giovedì 2 marzo 2017

Quando svezzare e quando introdurre l’uovo nella alimentazione dei bambini?

Quando svezzare e quando introdurre l’uovo nella alimentazione dei bambini?  PRESTO!!
Anni fa si consigliava di ritardare l’introduzione dell’uovo e di vari alimenti nella alimentazione dei bambini per il timore discatenare allergie. Vari dati indicano che questa pratica può, anzi, creare una maggior sensibilizzazione e un aumento della possibilità di allergie (vedi commento in fondo).
Vale comunque sempre la regola di sentire il proprio pediatra e di valutare, insieme, il rischio famigliare di allergia o una tolleranza
Da anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità e varie associazioni mediche tra cui l’ESPGHAN (Soc. di gastroenterologia pediatrica) indicano di iniziare lo svezzamento precocemente (tra la 17 e 24 settimana di vita , più tardi se alimentazione materna: http://www.acp.it/wp-content/uploads/Quaderni-acp-2014_211_27-30.pdf) e l’introduzione precoce dell’uovo tra il 4 e il 7 mese si è associata a minore allergia rispetto ad una introtuzione tardiva.
L’indicazione è rafforzata da  uno studio recentissimo ( (Natsume O, et al. Lancet2017;389 (10066):276-86), che consiglia, in soggetti a rischio di allergia, di introdurre l’uovo dai  5-6 mesi, con dosi molto molto basse da aumentare nel tempo.
Nell’editoriale a commento della Rivista si pone l’accento su come questa introduzione precoce e graduale rappresenti un punto fondamentale per la prevenzione dell’allergia alimentare.
Lo studio, randomizzato,  ha preso in considerazione 147 lattanti i a rischio di allergia e divisi in due gruppi: in uno, di 73 soggetti, è stato introdotto precocemente l’uovo e nell’altro (74 soggetti) è stato dato un placebo (lo studio è definito in “cieco” perché i genitori e i sanitari non sapevano chi assumesse l’uovo o una sostanza inerte.
A un anno di età la percentuale di bambini allergici all’uovo è risultata significativamente più bassa (8%) tra quelli che avevano introdotto preco- cemente l’uovo rispetto a quelli che avevano ricevuto il placebo (38%) (9% vs 43% nel caso dei bambini che all’ingresso dello studio erano risultati già sensibilizzati). Da segnalare 6 bambini  nel gruppo a cui è stato somministrato l’uovo hanno avuto un accesso all’ospedale .  
Nessuno dei bambini comunque ha avuto reazioni allergiche gravi.

In un commento della Rivista “Medico e Bambino” si scrive: “Sembra lontanissimo, anzi sembra impossibile che ci sia mai stato, il tempo in cui si predicava e si praticava la prevenzione dell’allergia alimentare ritardando l’introduzione dei singoli alimenti. Dei catastrofici effetti di questa pratica abbiamo ora evidenze epidemiologiche (la maggiore prevalenza di allergie e l’impennata dei casi di episodi di anafilassi grave dove questa pratica è stata messa in atto), mentre, d’altro canto, si vanno accumulando le evidenze sperimentali che ci inducono a pensare che si debba fare proprio il con- trario: che cioè, per prevenire l’allergia, convenga introdurre da subito, già nei primi mesi di vita, gli allergeni alimentari più diffusi soprattutto nel bambino a rischio”. Ma chiedete al vostro pediatra


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