In base al Piano Sanitario sembra si debbano riorganizzare i consultori. Notizie sono apparse a stampa nei giorni scorsi. Qui la posizione dei pediatri della "Associazione Pediatri della Liguria" (APEL) condivisa dalla Società italiana di Pediatria (SIP, sezione Liguria) e dall'Osservatorio Regionale UNICEF. Una sintesi? Eccola: NON TOGLIETE ALTRI SERVIZI AI BAMBINI E ALLE FAMIGLIE MA FATE FUNZIONARE AL MEGLIO QUELLO CHE C'E'.
Troppe famiglie si debbono rivolgere al privato per carenze di personale e di strutture pubbliche e la tendenza alla privatizzazione con convenzione presenta rischi (di tracollo del sistema pubblico).
APEL (ASSOCIAZIONE PEDIATRI LIGURI)
Documento Condiviso con:
Osservatorio Unicef Liguria
“Società
Italiana di Pediatria -sez Liguria. Presidente dott. Giorgio Conforti”
OGGETTO: Riorganizzazione dei Consultori
La notizia di
una riorganizzazione dei consultori desta nella comunità pediatrica ligure particolare
preoccupazione in quanto calata dall’alto senza essere stata preventivamente concordata
con la pediatria e, soprattutto, con i pediatri di libera scelta che hanno la responsabilità
diretta della salute dei bambini, molti di quali hanno bisogno, oltre che del pediatra curante,
di servizi che possano prendere precocemente in carico le varie problematiche
di salute, non solo sanitarie ma sociosanitarie, purtroppo sempre più frequenti.
Allo stato
attuale ci spiace constatare che il tavolo pediatrico regionale non è stato convocato
da oltre 1 anno e non si hanno neppure notizie dei
documenti elaborati dalla pediatria, su richiesta dell’Assessorato, per
il “libro bianco” della sanità.
Ora, nel
silenzio generale, la volontà dell’assessorato di riorganizzare i consultori è
piuttosto allarmante perché, anche se fosse dettata da misure di bilancio volte
al contenimento della spesa sanitaria, non sono condivisibili, poichè manca una visione di insieme che metta al centro i
bisogni di salute dei bambini e delle famiglie, prevedendo un coordinamento di
tutta l’area pediatrica.
La Medicina
sta subendo, come la società, profondi cambiamenti. Con il passaggio dalla
“Sanità” (curare) al concetto di salute globalmente intesa (prendersi cura) i
campi di intervento della pediatria si sono notevolmente estesi alle
problematiche di tipo sociale e relazionale.
Il pediatra,
figura nata per “curare” le malattie, ha assunto il ruolo di “avvocato
difensore” (o paladino secondo l’UNICEF) del bambino e delle famiglie e si
trova sempre più a contatto con patologie legate a disagio, a difficoltà
relazionali che portano, in assenza di interventi preventivi e intercettivi
precoci, ad un aumento delle patologie psichiatriche presenti, già ora, negli USA, nel 23% dei
bambini che afferiscono ai sistemi sanitari (ma in Italia i dati sono
sovrapponibili).
A fronte di
questo e dell’aumento della patologia psichiatrica, del disagio psico
relazionale, dei disturbi e difficoltà dell’apprendimento
e dei bambini affetti da malattie croniche, si assiste con preoccupazione a una
riduzione delle risorse per l’area pediatrica, a tutti i livelli.
- A livello ospedaliero, con riduzione dei
posti letto associata a riduzione del personale e a scarsa/nulla motivazione o
sistemi premianti per merito.
- A livello di medicina scolastica, con
riduzione del personale a fronte di un aumento delle possibilità di intervento.
- A
livello di pediatria di famiglia, con una pesante burocratizzazione e blocco da
parte della Agenzia Regionale dei progetti in corso: un esempio su tutti la
Manovra antisoffocamento !!!!
L’aumento del
disagio e dei disturbi relazionali che possono portare ad un aumento di patologie
psichiatriche, l’aumento dell’obesità, dei disturbi legati a “sostanze”, alcol,
fumo e a Internet richiedono interventi precoci di “genitorialità” nei primi
1000 giorni di vita (evidenza bibliografica) e una stretta collaborazione tra
servizi prenascita, neonatologie, pediatri di famiglia, pediatri dei
consultori, servizi dei consultori (vedi pedagogia, psicologia,
neuropsichiatria, logopedia ecc.) e colleghi ospedalieri.
Se non si
applicano interventi precoci sul territorio (anche per ridurre i cosìdetti
accessi impropri ai PS che tratteremo a parte) si rischia un aumento di
richieste di assistenza nei servizi ospedalieri che già operano al limite delle
loro possibilità, oltre all’aumento di famiglie che si rivolgono al privato
convenzionato o al privato puro (il “problema” del privato convenzionato merita
altre considerazioni che verrannoi discusse in altra sede).
Soprattutto la
patologia neuropsichiatrica in pediatria, in età adolescenziale, è orfana di
assistenza e rischia di essere demandata a servizi degli adulti non adatti
all’età pediatrica o ai privati (non come scelta ma per mancanza di servizi
pubblici facilmente accessibili).
Si sottolinea,
inoltre, che il percorso assistenziale
diagnostico e terapeutico che richiede consulenze specialistiche
(neuropsichiatria, psicologia, pedagogia, logopedia, foniatria, fisiatria ecc.),
così come quello del passaggio del bambino dal pediatra al medico di medicina
generale, sia per il bambino sano sia per il bambino affetto da patologia
ricorrente o cronica, deve essere gestito dal medico curante e non dallo
specialista neuropsichiatra.
Non solo: per
quanto riguarda le patologie rilevabili in comunità serve un servizio in
comunità: un pediatra che ascolta i rilievi e le osservazioni di educatori,
maestri e professori e fa da tramite tra costoro le famiglie e i
pediatri/medici curanti.
Questo
ruolo spetta alla pediatria consultoriale che va messa in rete con i pediatri
curanti e con le altre professionalità che operano nei consultori. In
questi anni la pediatria consultoriale ha visto una riduzione dell’organico per
cui si deve provvedere a una riorganizzazione ma non al ribasso.
Il numero dei
pediatri dei servizi consultoriali deve essere aumentato e non ridotto o
mandato in esaurimento per pensionamento senza sostituzione. I consultori rappresentano un approccio di
salute pubblica ai problemi dell'infanzia, come contesto metodologico, ed il
riferimento privilegiato alle comunità (residenti, educative, ecc.) come
contesto operativo. Il loro ruolo di
informazione e educazione sanitaria rivolte non solo ai singoli ma anche alle
comunità sono indispensabili per intervenire in situazioni di prevenzione, di
educazione sanitaria oltre a rappresentare la porta di accesso ai vari servizi
consultoriali per il bambino con “problemi” segnalati dal pediatra curante o dagli
educatori, maestre e professori come i disturbi
e disabilità dell'apprendimento e altre situazioni in aumento (dalla dislessia
all'autismo ecc.).
Lavorando in
sinergia con il pediatra di famiglia, che opera sul singolo bambino e sulla
famiglia, il pediatra di comunità ha ben presente le necessità della comunità
dei bambini ed è quindi particolarmente attento agli aspetti epidemiologici e
organizzativi degli interventi preventivi, ed ha (o dovrebbe avere, se
supportato ) gli strumenti per essere parte attiva nell'elaborazione,
attuazione e verifica di progetti di
genitorialità, di sostegno all'infanzia, di rilevazione precoce, ascoltando quanto
osservato nelle comunità e coordinandosi con il pediatra curante.
Non solo:
abbiamo bambini non in regola (immigrati a cui la nostra Regione, nonostante
una legge, non assegna il pediatra di famiglia), abbiamo necessità di ambienti
"protetti” per lattanti e adolescenti
per problemi di informazione vaccinale, abuso e maltrattamenti, prevenzione e
rilevazione precoce di ogni forma di disagio (dal bullismo ai fenomeni legati a
uso di alcol, fumo e sostanze e fenomeni di abbandono scolastico sempre più frequnte
fra i giovani che culmina nel cosiddetto "fenomeno Hikikomori).
Le
vaccinazioni? Uno dei tanti compiti gestito
da 1 anno in poi da Igiene ma che, per le famiglie “fragili” o esitanti o per i
prematuri o affetti da patologie croniche, rappresenta un aiuto alla famiglia e
rappresenta una continuità dell’assistenza.
Le
problematiche sono tante e in costante aumento per cui, se l’Assessore è d’accordo,
i Pediatri sono disponibili ad un incontro affinchè congiutamente si possa gestire
al meglio l’”area pediatrica”.
Genova 3 Marzo 2018
Dott. Alberto
Ferrando
Presidente
Ass. Pediatri Extraospoedalieri della Liguria
Consigliere Ass. Culturale di Pediatria (ACP) www.acp.it
Coordinatore Garanti dell0Infanzia e della Adolescenza UNICEF
aferrand@fastwebnet.it . tel +393388687583
APEL (ASSOCIAZIONE PEDIATRI LIGURI) c/o Corso A. Gastaldi 1 Genova
www.apel-pediatri.org-
tel 0103776324 – direttivo@apel-pediatri.org
Cod. Fisc 95055320105 – P.IVA 03765430107
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