COME CREARE UNA PATOLOGIA A UN BAMBINO (EFFETTO PIGMALIONE ) OVVERO “LA PROFEZIA CHE SI REALIZZA” (Da Nardone e collaboratori:
“Aiutare i genitori ad aiutare i figli”)
Cari genitori
Ho già fatto un articolo allertandovi sui rischi di visite e
screening, spesso offerti gratuitamente
(https://ferrandoalberto.blogspot.fr/2017/05/caccia-al-bambino-sano-ci-risiamo.html)
non concordati con il pediatra curante. I danni che possono derivare da una etichetta,
o anche da un dubbio di patologia (viene definito “etichettamento patologivo” )possono
avere conseguenze devastanti sulla sviluppo e sul concetto di se del bambino e
sull’equilibri della famiglia.
Quando un bambino viene etichettato con un disturbo come “non
si concentra” , “è distratto”, “vive nel suo modno” ecc. chi è a contatto con lui modifica il proprio
atteggiamento, a partire dai genitori. “Effetto Pigmalione” (vedi dopo).
E a volte le profezie prendono vita e si realizzano.
Dal libro di Nardone: “Etichette
patologizzanti: bambini «disturbati», bambini «incapaci», bambini «indifesi». La prima delle «realtà terribili» è quella dei
bambini inizialmente etichettati come «impossibili», «pestiferi», «iperattivi».
Sono bambini molto difficili da gestire perché presentano un mix di comportamenti
disturbanti e dirompenti sia a casa con i genitori che a scuola con insegnanti
e coetanei. In genere la carriera di un
bambino identificato come un «Pierino la peste» segue un percorso tipico.
Intorno ai cinque o sei anni, all’inizio della scuola primaria, iniziano le
prime difficoltà di genitori e insegnanti nel «contenere» il comportamento del
bambino. I comportamenti problematici possono variare da un’estrema
irrequietezza, agitazione psicomotoria, estrema vivacità, impedendo al bambino
di seguire le lezioni secondo i ritmi dettati dalle maestre, sino a
manifestazioni di aperta «ostilità», atteggiamenti provocatori e oppositivi,
vere e proprie aggressioni verbali e non nei confronti degli adulti, o più
tipicamente dei coetanei. A complicare
questa varietà di comportamenti problematici si aggiungono spesso condotte
stereotipate, azioni ripetitive – in tutto e per tutto simili ai rituali
ossessivo-compulsivi degli adulti – ma anche espressioni opposte: silenzi
ostinati, apparenti «isolamenti» nel proprio mondo interiore fatto di fantasie
e giochi incomprensibili all’adulto”. Questi comportamenti mettono a dura prova i
genitori che mettono in atto provvedimenti che possono peggiorare la
situazione:
-
Punizioni,
-
Consulenze «diagnostiche» e specialistiche rivolgendosi a
medici, specialisti, neuropsichiatri, psicologi, psicoterapeuti, medicine
alternative, logopedisti, osteopati per citarne solo alcuni.
Le diagnosi più frequenti sono:
a) disturbo oppositivo-provocatorio;
b) disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività;
c) varianti di ritardo mentale, come l’autismo e la sindrome
di Asperger, o un disturbo di personalità, in genere dello spettro ossessivo-compulsivo
o d’evitamento.
Nardone sostiene una di queste diagnosi, anche se
correttamente formulata, non dà alcuna garanzia di soluzione. Anzi, per certi
versi è vero il contrario. Infatti, quando una diagnosi non è seguita
parallelamente da un intervento terapeutico efficace, in genere ha effetti
patogeni.
Chi ha una “etichetta” , una diagnosi sviluppa percezioni e comportamenti consoni con
ciò che ci si aspetta da lui (La profezia che si avvera).
Formulata la diagnosi e creato il caso il comportamento del
bambino viene sempre più rinforzato dagli atteggiamenti di genitori, degli insegnanti,
dei parenti.
Il bambino vivace diventa così un bambino con disturbo
oppositivo-provocatorio,
Il bambino vivace e distratto rischia la diagnosi di ADHD
il bambino distratto si trasforma in un deficit attentivo.
Il disturbatore viene infine trasformato in un bambino
«disturbato».
Il bambino con una etichetta (diagnosi) porta ad un circolo
vizioso di peggioramento (effetto Pigmalione al contrario): non si stimola il
bambino che “entra nella parte”.
Che fare direte?
Parlare con il proprio pediatra che valuterà cosa fare e a quale
specialista, con cui resterà in contatto, affidarsi. Da evitare approcci
specialisti non coordinati dal pediatra curante. Il rischio? Un approccio
parziale, una etichettizzazione con le conseguenze appena descritte.
E attenti a esami non concordati e offerti (vedi: https://ferrandoalberto.blogspot.fr/2017/05/caccia-al-bambino-sano-ci-risiamo.html)
Robert Rosenthal alla fine degli anni Sessanta in una scuola
americana fece un esperimento (che fu chiamato «effetto Pigmalione» dimostrando
come potesse influenzare, in meglio, il
rendimento scolastico di un bambino. Comunicò agli insegnanti dicendo che aveva identificato
dei bambini che avevano un quoziente di intelligenza superiore. Alla fine
dell’anno scolastico quei bambini avevano il rendimento scolastico. Però…..: i
bambini segnalati, e che avevano dato i risultati migliori erano stati scelti a
caso, e non sulla base dei risultati al
test. Era dunque stata l’aspettativa indotta negli insegnanti di avere a che
fare con bambini particolarmente intelligenti a determinare il miglioramento
nel rendimento scolastico.
Il “Fenomeno Pigmalione” funziona in questo modo:
1) l’insegnante costruisce la credenza di avere a che fare
con un bambino intelligente;
2) in accordo con la sua aspettativa, inizia a modificare,
incosapevolmente, la sua interazione nei confronti del bambino
3) i cambiamenti di atteggiamento riguardano la maggiore
frequenza con cui si rivolge al bambino, i maggiori stimoli d’interazione che
gli offre (ad esempio dandogli maggiori opportunità di porre domande),
sollecitandolo e coinvolgendolo attivamente durante le lezioni;
4) se protratto a lungo, gli effetti di questo «trattamento
differenziale» si traducono nel bambino in una performance scolastica migliore
rispetto ai coetanei.
Si tratta del fenomeno più generale della «profezia che si
autorealizza» (: le aspettative del genitore (o dell’insegnante) prendono forma
lentamente nei comportamenti costruendo una realtà che in precedenza era solo
immaginata.
Tratto da Nardone, Giorgio. Aiutare i genitori ad aiutare i figli
(Ponte alle Grazie Terapia in tempi brevi) (Italian Edition)
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