EPIDEMIE INDUSTRIALI (Riduzione degli anni di vita da “benessere”)
Da leggere per riflettere per la nostra salute e per quella dei figli. Siamo manipolati dalla pubblicità e dagli sponsor :-(
Per la prima volta nella storia degli ultimi due secoli negli Stati Uniti la speranza di vita alla nascita mostra uno stop nell’incremento o addirittura una regressione, a causa dell’obesità e
in tutto il mondo le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) (cardiopatie, ictus, cancro, malattie respiratorie croniche, obesità e diabete) rappresentano la prima causa di mortalità e disabilità (90% in Italia).
Il fenomeno interessa anche i paesi a reddito basso o medio-basso dove le persone tendono ad ammalarsi in giovane età e muoiono molto prima di chi vive nei paesi ricchi.
Si prevede, a livello mondiale, un aumento di sovrappeso, obesità infantile e diabete di tipo 2.
Già anni fa Margaret Chan, Direttore generale dell’OMS, denunciava: “Oggi molte delle minacce alla salute che contribuiscono allo sviluppo delle malattie croniche provengono da compagnie multinazionali che sono grandi, ricche e potenti, dirette da interessi commerciali e ben poco interessate alla salute della popolazione. Gli sforzi per prevenire le malattie croniche vanno contro gli interessi commerciali di potenti operatori economici come:
- l’industria del tabacco (Big Tobacco).
- l’industria del cibo (Big Food),
- l’industria delle bevande gassate (Big Soda)
- l’industria delle bevande alcoliche (Big Alcohol).
Tutte queste industrie hanno paura delle regole, e si proteggono utilizzando strategie note come:
- Creazione di gruppi d’opinione, lobby,
- promesse di autoregolamentazione,
- cause legali,
- ricerche finanziate dall’industria che hanno lo scopo di confondere le prove e tenere il pubblico nel dubbio.
- regali, donazioni e contributi a cause giuste per apparire rispettabili agli occhi dei politici e del pubblico.
Purtroppo il potere del mercato diventa poi potere politico.
Non un solo paese è riuscito a invertire l’epidemia di obesità in tutte le classi di età. Questo non è il fallimento della volontà individuale ma il fallimento della volontà politica di prevalere sul grande business.
L’industria cerca i modi di influenzare le politiche di sanità pubblica che colpiscono i loro prodotti. Quando l’industria è coinvolta nelle scelte politiche è certo che efficaci misure di controllo vengono minimizzate se non annullate.
Tutto ciò è documentato e anche questo è pericoloso”[1].
Anche in Africa sub-Sahariana le malattie cardiovascolari, in particolare l’ictus, sono in continuo aumento e l’OMS prevede che la mortalità per malattie croniche supererà entro il 2030 la mortalità da malattie trasmissibili, malnutrizione, mortalità materna e perinatale.
Industrial epidemics[2] e Manufacturing Epidemics[3]: così è stato definito l’impatto devastante della globalizzazione sulla salute delle popolazioni, generato dalle politiche commerciali delle compagnie multinazionali nei confronti dei paesi a basso e medio reddito. Un’invasione facilitata dalla liberalizzazione commerciale, dalle agevolazioni nei confronti degli investimenti esteri e dall’assenza della capacità di controllo degli stati (per lo più complici della penetrazione delle compagnie multinazionali).
Nel 2017 le multinazionali del cibo, del tabacco, dell’alcol e delle bevande gassate hanno avuto un fatturato di 829 miliardi di dollari (Lancet Global Health[4]).
Bibliografia
- Chan M. WHO Director-General Addresses Health Promotion Conference, Opening Address at the 8th Global Conference on Health Promotion in Helsinki, Finland, 10 June 2013
- Moodie R, et al. Profits and pandemics: prevention of harmful effects of tobacco, alcohol, and ultra-processed food and drink industries. Lancet 2013; 381: 670–79
- Tackling NCDs. “Best buys” and other recommended interventions for the prevention and control of noncommunicable diseases. Geneva: WHO, 2017
- Allen LF, Hafeti A, Fiegl AB. Corporate profits versus spending on non-communicable disease prevention: an unhealty balance. Lancet Global Health 2019; 7: e1482-83
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