LA SCOMPARSA DEL MEDICO. SERVONO DAVVERO PIÙ SPECIALISTI??
Da tempo si parla dell’”imbuto” per cui non tutti i laureati in medicina riescono ad entrare in specialità e così avranno poche possibilità di lavorare!!!
Partono proposte di “allineare il numero delle lauree a quello dei posti nelle Scuole di specialità” ma, e so che vado controcorrente, è la soluzione giusta?
Non è che stiamo seguendo il mercato e l’autoprescrizione da parte delle persone?
Non passa giorno che non mi venga richiesto il nominativo di uno specialista da parte di persone di cui seguo i figli a causa di qualche disturbo. Solo oggi mi hanno richiesto un gastroenterologo per mal di stomaco, un bravo neurologo per il mal di testa.
La mia risposta è sempre la stessa: si rivolga il “suo” medico curante perché lo specialista sa tanto della sua specialità ma spesso non ha la visione di insieme. Un mal di stomaco, un mal di testa possono essere espressione di problemi che partono da lontano (ansia, disagio, stress, stile di vita ecc.) e l’approccio del medico, almeno come avevamo una volta, deve essere “olistico” sulla persona e non sul sintomo.
Abbiamo bisogno di tanti bravi medici generalisti, secondo me, e non di tanti specialisti che servono se coordinati dal medico attento alla “care” della persona (prendersi cura). Altrimenti aumenteranno le visite, gli approcci ai singoli organi mentre servono, e tanto, dei medici “curanti” e che abbiano cura delle persone e che non debbono per forza essere specialisti in qualcosa.
Riflettiamo poi sulla laurea di medicina: 6 anni + 6-12 mesi per l’esame di Stato: Non sono sufficienti per formare dei bravi medici pronti ad entrare subito nel mondo del lavoro?
So che molti di voi diranno che il medico ha tante cose da fare, tanta burocrazia, tanti pazienti e altro. Cambiamo allora queste cose. Riduciamo la burocrazia che sta togliendo tempo al “tempo di cura” per compilare scartoffie e report ecc. E prepariamo un Corso di laurea adeguato ai temoi e alle necessità attuali delle persone. Con particolare attenzione alla prevenzione e alla comunicazione.
Quando uno ha qualche disturbo cosa c’è di meglio di parlare con il medico che ti conosce da tanti anni e che può capire l’origine del disturbo e poi, e se è il caso, inviare anche dallo specialista o da più specialisti ma coordinando gli esami prescritti e le varie terapie prescritte. Terapie che possono causare dei problemi se assunte insieme ad altre prescritte da altri specialisti.
Avere tanti posti di specialità determinerebbe la fine del medico che cura la persona e l’apoteosi di una medicina centrata sulla malattia, sui singoli organi ed apparati. E non faremmo un buon servizio alla medicina e soprattutto alle persone.
Firmato:
Pediatra generalista
Da tempo si parla dell’”imbuto” per cui non tutti i laureati in medicina riescono ad entrare in specialità e così avranno poche possibilità di lavorare!!!
Partono proposte di “allineare il numero delle lauree a quello dei posti nelle Scuole di specialità” ma, e so che vado controcorrente, è la soluzione giusta?
Non è che stiamo seguendo il mercato e l’autoprescrizione da parte delle persone?
Non passa giorno che non mi venga richiesto il nominativo di uno specialista da parte di persone di cui seguo i figli a causa di qualche disturbo. Solo oggi mi hanno richiesto un gastroenterologo per mal di stomaco, un bravo neurologo per il mal di testa.
La mia risposta è sempre la stessa: si rivolga il “suo” medico curante perché lo specialista sa tanto della sua specialità ma spesso non ha la visione di insieme. Un mal di stomaco, un mal di testa possono essere espressione di problemi che partono da lontano (ansia, disagio, stress, stile di vita ecc.) e l’approccio del medico, almeno come avevamo una volta, deve essere “olistico” sulla persona e non sul sintomo.
Abbiamo bisogno di tanti bravi medici generalisti, secondo me, e non di tanti specialisti che servono se coordinati dal medico attento alla “care” della persona (prendersi cura). Altrimenti aumenteranno le visite, gli approcci ai singoli organi mentre servono, e tanto, dei medici “curanti” e che abbiano cura delle persone e che non debbono per forza essere specialisti in qualcosa.
Riflettiamo poi sulla laurea di medicina: 6 anni + 6-12 mesi per l’esame di Stato: Non sono sufficienti per formare dei bravi medici pronti ad entrare subito nel mondo del lavoro?
So che molti di voi diranno che il medico ha tante cose da fare, tanta burocrazia, tanti pazienti e altro. Cambiamo allora queste cose. Riduciamo la burocrazia che sta togliendo tempo al “tempo di cura” per compilare scartoffie e report ecc. E prepariamo un Corso di laurea adeguato ai temoi e alle necessità attuali delle persone. Con particolare attenzione alla prevenzione e alla comunicazione.
Quando uno ha qualche disturbo cosa c’è di meglio di parlare con il medico che ti conosce da tanti anni e che può capire l’origine del disturbo e poi, e se è il caso, inviare anche dallo specialista o da più specialisti ma coordinando gli esami prescritti e le varie terapie prescritte. Terapie che possono causare dei problemi se assunte insieme ad altre prescritte da altri specialisti.
Avere tanti posti di specialità determinerebbe la fine del medico che cura la persona e l’apoteosi di una medicina centrata sulla malattia, sui singoli organi ed apparati. E non faremmo un buon servizio alla medicina e soprattutto alle persone.
Firmato:
Pediatra generalista
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