SUPERPIDOCCHI
RESISTENTI ALLE TERAPIE FARMACOLOGICHE
(resistenza legata al
troppo uso anche in prevenzione)
I pidocchi non ci
hanno lasciato neanche d’estate e ora con l’apertura delle scuole assisteremo
ad altre epidemie.
Anche perchè i parassiti stanno diventando sempre meno
sensibili ai farmaci che li combattono. Una ricerca condotta negli Stati Uniti
da Ellen Koch, dermatologa dell’Università di Pittsburgh, insieme a Bernad
Cohen dell’Università John Hopkins di Baltimora pubblicata sulla rivista Paediatric
Dermatology parlano chiaramente di superpidocchi (superlice) capaci di
continuare a riprodursi in quanto resistenti alla maggior parte di cure.
Trovate qui quanto
consiglio nel libro “Come crescere mio figlio” (https://www.amazon.it/crescere-figlio-genitori-risposte-pediatra/dp/886895107X/ref=zg_bs_5329313031_3
) ma, intanto alcuni consigli:
“Negli ultimi anni
sono aumentati i casi di pidocchi nella popolazione infantile che colpiscono
soprattutto i bambini che vivono in comunità (nidi, asili e scuole).
L’infestazione (si parla di infezione solo nelle malattie infettive, per i
parassiti come il pidocchio, di infestazione) predilige l’età tra i 5 e gli 11
anni (ma nessuna età è risparmiata), entrambi i sessi, i capelli folti più che
lunghi (quindi non serve a niente tagliare a zero i capelli come una volta
veniva fatto) e puliti. Molti pensano subito al binomio “pidocchio = sporcizia”,
invece questi “cari” animaletti adorano i capelli puliti e profumati. Dobbiamo
subito dire a tutti che al giorno d’oggi, “prendere i pidocchi” non rappresenta
un segnale di scarsa igiene personale e familiare, né tanto meno di sporcizia e
di povertà (anche se fra gli adulti sembrano più colpiti quelli con scarsa
igiene personale).
È importante, quando
avvengono dei casi di pediculosi, applicare norme comuni di comportamento al
fine di evitare la diffusione nella comunità e nelle famiglie così come le altrimenti
frequenti reinfestazioni.
Innanzitutto la
trasmissione avviene per contatto diretto con i capelli infestati e con
pettini, spazzole, cappelli o altri effetti personali (pensate a tutte le
sciarpe e cappotti messi insieme in luoghi comuni). Ricordate comunque che il pidocchio non salta e non vola!
Vediamo di conoscere
un po’ di più questo animale di (non desiderata) compagnia. Il pidocchio vive
da 1 a 2 mesi e si nutre esclusivamente di sangue umano, per cui deve
soggiornare vicino ai capelli anche perché “sta bene” (soffre il freddo) con
una temperatura di 35-37 ° C. Lontano dal corpo umano sopravvive per un tempo
massimo di 10 giorni (da ricordare) e in media 2-3 giorni. Le femmine
depositano le uova (da 4 a 6 al dì per un totale di 250-300 per femmina) che
vengono fissate alla radice dei capelli a pochi millimetri dalla pelle.
Se si riscontrano lendini (uova) oltre i 7
mm possiamo essere certi che si tratta di un guscio vuoto o che la lendine è
morta (il “pidocchino”, detto ninfa, esce dall’uovo dopo circa 10 giorni e la
crescita del capello è in media di 0,4 cm al dì).
Anche i famosi CDC
(Center for Disease Control) di Atlanta, USA, hanno stabilito che la diagnosi
può essere fatta quando la maggior parte delle uova sono a meno di 6,5 mm dal
cuoio capelluto (www.cdc.gov/ ncidod/ dpd/ parasites/ lice/ default.htm).
Addirittura per alcuni la diagnosi si può porre solo quando si riesce a trovare
un pidocchio vivo, che si muove.
Sintomi e diagnosi
Il primo sintomo è
rappresentato dal prurito, variabile molto da persona a persona, inizialmente
alla nuca e dietro le orecchie. Al prurito segue il trattamento con conseguenti
“lesioni da trattamento” cioè ferite che possono complicarsi con infezioni che
causano dolore e ingrossamento dei linfonodi del cuoio capelluto e della nuca.
L’ispezione con una forte sorgente luminosa consente di visualizzare le lendini
alla radice dei capelli e, solo più raramente, il pidocchio vivo. Le lendini
sono piccoli elementi del diametro di 0,3 per 0,8 mm, di forma ovoidale, di
colore biancastro-giallastro, attaccate a un capello. Il pidocchio ha una forma
allungata, un colorito bianco-grigiastro, è lungo da 1 a 4 mm e rimane fisso ai
capelli.
Trattamento
Quando in una
famiglia si fa diagnosi di pediculosi della testa, vanno esaminati
accuratamente tutti i componenti. Temperature superiori a 53,5 ° C mantenute
per 5 minuti sono letali per uova e pidocchi. Spazzole e pettini possono essere
lavati con un pediculocida o in acqua calda. Anche il lavaggio a secco è
efficace.
Per oggetti non usati
da qualche giorno non è necessario procedere ad alcun trattamento: nel dubbio è
sufficiente conservare oggetti, cappelli e vestiti per 10 giorni in un sacco di
plastica.
Per eliminare
definitivamente i pidocchi è necessario eliminare tutti i pidocchi e tutte le
lendini; in ogni caso, prima di intraprendere una qualsiasi terapia, consultate
il vostro pediatra e ricordate che, purtroppo, non esiste nessuna terapia che
sia efficace al 100%. Dopo il trattamento e l’uso di uno shampoo neutro, i
capelli debbono essere pettinati con un pettine fitto allo scopo di rimuovere
le lendini. La completa rimozione delle lendini dipende dalla struttura del
pettine, dalla durata, dalla tecnica e dalla precisione del suo uso.
L’impiego di
soluzioni di acqua e aceto rende più facile l’asportazione delle lendini.
La rimozione locale con pettine fitto da
parte dei genitori è un’alternativa agli insetticidi, che non sono raccomandati
nei bambini in età inferiore ai 2 anni.
Il pettine fitto deve
essere usato sui capelli bagnati per almeno 15-20 minuti e il trattamento va
ripetuto ogni 3-4 giorni per varie settimane. Tutti i vestiti, la biancheria
personale, i lenzuoli e le federe debbono essere lavati in lavatrice.
Altri oggetti
(spazzole, pettini, cuscini, materassi) e animali da casa debbono essere
trattati con insetticidi in polvere.
Non bisogna assolutamente effettuare
terapia se il bambino non ha i pidocchi, in quanto tutti i farmaci, anche i più
recenti, possono dare degli effetti collaterali o scatenare reazioni allergiche.
La gravità aumenta
quando, incautamente, si ripete il trattamento in modo continuativo o comunque
ravvicinato.
Nessun farmaco va
usato per la prevenzione.
L’unica prevenzione è
l’esame della testa. Tutti i farmaci hanno una, seppure minima, tossicità.
Anche l’uso protratto
che alcuni genitori fanno, spontaneamente o consigliati da qualche “esperto”,
può essere pericoloso per il bambino. Non esistono studi su terapie
alternative: erbe, oli naturali, petrolio, cherosene ecc.
Questi ultimi
sicuramente possono essere causa di avvelenamenti ma non danno garanzie né
sull’efficacia né sulla sicurezza.
Nessun commento:
Posta un commento