UN PEDIATRA NEL CDA DEL GASLINI
Cari Tutti
Oggi su Il Secolo una lettera delle principali Società scientifiche e di categoria della pediatria con la proposta di inserire un pediatra, esperto del territorio e con esperienza di "continuità della assistenza" nel Consiglio del Gaslini.
Perchè direte?
Perchè la pediatria è una sola: è prevenzione, quando il bambino sta bene e aiuto, non solo medico sanitario ma anche sociale, alla famiglia oltre che cura e assistenza quando il bambino si ammala di malattie "leggere" a casa o quando ha bisogno di assistenza in ospedale.
La presa in carico (care) e non solo cura (cure) della malattia deve prevedere una continuità della assistenza a partire dalla prenascita fino alla adolescenza e oltre da parte del pediatra che deve essere coadiuvato, in molte situazioni, da altri operatori della sanità (infermieri, ostetriche, psicologi, pedagogisti, neuropsichiatri ecc.). Per fare questo i professionisti della salute debbono offrire percorsi comuni ORGANIZZATIVI E SCIENTIFICI e concordati tra territorio (pediatria di famiglia, consultori, libero professionisti, consulenti) e ospedale.
Finora la gestione dell'ospedale e del territorio sono avvenute separatamente. NON ESISTE una collaborazione STRUTTURATA E ORGANIZZATA TRA ospedale e territorio. Nè esistono risposte ai bisogni delle famiglie strutturate in certi giorni e nei festivi se non il Pronto Soccorso del Gaslini.
Per avere risposte a bisogni di salute e anche, e soprattutto, alla assistenza alla famiglia di un bambino che si ammala di una patologia grave o complessa che richiede ricovero in ospedale servono dei percorsi che "accompagnino" il bambino, e la famiglia, dal territorio (da casa del bambino) all'ospedale. Percorsi che facciano sentire la famiglia seguita e vedano il pediatra curante e lo specialista che operano di comune accordo ascoltando tutte le richieste del bambino e della famiglia e spiegando il percorso di diagnosi, terapia e riabilitazione.
Serve poi anche un percorso, nelle situazioni di patologie complesse, di riaccompagnamento a casa o nei percorsi, frequenti in alcuni casi, da ospedale a casa e viceversa.
Questo finora avviene in alcuni casi per iniziative volontaristiche lasciate alla buona volontà di singole persone. Non esiste un percorso strutturato e organizzato.
Ma non solo: un pediatra, a contatto quotidiano con le necessità dei bambini e delle famiglie, può dare suggerimenti organizzativi e programmatici ad un Consiglio che deve, per sua "mission", programmare e gestire. Un esempio sono i bambini che debbono andare, a volte anche per patolgie gestibili localmente, fuori Liguria o l'accoglienza a bambini che vogliono venire al Gaslini.
Alcuni reparti ospedalieri, anche al Gaslini, sono decisamente sottodimensionati rispetto alle necessità richieste e questo porta a superlavoro da parte di medici e da parte di tutti gli operatori sanitari e sociosanitari. Superlavoro che da anni conduce a episodi di "burn out" (sindrome del camice bruciato) come lo rivela anche la fuga di personale qualificato e con ruoli di responsabilità, dall'ospedale al territorio.
Direte ci pensa la politica.....la politica di questi anni ha pensato al piano di rientro economico tagliando posti letto e non assumendo (anche per il blocco delle assunzioni) e finora non ha gestito la sanità in una ottica globale: l'ospedale non può funzionare senza una adeguata organizzazione del territorio e viceversa. Invece i tavoli organizzativi e operativi politici sono differenti e quando si parla, ad esempio, di continuità della assistenza nei giorni festivi si parla pressochè solamente di potenziamento del Pronto Soccorso e non di organizzazione del territorio.
Faccio presente che dagli anni 2000 i pediatri del territorio ganno proposte organizzative e politiche totalmente inascoltate e disattese. Alcuni esempi si trovano qui: http://www.apel-pediatri.it/Leggi/PSR%202006/piano_sanitario_regionale_2006.htm (Tavolo regionale per il Piano Socio Sanitario Regionale del 2006 ove ai professionisti era stato affidato il ruolo di fare proposte, non ascoltate, cosa ripetuta con il "libro bianco" della attuale gestione regionale).
Cose da me vissute personalmente in interminabili riunioni in Regione nelle passate legislature quando ero Presidente della Federazione Regionale degli Ordini dei Medici della Liguria.
Ora, per la pediatria, la proposta è, per il nostro grande Istituto di lavorare insieme inserendo un pediatra, con esperienza organizzativa, nel CdA per il bene dei bambini e delle famiglie unendo le competenze di chi ha operato ed opera nel territorio con quelle ci chi sa gestire e organizzare la sanità e con chi è esperto di management.
Alberto Ferrando
Presidente Ass. Pediatri della Liguria (APEL)
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