Punture di Zecca: come rimuoverla, prevenzione cose da fare e da non fare
Tra aprile e settembre si possono avere incontri ravvicinati con animali poco desiderati: le zecche
che si nutrono di sangue e si attaccano ai mammiferi, tra cui l’uomo, per nutrirsi.
Il loro morso può essere veicolo di malattie con una percentuale di sviluppo della malattia stessa basso se la zecca viene staccata entro 36-48 ore.
Le zone a maggior rischio sono prati con vegetazione erbacea e arbustiva ed in boschi a prevalenza di latifoglie.
PREVENZIONE
· Cercare di evitare di essere punti ricorrendo ai seguenti accorgimenti:
· Vestirsi con abiti chiari che rendono più facile l’individuazione delle zecche.
· Coprire le estremità, soprattutto inferiori, con calze chiare e scarpe alte
· Utilizzare pantaloni lunghi e preferibilmente un cappello (possono trovarsi sui rami più bassi degli alberi)
· Non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta.
Al rientro da una passeggiata all’aperto controllare e spazzolare gli indumenti prima di rientrare in casa.
Utilizzare repellenti per insetti (DEET, che è adeguato anche per i bambini, N-dietiltoluamide, icaridina, permetrina) e prodotti piretroidi da spruzzare sugli abiti per tenerle lontano.
CONTROLLARE LA PELLE AL RIENTRO A CASA tenendo conto che le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia e sui fianchi.
RIMOZIONE DELLA ZECCA
“non torturate la zecca per rimuoverla. SE SOFFOCA E SOFFRE RIGURGITA ED ELIMINA MATERIALE CHE POTREBBE ESSERE INFETTO!!!
NON DATE ANTIBIOTICO!!!!”
Superato lo sbigottimento iniziale bisogna togliere la zecca. Cosa fattibile a casa utilizzando
una pinzetta a punte sottili (ne vendono di vario tipo ma possono essere in emergenza utilizzate pinzette “casalinghe”.
Bisogna cercare di afferrare la zecca il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimuoverla tirando dolcemente ed effettuando un leggero movimento di rotazione.
Bisogna fare attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare che soffrendo rigurgiti immettendo nel corpo del bambino saliva e aumentando la possibilità di trasmissione di infezioni.
Bisogna disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca (non utilizzare disinfettanti colorati).
Proteggere le mani con guanti.
Se il rostro dovesse rimanere all’interno, deve essere estratto con l’aiuto di un ago sterile.
Verificare la data dell’ultima dose di antitetanica effettuata.
Annotare la data di rimozione e osservare la comparsa di eventuali segni di infezione nei successivi 30-40 giorni.
NON effettuare terapia antibiotica ma rivolgersi al proprio medico curantein caso di comparsa di un alone rossastro intorno alla puntura, che tende ad allargarsi, oppure di febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi. A volte compaiono altre dermatiti quali l’”eritema migrante” (vedi foto da : www.acp.it).
IMPORTANTE Non utilizzare mai per rimuovere la zecca nessuna sostanza come alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto.
Consigli del Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_75_allegato.doc
Qualche spiegazione in più:
Le zecche sono acari appartenenti alla famiglia delle Ixodiae, comunemente definite zecche dure in quanto provviste di scudi dorsali chitinizzati che nei maschi sono estesi a tutta la superficie dorsale dell’idiosoma mentre nelle femmine, nelle larve e nelle ninfe sono limitati alla sola regione anteriore.
Le zecche necessitano di tre pasti ematici che, a seconda delle specie, possono essere completati tutti o in parte sullo stesso ospite, oppure necessitano di tre pasti diversi ed anche l’uomo rientra nel ciclo biologico delle zecche.
Il loro morso può essere veicolo di malattie con una percentuale di sviluppo della malattia stessa basso se la zecca viene staccata entro 36-48 ore. Le zone a maggior rischio sono prati con vegetazione erbacea e arbustiva ed in boschi a prevalenza di latifoglie. Determinante è la presenza di animali selvatici che rappresentano i serbatoi naturali di alcuni agenti patogeni a trasmissione vettoriale, tra cui Borrelia, Rickettisia delle febbri eruttive, dell’encefalite da zecca e Coxiella burneti.
Nei contesti urbani i rischi si hanno nelle aree con vegetazione erbacea e negli ambienti accessibili a cani e gatti. La massima attività delle zecche è nei periodi primaverili ed estivi.
La reazione infiammatoria è causata dai secreti salivari composti da diverse sostanze con attività anestetica, rubefacente, anticoagulante e dalla reazione stessa del soggetto punto. La potenziale pericolosità della zecca deriva dalla sua capacità di veicolare all’uomo agenti infettivi e di
funzionare come serbatoio naturale del patogeno garantendone la replicazione all’interno dell’organismo.
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