giovedì 20 agosto 2015

NEONATI E LATTANTI IN ATTESA DI AFFIDO O ADOZIONE (il “caso” di Achille..ma non solo).

NEONATI E LATTANTI IN ATTESA DI AFFIDO O ADOZIONE (il “caso” di Achille..ma non solo).
In un “forum” di discussione di pediatri ho invitato a discutere sul “caso” del figlio di Martina Levato, Achille,  tolto alla madre alla nascita.
Quanto clamore su questo “caso” quando questa situazione (neonanti “parcheggiati” in strutture non idonee in attesa dei lunghi tempi giudiziari dell’affido o della adozione)  si presenta abbastanza frequentemente. Vi segnalo una bella iniziativa  di volontariato a Genova “L’abbraccio di Don Orione”:
“Quando andavo in neonatologia a fare eco vedevo dei bambini "affidati" all'ospedale in attesa che il nostro sistema trovasse  una sistemazione. Per risolvere questa situazione (e stiamo a parlare di bonding, di legami, di ...tutto quello che si studia!!!) c'è voluta una azione di volontariato per creare una struttura più adeguata per questi bambini. Quali danni e maltrattamento "istituzionale" si creano: http://www.abbracciodonorione.it/index.php/chi-siamo
Come pediatri dovremmo farci sentire un pochino di più e interessarci dell'abuso e maltrattamento istituzionale. I Giudici e i magistrati ragionano con il loro punto di vista, quello che manca è una nostra chiara presa di posizione sulla "fisiologia" del neonato, sul "danno" che certe situazioni possono causare.

Riassumendo alcuni punti ho detto:
Meglio evitare il bonding (attaccamento materno) e l'allattamento al seno? Chi accudisce adesso il bambino?
Io sono confuso non conosco i dati e le valutazioni ma in altri casi tragici, seppur diversi, magari anche più gravi, i figli sono rimasti con la mamma, (emblematica la vicenda Franzoni..vedete il link sottostante)
Arresti domiciliari: il tribunale di sorveglianza di Bologna ha accolto l'istanza degli avvocati perché la donna ha già scontato i due terzi della pena. L'avvocato Savio: "E’ contenta, segue i suoi figli, fa la mamma, cucina, lavora: insomma una persona normale"

Qui un articolo della Prof.ssa Battaglia
Alcuni “pezzi” dell’articolo
“Sappiamo che il bambino è stato separato dalla madre che non gli ha potuto dare neppure la prima poppata. Una decisione indubbiamente severa, presa, si afferma, nel superiore interesse del minore che dovrebbe essere protetto da una madre che ha subito una pesante condanna in primo grado. Si possono certo comprendere le motivazioni che hanno spinto il Tribunale a pronunciarsi come ha fatto, sennonché il concetto stesso di interesse, lungi dall’essere univoco, si presta a una pluralità di interpretazioni tra cui, ad esempio, anche la soddisfazione dei bisogni primari (cibo, calore, cura, tenerezze). 
“…..una relazione tra madre e figlio che, dopo nove mesi di assoluta simbiosi, viene spezzata repentinamente come se la madre fosse morta”. 
“Si ha un bel parlare del significato non afflittivo della pena e delle speranze di riabilitazione che mai dovrebbero essere negate, anche al criminale più incallito. Chi può escludere che la relazione col figlio possa diventare, per questa donna, un’occasione di riscatto? E, d’altra parte, non è forse nell’interesse del neonato quello di non essere bruscamente sottratto a chi gli ha dato la vita? “

Considerazioni:
È una questione che mi ha fatto profondamente soffrire. Dopo questa sentenza ho  incertezze e  mi pongo tante tante domande. 
Quante mamme vediamo noi pediatri in ambulatorio anche  di buon livello socio culturale, socialmente e professionalmente ben inserite, ma che non appaiono  adeguate sul piano affettivo e genitoriale! E quante mamme, invece, magari , più umili e modeste, anche emarginate, sono state in grado di tirare su i propri figli con un amore senza confini, sacrificandosi per non far mancare nulla ai figli.
La decisione di impedire a un bambino di attaccarsi al seno materno, di avere il contatto  a pelle con la “SUA” mamma con cui è vissuto come un sol corpo per 9 mesi , di ascoltare la sua voce, ( alcuni studi dicono che solo la voce della sua mamma è capace di consolarlo e rincuorarlo) è una atto traumatico in questa fase delicata di venuta al mondo. 
Codice penale e affettività materna non necessariamente sono in contrasto fra loro. I meccanismi atavici che governano la maternità e passano ben alti sopra la razionalità sono imperscrutabili, e ce lo mostrano mamme apparentemente affidabili che sopprimono i propri figli, e madri inaffidabili che di fronte ad una maternità si trasformano nel bene. 
Una certezza però ce l'ho, la magistratura doveva decidere ben prima il destino di questo bambino, e non tirare per le lunghe questa storia con diatribe fra giudici, facendolo però nel silenzio più assoluto. 
Nella foto "Ruota degli esposti"



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