Quando svezzare e quando introdurre l’uovo nella alimentazione dei bambini? PRESTO!!
Anni fa si consigliava di ritardare l’introduzione dell’uovo
e di vari alimenti nella alimentazione dei bambini per il timore discatenare
allergie. Vari dati indicano che questa pratica può, anzi, creare una maggior
sensibilizzazione e un aumento della possibilità di allergie (vedi commento in fondo).
Vale comunque sempre la regola di sentire il proprio
pediatra e di valutare, insieme, il rischio famigliare di allergia o una tolleranza
Da anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità e varie
associazioni mediche tra cui l’ESPGHAN (Soc. di gastroenterologia pediatrica) indicano
di iniziare lo svezzamento precocemente (tra la 17 e 24 settimana di vita , più
tardi se alimentazione materna: http://www.acp.it/wp-content/uploads/Quaderni-acp-2014_211_27-30.pdf)
e l’introduzione precoce dell’uovo tra il 4 e il 7 mese si è associata a minore
allergia rispetto ad una introtuzione tardiva.
L’indicazione è rafforzata da uno studio recentissimo ( (Natsume O, et al. Lancet2017;389 (10066):276-86), che consiglia, in soggetti a rischio di allergia, di
introdurre l’uovo dai 5-6 mesi, con dosi
molto molto basse da aumentare nel tempo.
Nell’editoriale a commento della Rivista si pone l’accento
su come questa introduzione precoce e graduale rappresenti un punto
fondamentale per la prevenzione dell’allergia alimentare.
Lo studio, randomizzato, ha preso in considerazione 147 lattanti i a
rischio di allergia e divisi in due gruppi: in uno, di 73 soggetti, è stato
introdotto precocemente l’uovo e nell’altro (74 soggetti) è stato dato un
placebo (lo studio è definito in “cieco” perché i genitori e i sanitari non
sapevano chi assumesse l’uovo o una sostanza inerte.
A un anno di età la percentuale di bambini allergici
all’uovo è risultata significativamente più bassa (8%) tra quelli che avevano
introdotto preco- cemente l’uovo rispetto a quelli che avevano ricevuto il
placebo (38%) (9% vs 43% nel caso dei bambini che all’ingresso dello studio
erano risultati già sensibilizzati). Da segnalare 6 bambini nel gruppo a cui è stato somministrato l’uovo hanno
avuto un accesso all’ospedale .
Nessuno dei bambini comunque ha avuto reazioni allergiche
gravi.
In un commento della Rivista “Medico e Bambino” si scrive: “Sembra
lontanissimo, anzi sembra impossibile che ci sia mai stato, il tempo in cui si
predicava e si praticava la prevenzione dell’allergia alimentare ritardando
l’introduzione dei singoli alimenti. Dei catastrofici effetti di questa pratica
abbiamo ora evidenze epidemiologiche (la maggiore prevalenza di allergie e
l’impennata dei casi di episodi di anafilassi grave dove questa pratica è stata
messa in atto), mentre, d’altro canto, si vanno accumulando le evidenze sperimentali
che ci inducono a pensare che si debba fare proprio il con- trario: che cioè,
per prevenire l’allergia, convenga introdurre da subito, già nei primi mesi di
vita, gli allergeni alimentari più diffusi soprattutto nel bambino a rischio”.
Ma chiedete al vostro pediatra
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