A CHE ALTITUDINE SI PUO’ PORTARE IL BAMBINO?
Alcune risposte generali per un bambino sano. Comunque chiedete al Vostro pediatra curante per Vostro figlio: questi sono consigli preventivi. BISOGNA SUPERARE IL CONCETTO , che si aveva una vota che il bambino piccolo non può andare in montagna...ma non cadere nella sindrome dell'Himalaya ed esagera nell'altro senso :-)
1.
In linea di massima è
consigliabile per i bambini di età inferiore a 1 anno portare i bambini ad
altezze non superiori a 1500 metri anche se molti bambini stanno benissimo ad
altezze superiori. Altitudini superiori a 2000 metri non sono consigliabili per
un lattante: a prescindere da problemi di temperatura, l'alta quota determina potrebbe
determinare, in alcuni bambini, irritabilità, inappetenza e disturbi del sonno.
2.
In occasione di rapide
variazioni di altitudine si possono avere problemi di compensazione della
pressione fra l'orecchio medio e l'esterno, con conseguente trauma (barotrauma,
si dice) sul timpano. Ciò è vero soprattutto per chi, piccolo o grande, ha
difficoltà a respirare con il naso, magari per un lieve raffreddore. Noi
avvertiamo il problema dapprima con la sensazione di "orecchio
tappato", che se prosegue può tramutarsi in vero e proprio dolore; il
lattante segnala normalmente il disagio piangendo.
3.
Per prevenire il
disturbo è utile stimolare la deglutizione (tenendo il succhiotto
durante il viaggio o fermandosi ogni tanto per una sorsata dal biberon);
allattare in auto può essere un modo per unire l'utile al dilettevole, ma non è
raccomandabile farlo per ragioni di sicurezza (rschia di andare “di traverso”).
Una volta in montagna, il bambino si troverà benissimo anche in caso di clima
freddo.
4.
Le variazioni di
altitudine fra 1400 e 2000 metri dovrebbero essere affrontate “a tappe”. Il
neonato/lattante (0-12 mesi di vita) è quello che potrebbe avere i maggiori
disturbi quando si va incontro alla rarefazione dell’aria dovuta all’altitudine
elevata. Per cercare di limitare il disagio da parte dell’organismo, basta fare qualche sosta in più quando ci si
accinge ad andare in quota. Anche in
questo caso si unisce l’utile (evitare i problemi dell’alta quota) al
dilettevole (una bella passeggiata in montagna a rimirare le bellezze della
natura – e non una corsa in macchina -).
Sostando per un po’ di tempo alle varie altitudini si permette all’organismo
di “organizzarsi” e quindi di limitare al massimo i disagi.
Nessun commento:
Posta un commento