sabato 15 aprile 2017

FARE IL BAGNO DOPO MANGIATO SI PUO’??

FARE IL BAGNO DOPO MANGIATO SI PUO’??
Estate, finalmente, si spera nel tempo bello e di andare al mare, di fare finalmente il bagno.. Sulle spiagge si sentirà il solito ritornello che , almeno  a me , aveva rovinato nell’infanzia, oltre 50 anni fa, le vacanze al mare: "Non fare il bagno dopo mangiato. Devi aspettare 3 ore” (i più buoni 2 ore).  Attesa sotto i raggi infuocati, rischiando un colpo di calore, ad aspettare in uno stato di malessere. Ma perché non mi portano in campagna si chiede il bambino?  
Fare il bagno dopo ore dal pasto …ma è Vero o si tratta di una bufala?

Ricordate comunque che:
-       L’ANNEGAMENTO è LA SECONDA CAUSA DI MORTE, IN ETA’ PEDIATRICA, DA INCIDENTI (DOPO GLI INCIDENTI DA TRAFFICO). E' la prima causa tra 1 e 4 anni  e appare molto limitativo preoccuparci per la digestione. E Può avvenire per i bambini anche in poca acqua, in una piscinettta , in un ruscello ecc.
-       I soggetti che sono predisposti ad avere svenimenti debbono stare attenti in quanto una perdita di coscienza in mare può avere conseguenze drammatiche a adottare alcune precauzione che il loro medico consiglierà.
Se cercate su Internet trovate ovviamente tutto e il contrario di tutto ma in realtà non esiste documentazione scientifica che prescriva di aspettare prima di fare il bagno. 


OVVIAMENTE SI DOVREBBE USARE IL BUON SENSO E NON USARE FORMULE ASSOLUTE: Se avete mangiato come un bufalo affamato non bastano neanche 3 ore (il tonno ad esempio richiede 360 minuti, 6 ore, ad essere digerito, così come alimenti grassi). Se la temperatura dell’acqua è fredda non ci si tuffa accaldati, (sindrome da idrocuzione).
-       “Ci sono degli accorgimenti che si possono prendere per prevenire”? "Non bisogna naturalmente abbuffarsi, quindi il primo suggerimento che posso dare è di evitare pranzi pantagruelici prima di fare degli sforzi, di qualsiasi tipo o attività fisica intensa così come una nuotata fatta in modo energico. Gli adulti, inoltre, non devono assumere sostanze alcoliche.
-       La cosa più importante è che l'immersione in acqua sia graduale. Bisogna entrare lentamente in acqua  bagnandosi il viso con l’acqua nella quale ci si immerge, il torace, l’addome quando ancora l’acqua e’ bassa, in modo da poter tornare a riva immediatamente qualora si avvertisse un malessere;
-       Bisogna evitare i tuffi da accaldati, non tanto per il rischio di congestione ma più per quello di sincope.
-       Quali possono essere le conseguenze di un'immersione troppo rapida, che può avvenire anche a digiuno?"Ci può essere uno shock termico che può generare crisi vagali con conseguente svenimento in acqua".
RICORDO CHE L’ANNEGAMENTO è LA SECONDA CAUSA DI MORTE, IN ETA’ PEDIATRICA, DA INCIDENTI (DOPO GLI INCIDENTI DA TRAFFICO)  e appare molto limitativo preoccuparci per la digestione. Le cause principali di morte in acqua sono le seguenti:
1. La presenza di una piscina privata in una casa dove ci sono bambini fra 1 a 4 anni.

2. Non aver imparato a nuotare

3. La mancanza di barriere che impediscano ai bambini di accedere alla piscina

4. La mancanza di supervisione costante sui bambini
5. Per i ragazzi al di sopra dei 15 anni, invece, l’annegamento è più probabile in acque di fiume, mare o lago, a causa di comportamenti incauti (fare il bagno in condizioni climatiche avverse (coll’acqua agitata ec.), andare troppo al largo e stancarsi eccessivamente nuotando ecc.)

6. Il mancato uso di giubbotti di salvataggio sulle imbarcazioni 

7. L’uso di alcol. A questo proposito, i ragazzi italiani cominciano ad essere sempre più consumatori problematici di questa sostanza! 

8. La presenza di epilessia o disturbi neurologici analoghi.
Torniamo alla cosìdetta congestione.  Quanto tempo ci vuole per digerire? Tempo fa, uno studio condotto alla New York University School of Medicine (Usa) provò a smentire la convinzione secondo cui bisogna far passare diverse ore prima del bagno dopo mangiato. Secondo i ricercatori americani, nuotare subito dopo mangiato non aumenta il rischio di annegamento, a meno che non ci siano di mezzo delle bevande alcoliche.
Come regolarsi se nonostante tutto avete dei dubbi o siete assaliti da paure?
Prima di tutto evitate di stare al mare dopo mangiato oppure usate cautela : evitate pasti copiosi o ricchi di grassi, sughi e vino che richiedono anche varie ore di digestione. Se mangiate uno snack leggero, un frutto  o un panino le supposte ridistribuzioni del volume sanguigno non richiedono particolari cautele.
Ricordo comunque che nella letteratura internazionale non vi è supporto scientifico a questa tesi, né linee guida ufficiali che impongano un tempo definito tra pasto e abluzione.
Una delle ragioni riferite dalla “vox populi” a giustificazione del ritardare il bagno dopo il pasto, farebbe riferimento al dirottamento dell’afflusso sanguigno verso l’intestino in digestione, a discapito del muscolo impegnato nel nuoto, con conseguente affaticamento e crampi. Di fatto il nostro apparato cardiovascolare è perfettamente in grado di fare fronte alle due necessità contemporaneamente. È evidente che poi a fare la differenza è il tipo di attività fisica che ci disponiamo ad attuare.
La seconda motivazione addotta è quella della cosiddetta congestione, ovvero un blocco intestinale legato al cambiamento repentino di temperatura entrando in acqua, che può abbinarsi o meno al riflesso vagale causato dallo shock termico che porta fino alla perdita di coscienza. Anche in questo caso, non è tanto la distanza dal pasto, quanto il tipo di pasto, la temperatura dell’acqua rispetto a quella esterna e la rapidità d’immersione che contano. A questo scopo, probabilmente, l’indicazione più giusta è di non fare pasti troppo ricchi in grassi e proteine (che necessitano una digestione lunga e laboriosa), ma preferire carboidrati, come un piatto di pasta semplice o un bel panino con i pomodori.
Fate attenzione a:
-       non perdere mai di vista i bambini quando sono in acqua, specialmente se non hanno ancora una buona acquaticità e sono sotto i 4-5 anni anni
-       far bagnare i piccoli gradualmente, in particolare modo nel caso di acqua fredda
A questo idirizzo l’epidemiologia degli annegamenti in Italia: http://www.iss.it/binary/baaq/cont/Giustini.pdf






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