CASI DI MENINGITE C E PORTATORI SANI IN TOSCANA E CHI VACCINARE
Cari genitori
Ricevo tante domande sui vaccini per la meningite. Risposte specifiche per voi e per i vostri figli le potete avere solo dal vostro pediatra e medico curante
Incollo qui sotto i dati dei portatori di meningococco e dei casi di meningite C, distribuiti per età e zona. (la meningite da menigococco C è la più frequente in Toscana). Inormerò su altri dati e se ne avete mi informate voi?
BUON Fine Anno e inizio Anno nuovo
Relativamente alle caratteristiche comuni dei casi verso cui indirizzare campagne mirate di comunità, queste le principali:
1. Discoteche, club, locali notturni per la fascia d'età 14-25
2. Ristoranti, circoli per la fascia d'età sopra i 40 anni
3. Scuole superiori, università
4. Palestre, associazioni sportive-ricreative
5. Operatori sanità
6. Fumatori
7. Consumatori di sostanze stupefacenti.
1. Discoteche, club, locali notturni per la fascia d'età 14-25
2. Ristoranti, circoli per la fascia d'età sopra i 40 anni
3. Scuole superiori, università
4. Palestre, associazioni sportive-ricreative
5. Operatori sanità
6. Fumatori
7. Consumatori di sostanze stupefacenti.
Nel periodo 1 marzo - 1 giugno 2016 sono stati effettuati dei tamponi orofaringei in un campione di soggetti di età 11-45 anni che si sono recati per qualunque vaccinazione negli ambulatori della Azienda Sanitaria Toscana centro (ex Asl di Firenze ed Empoli) e dell'Azienda Sanitaria Toscana sud-est (ex Asl di Siena e Grosseto), identificata come area di controllo.
Sono stati eseguiti 2.287 tamponi orofaringei.
La prevalenza di meningococco è risultata pari al 2,5%. Il principale sierogruppo è risultato il B (37 portatori = 1,6% del totale dei tamponi analizzati), seguito dall'Y (11 = 0,5% del totale dei tamponi analizzati) e dal C (4 = 0,17% del totale dei tamponi analizzati).
"Come riportato in letteratura - aggiunge Voller - ciò è spiegato dal fatto che il sierogruppo C, e in particolare C-ST11, si caratterizza per una breve durata dello stato di portatore ed un alto tasso di trasmissibilità volto a bilanciare la sua incapacità di creare un rapporto commensale duraturo con l'ospite".
Studio retrospettivo e prospettico dei casi di malattia batterica invasiva da meningococco C in Toscana
L'indagine dei casi è iniziata il 4 aprile 2016 ed è stata effettuata attraverso le analisi delle cartelle dell'indagine epidemiologica presso l'Unità Igiene Pubblica Asl, le analisi delle cartelle cliniche presso i presidi ospedalieri e un'indagine diretta face-to-face con il caso e/o suoi familari/ amici.
Sono 59 i casi di malattia batterica invasiva (MBI) da meningococco C riportati in Toscana nel periodo 1 gennaio 2015 – 14 dicembre 2016, in confronto ai 5 casi riportati nel biennio 2013-2014. 31 casi (53.4%) sono stati riportati nel 2015 e 28 (46.6%) al 14 dicembre 2016.
L'età mediana è risultata essere di 28 anni. L'incidenza maggiore si registra nella fascia di età 20-29 anni (3.30 x 100.000 abitanti), seguita dalla fascia 10-19 anni (1.85 x 100.000 abitanti). 19 casi (32.8%) avevano più di 40 anni di età; e di essi 11 (19% del totale), più di 60 anni. Undici casi (19%) si sono verificati in soggetti stranieri.
L'incidenza (per 100.000 abitanti) per ex Asl varia da un minimo di 0.22 per 100.000 nella ex Asl di Grosseto ad un massimo di 2.48 per 100.000 nella ex Asl di Empoli. I decessi totali sono stati 12 per una letalità del 20.7%. 6 casi sono deceduti nel 2015 (19.3%) e 6 nel periodo 1 gennaio 2016 – 30 novembre 2016 (22.2%).
L'età ha influenzato la probabilità di decesso. Infatti, l'età mediana dei casi deceduti è risultata essere 52 anni (range 13-84 anni: 12 casi su 59, cioè 20.3%). La letalità tra i soggetti non vaccinati è stata del 23.4% (11 casi su 47), mentre tra i soggetti vaccinati dell'8.3% (1 caso su 12). Il vaccino ha inoltre determinato un decorso clinico più favorevole. Infatti, dei 18 casi che hanno avuto sequele permanenti (perdita udito, amputazioni, morte), 16 (88.9%) non erano vaccinati.
Per cinque casi vaccinati erano passati più di 5 anni dalla data di somministrazione del vaccino, periodo oltre il quale la protezione del vaccino diminuisce sensibilmente, mentre per un caso era passato un periodo troppo breve tra la data di somministrazione del vaccino e l'inizio dei sintomi per sviluppare una corretta risposta immunitaria.
Relativamente alla diagnosi e alla sintomatologia, 24 casi (41.4%) hanno sviluppato sepsi e meningite, 29 casi (50%) solo sepsi e 5 casi solo meningite (8.6%). 37 casi (63.8%) hanno mostrato, oltre ai sintomi tipici della MBI meningococcica, una sintomatologia atipica gastrointestinale (vomito e diarrea). Inoltre, i 10-15 giorni precedenti la data ufficiale d'inizio sintomi, 30 casi (51.7%) hanno riportato un episodio simil-influenzale con febbre non elevata associata a mal di gola e in 10 casi (16.9%) erano anche associati sintomi gastrointestinali.
"Questa è, a nostra conoscenza - conclude Voller - la più grande indagine epidemiologica di casi di malattia meningococcica condotta sul campo che ha previsto interviste face-to-face, analisi di cartelle cliniche ed epidemiologiche, utilizzo di dati microbiologici e di elementi di field epidemic intelligence. In conclusione, lo studio ha permesso di individuare categorie di rischio per lo sviluppo di MBI da meningococco C, ovvero gruppi target verso i quali dovranno essere pianificate strategie vaccinali ad hoc al fine di interrompere la catena del contagio".
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