DOTTORE MIO FIGLIO DI OLTRE 2 ANNI VUOLE ANCORA ATTACCARSI AL SENO: vedo che ne ha proprio bisogno. A me fa piacere ma tutti mi riprendono e dicono di smetterla. Che danneggio mio figlio, che non gli permetto di cerscere.Lei cosa mi consiglia?
Cara mamma sull’allattamento al seno ne vedo, purtroppo, di tutti i colori.
Sintetizzo cosa le consiglio: di fare quello che le dice il cuore e di non ascoltare chI spara consigli senza essere richiesto. Ne parli con suo marito e ne parli con il suo pediatra perché quello che si vuole è il bene del bambino e ogni bambino è diverso. A questa età è meglio aspettare che sia il bambino pian piano a staccarsi dal seno senza fare nulla di traumatizzante per lui e per tutti).
Per fortuna negli ultimi anni non si incentiva più l’alimentazione artificiale e si illustrano, a volte anche in modo eccessivo, i benefici dell’allattamento al seno. Perchè in modo eccessivo? Perché nelle situazioni in cui la mamma, per vari motivi non può allattare, viene ripresa e fatta sentire in colpa. Questo non deve avvenire perché nella maggior parte dei casi una mamma che non riesce ad allattare ha già, di per sé, dei sensi di colpa anche se il mancato allattamento non dipende da lei. Bisognerebbe che le persone che abbiamo intorno la smettessero di giudicare e di sparare sentenze e rispettassero di più la mamma che , dopo la gravidanza, potrebbe attraversare dei momenti di maggior debolezza e vulnerabilità. I soliti pontificatori poi, se una mamma allatta oltre al 6 mese, la criticano e spesso la si invita a smettere di allattare. Figuriamoci dopo l’età di 1 anno: molti si scatenano. Anche qui mancanza di rispetto degli altri e tendenza alla critica e al giudizio. E nelle età sucessive???
L'allattamento prolungato non presenta nessuna controindicazione e svolge una funzione importante nella relazione madre-figlio, come viene ben scritto nella Rivista UPPA (Un Pediatra per amico)
Per quanto tempo va allattato al seno un bambino? L’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce che i bambini vengano allattati esclusivamente al seno per i primi sei mesi e che poi l’allattamento materno prosegua, integrato con cibi solidi, almeno fino ai due anni, e comunque finché mamma e bambino lo desiderano.
Dunque le risposte che cerchiamo risiedono proprio nella formula “finché mamma e bambino lo desiderano”:
Il latte materno conserva le sue proprietà anche dopo il primo anno di vita del bambino: scarica l'infografica di UPPA che lo dimostra Scarica il PDF
“I bambini messi nelle condizioni di avere a disposizione il seno quando lo desiderano (come si era soliti comportarsi anche in occidente fino a meno di un secolo fa) tendono ad abbandonare il seno spontaneamente intorno ai tre anni. Questa tappa evolutiva però, così come il parlare o il camminare, non è raggiunta nello stesso momento da tutti i bambini; il bimbo posto nella condizione di svezzarsi naturalmente dal seno può staccarsi prima o dopo, con una media intorno ai tre anni ma una variabilità molto ampia che può andare dall’anno ai quattro, cinque in rari casi. C’è chi ha correlato lo svezzamento naturale dal seno con la completa maturazione del sistema nervoso centrale, che avviene appunto intorno ai tre anni
Con l’avvento dell’alimentazione industriale è completamente cambiato il nostro modo di valutare l’allattamento. Avendo a disposizione un degno sostituto, le mamme consigliate dagli operatori sanitari hanno iniziato a decidere se allattare al seno e fino a quando farlo e non sono più stati i bambini a smettere spontaneamente di succhiare dal seno quando fossero stati pronti. Quindi oggi troviamo le mamme divise in partiti (così come ci dimostra l’articolo del Time): pro o contro l’allattamento, insieme alle fazioni moderate del “si, ma non troppo” e alle frange estreme del “fino alla maggiore età”.
Vantaggi dell’allattamento prolungato
- riduce il rischio di patologie nella mamma come l’osteoporosi, il tumore al seno e all’ovaio e il livello di questa protezione è proporzionale alla durata complessiva degli allattamenti di quella donna.
- Per quanto riguarda il bambino, è sempre stato noto come il latte materno oltre a proteggere dalle infezioni, riduce il rischio di insorgenza di patologie immunomediate come la celiachia, il diabete, la sclerosi multipla, le allergie (anche se questo punto è ancora dibattuto).
In una cultura in cui l’accesso alle cure è garantito e facilitato, non sempre il rischio di malattia è però un buon argomento per convincere il partito degli scettici. Quante volte le mamme che allattano a lungo si sentono dire «il tuo latte è acqua», «così non si staccherà mai» oppure «allatti ancora?». In realtà l’apporto nutrizionale del latte materno anche nel bambino più grande continua ad essere importante, si stima che due o tre poppate dopo il primo anno di vita forniscano al bambino 1/3 delle calorie quotidiane.
Oltre ai vantaggi dal punto di vista strettamente medico, non dobbiamo dimenticare quelli di tipo emotivo e relazionale: il bimbo che ha bisogno di succhiare e di star vicino alla mamma si staccherà quando sarà pronto a farlo, portando con sé un bagaglio di esperienza e sicurezza impagabile. Con questo non voglio affermare che tutte le mamme, nel nostro paese e nella nostra epoca, con le difficoltà legate al lavoro, alla delega dell’accudimento e ai messaggi contrastanti di media ed operatori, debbano allattare i bambini fino a tre anni: per noi pediatri è già un enorme successo quando un bambino viene allattato esclusivamente fino a sei mesi e poi continua ad assumere latte materno fino all’anno.
È giusto che tutti i genitori abbiamo la possibilità di fare delle scelte consapevoli riguardo all’alimentazione dei loro piccoli e, una volta adeguatamente informati e supportati, intraprendano autonomamente il proprio cammino: ribadisco la raccomandazione dell’OMS che recita «finché mamma e bambino lo desiderano». Se l’equilibrio si spezza, se la madre veramente non lo desidera più, si cercano strategie per interrompere l’allattamento nel modo meno traumatico possibile.
I falsi miti
Innanzitutto l’allattamento prolungato non danneggia il bambino, anzi, come abbiamo detto, apporta numerosi guadagni di salute sia per il piccolo sia per la mamma. Inoltre il bambino allattato a lungo non sarà un mammone per sempre anzi, quando sarà pronto a staccarsi, avrà un bagaglio importante di sicurezza e autonomia. Il latte materno non perde sostanza con il passare dei mesi e degli anni, ma continua ad essere un importante apporto di liquidi e nutrienti. Non esiste un’età precisa in cui i bambini devono abbandonare il seno, lo fanno quando sono pronti o quando la mamma deciderà che è il momento, e lo fanno tutti. L’allattamento prolungato non deve essere necessariamente un allattamento “selvaggio”, si può allattare discretamente anche un bambino grande.
Che conforto leggere questo articolo, da mamma che allatta a richiesta un bimbo di due anni e mezzo, con continui rimproveri di tutta la famiglia, che inneggiano alle mamme che non allattano o che hanno smesso presto, praticamente anziché un merito per loro è una colpa, con le frasi "sei l'unica che allatta ancora", ed io rispondo "meno male! ne sono orgogliosa!". Ma quante mamme più fragili ed insicure vengono turbate da atteggiamenti familiari simili, e queste mamme e i loro bimbi chi li aiuta? Siamo una società alla rovescia, dove il buono diventa cattivo?
RispondiElimina