problemi psicologici.
5.    Diritto di essere trattato con rispetto. Non è raro sentire l'allenatore che urla o ordina degli esercizi pesanti per punizione od osservare un genitore che sgrida il bambino, invece di incoraggiare e fornire il suggerimento tecnico giusto per migliorare e sdrammatizzare l'eventuale errore con una carezza o altro.
6.    Diritto del giusto riposo. Lo studio, la malattia, la crescita richiedono dei carichi di attività motoria diversi a seconda dei periodi e le pause giuste, gli allenamenti troppo frequenti vanno ridotti e i riposi non devono essere ripresi come una colpa.
7.    Diritto del controllo della salute. La competizione va riservata ai bambini in perfette condizioni psicofisiche e che lo desiderino, senza pressioni esterne con il rispetto del trattamento adeguato e il tempo giusto di guarigione e riabilitazione dai traumi, della gradualità della qualità e della quantità del carico di lavoro. Obbligatorio il certificato di stato di buona salute fisica per le attività non agonistiche che lo richiedano ed il certificato di idoneità agonistica per gli sport agonistici dietro indicazione delle rispettive Federazioni sportive per quanto riguarda l'età di inizio.
8.    Diritto di competere con giovani di pari capacità. Bisogna sforzarsi di praticare sportiva fra gruppi non solo omogenei per età cronologica ma anche per età ossea o maturità puberale, per avere le stesse probabilità di divertimento e di successo. Per gli sport di contatto l'attività deve essere anche in considerazione del peso.
9.    Diritto di pari opportunità. Tutti i bambini devono poter giocare, senza far panchina, senza tenere conto del risultato agonistico, che sarà ricercato più avanti nel tempo.
10. Diritto di non essere sempre un campione. Non sempre il bambino può essere un campione o continuare ad esserlo, chi lo è, può esserlo anche solo per un periodo, e deve sapere che pratica sport per i vantaggi che arreca e per divertirsi, perchè solo uno su quarantamila sarà un campione anche nella vita futura come professionista.      

Qualche genitore o, perchè no?, qualche allenatore ha ritrovato, o si è ritrovato, nelle situazioni segnalate poco sopra come inadatte per un minore ? Compito loro come di tutti, noi Pediatri compresi, è intervenire laddove si evidenziano rischi di lesioni dei "diritti" che il minore ha nel settore della pratica sportiva perchè il maltrattamento non è solo quello tradizionalmante inteso, fatto di lesioni fisiche o psicologiche, ma maltrattamento è anche tutto ciò che più sottilmente e, magari inconsapevolmente, facciamo ai bambini anteponendo al loro, il nostro interesse di adulti.

Qualche consiglio utile:
-   non forzare a fare attività che non vogliono fare
-   assecondare i loro desideri e fargli scegliere lo sport/attività fisica;
-   non indurre atteggiamenti troppo competitivi e non trasferire su di lui le vostre aspettative
-   non insistere davanti al rifiuto del proprio figlio di praticare una determinata attività e riprovare in un secondo momento, o scegliere insieme a lui altra attività

Sport e integratori:
Ogni tanto appare sulla stampa la notizia di scandali e ritiri di farmaci, illegali, anabolizzanti destinati al mercato dello sport, anche in età pediatrica. La storia di farmaci e sostanze destinate a migliorare le prestazioni sportive risale agli inizi dei  giochi olimpici  e in una società come la nostra che privilegia l’aspetto estetico che si deve raggiungere facilmente, possibilmente senza sacrifici  e anche la forma si deve raggiungere il più presto possibile. Si cerca di sviluppare e potenziare i muscoli con elettrostimolatori, che ormai iniziano ad avere un diffusione simile a quella dei rasoi, magari seduti davanti alla televisione mangiando uno snack. Queste ed altre considerazioni fanno capire la grande diffusione di farmaci che consentano di ottenere migliori risultati, di sviluppare più massa muscolare, più potenza di quella che si ritiene raggiungibile con il puro allenamento  o addirittura si spera di rendere di più allenandosi di meno.
Oltre ai farmaci alcune sostanze denominate “integratori dietetici” come la creatina e gli aminoacidi hanno raggiunto una popolarità notevole anche perché non sono proibite nell’attività agonistica sportiva.
Purtroppo il desiderio di migliorare (ma, a certi livelli, è poi un miglioramento?)  il proprio fisico e le prestazioni atletiche ha contagiato anche i giovani coinvolti da un meccanismo per cui si tende, in alcuni ambienti, a considerare ormai normale l’assunzione di integratori nella speranza di migliorare le proprie prestazioni o di vincere ad ogni costo stimolati dall’ambiente competitivo della squadra, dell’allenatore della palestra e, ahimè, talora anche della famiglia.
Il mercato degli integratori è enorme e, spesso, queste sostanze vengono consigliate da un allenatore o da un compagno. A seconda delle indagini risulterebbe che dal 30 al 100% di atleti di tulle le età facciano uso di integratori. Vengono utilizzate varie sostanze: creatina, aminoacidi, carnitina, cromo, ferro, calcio e vari tipi di carboidrati. Nessuna di queste sostanze è stata studiata nei giovani di età inferiore ai 18 anni, se non in caso di patologie come l’anemia da carenza di ferro o situazioni di patologia che necessitino di calcio, di conseguenza il pediatra deve cercare di scoraggiare l’uso di queste sostanze fino al raggiungimento del completo sviluppo e maturazione fisica e che le prestazioni atletiche e anche (soprattutto) lo stare bene in salute dipende da vari fattori, oltre ai fattori genetici,  che il singolo individuo deve essere in grado di tenere sotto controllo rappresentate da stili di vita corretti: giusto movimento, buona alimentazione, numero adeguato di ore di riposo. Nessun supplemento di nessuna sostanza è in grado di supplire a cattivi stili di vita e a una mancanza di predisposizione o di talento per un determinato sport.


 Attività fisica per età.
Come detto in precedenza NON è obbligatorio far fare uno sport ai bambini. Importante è il movimento, l’attività fisica quotidiana che si può fare anche in città. A volte è necessario iscrivere bambini a qualche società sportiva per lo “stile cittadino” : mancanza di spazi e mancanza di tempo…ma è proprio così?


0-3 mesi
INFANT MASSAGE:
NUOTO: DAI 2-3 mesi di vita (idrochinesiologia). Negli ultimi anni abbiamo assistito al boom del nuoto fatto fare nei bambini nei primi anni di vita e soprattutto nei primi mesi.
Innanzitutto, da dati della letteratura, non sembra dimostrato che nei primi 4 anni di vita far praticare nuoto al bambino possa servire per prevenire annegamenti. Solo dopo i primi 4-5  anni il bambino impara veramente a nuotare e a metterlo in atto in situazioni di emergenza.
Per quanto riguarda l’utilità o meno di portare in piscina il bambino fin dai primi mesi di vita dobbiamo consigliare ai genitori di valutare quanto tale attività e compatibile con i ritmi di vita del bambino e della famiglia in quanto, a meno di non possedere una piscina condominiale, per andare mezz’ora in acqua passano almeno 2 ore (e anche più) tra il trasferimento alla piscina e ritorno a casa, cambiare asciugare il bambino ecc. magari con il pensiero  di dover fare la spesa e cucinare. Quindi se riuscite a farlo senza imporvi ritmi sovrumani e la cosa fa piacere anche a voi tutto bene altrimenti è meglio godersi il bambino a casa e farlo sgambettare per qualche minuto di più nella vasca in compagnia di una mamma più rilassata e tranquilla.


6-12 mesi:
Infant massage
Nuoto
Ginnastica

1-3 anni:
NUOTO: Il nuoto dopo l' anno di vita ha ricadute positive anche nella prevenzione di episodi di annegamento.
Dopo l'anno ogni momento è buono per iniziare a nuotare, ma molto dipende dalla predisposizione. In genere verso i 2-3 anni i bambini imparano ma solointorno ai 5 anni riescono a utilizzare gli insegnamenti in situazioni di difficoltà. Ricordarsi che  è fondamentale fare molta attenzione ai bambini e non non perderli mai di vista quando sono vicini all’acqua. Dopo i 5 anni si può essere relativamente più sicuri, soprattutto in piscina, ma l' attenzione deve comunque rimanere elevata.
Camminare
Bicicletta

3-6 anni
Camminare
NUOTO: Dai 3 anni in poi è l’età per iniziare corsi di nuoto anche se si può iniziare prima.
Saper nuotare è utile anche ai fini della sicurezza: negli ultimi 20 anni gli incidenti mortali in acque libere sono scesi del 70% proprio grazie alle attività della scuola nuoto.

ATTIVITA' AGONISTICA: 8 anni. INFO: www.federnuoto.it

BICICLETTA DAI 4 ANNI
ATTIVITA’ AGONISTICA : 12 anni INFO: www.federciclismo.it

YOGA dai 4 anni

Pattinaggio DAI 5 ANNI 
ATTIVITA’ AGONISTICA: 7 anni INFO: www.fihp.org

Danza: dai 5 anni
ATTIVITA' AGONISTICA: 8 anni INFO: www.fids.it


GINNASTICA: DAI 5 ANNI
ATTIVITA' AGONISTICA: 6-7 anni INFO: www.federginnastica.it

ATLETICA LEGGERA : dai 6 anni
ATTIVITA’ AGONISTICA DAI 16 ANNI INFO. www.fidal.it

Basket dai 7 anni
Quando l’attività agonistica: 12-13 anni Info: http://www.fip.it

Pallavolo dai 7 anni
Attività agonistica 12-13 anni http://www.federvolley.it

Karate e Judo per bambini: dai 7 anni
attività agonistica: per il karate 11 anni, per il judo 14 anni.  Info: http://www.fijlkam.it


6-12 anni

Tutti i precedenti




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