martedì 25 novembre 2025

GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SELLE DONNE: La punta dell'iceberg: oltre la cronaca.

💜 GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SELLE DONNE:

La punta dell'iceberg: oltre la cronaca, i bambini e la violenza invisibile

 

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Oggi, 25 novembre, è la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne

Come pediatra e come uomo, sento il dovere di andare oltre le celebrazioni di rito. 

I telegiornali e i giornali ci mostrano solo la punta dell'iceberg: i casi più eclatanti, i femminicidi, il dolore straziante che arriva quando è ormai troppo tardi.

Ma sotto quella punta, sommersa nel silenzio delle nostre case, c'è una massa enorme di sofferenza quotidiana che non fa notizia, ma che distrugge vite. E in questo mare sommerso, ci sono vittime che spesso non vengono nemmeno nominate: i bambini.

 

👶 I figli: le vittime silenziose

Per ogni donna che subisce violenza, ci sono quasi sempre dei figli che la subiscono con lei. 

Non serve che un bambino venga colpito fisicamente per essere una vittima. 

Esiste la Violenza Assistita: vivere in un clima di terrore, vedere la propria madre umiliata, sentire le urla, percepire la paura ogni volta che la chiave gira nella toppa. 

Questi bambini:

  • Vivono in stato di allerta costante.
  • Sviluppano ansia, disturbi del sonno e problemi comportamentali.
  • Rischiano di credere che la violenza sia un linguaggio "normale" d'amore.

E nei casi più tragici, quelli che arrivano alla cronaca nera, ci sono bambini che restano orfani due volte: perdono la madre per mano del padre (o compagno), e perdono il padre perché finisce in carcere o si toglie la vita. Chi pensa a loro?

 

🛑 Contrastare la cultura della violenza (a 360 gradi)

La violenza sulle donne è forse la parte più dolorosa e visibile di un malessere più profondo. 

Come pediatra, il mio auspicio è che si inizi a educare al contrasto alla violenza in generale. La violenza è un virus che muta forma ma mantiene la stessa radice: la prevaricazione sul più debole.

  • C'è la violenza sulle donne.
  • C'è la violenza sui bambini.
  • C'è la violenza sugli anziani.
  • C'è la violenza sui disabili.
  • C'è la violenza sugli animali.

Non possiamo pensare di risolvere il problema compartimentandolo. Dobbiamo costruire una società che educhi, fin dall'asilo, al rispetto della vita e della dignità altrui, chiunque sia l'altro. Dobbiamo insegnare l'empatia contro la sopraffazione.

 

💔 Una testimonianza che fa male (e che deve far riflettere)

Ho ricevuto questa lettera da una mamma. Ve la propongo integralmente perché evidenzia il fallimento non solo di un uomo, ma di un intero sistema che a volte, invece di proteggere, isola. Leggetela con attenzione.

 

LA LETTERA: *"Oggi è la giornata delle donne, di tutte le donne. Io ho subito molti tipi di violenza dal mio ex marito e dalla sua famiglia. Violenza psicologica... Violenza mentale... e violenza fisica. Spesso si crede che la violenza subita non sia mai abbastanza grave da dover essere denunciata... NON È VERO.

Personalmente mi è stata fatta davanti a mio figlio...

Nessuno è venuto ad aiutarmi... 

I vicini non hanno sentito... 

Solo gli occhi di mio figlio hanno visto; a soli 5 anni mi ha detto: 'Mamma ti aiuto io'...

Mi sono ritrovata urlante e piangente con la manina di mio figlio stretta, seduta sul letto chiusa in camera.

Carabinieri, avvocato, pronto soccorso... tutti hanno espresso lo stesso pensiero: 

'Lasci perdere perché è peggio per suo figlio, subentrano gli assistenti sociali... in fondo non ha grossi segni... può uscire e nessuno se ne accorge'.

La violenza peggiore è stata proprio questa: 

NON ESSERE AIUTATA, CAPITA, ABBRACCIATA da chi doveva farlo. 

Non perdono nessuno... perché io solo so ciò che ho subito e mio figlio insieme a me... 

Forse quei signori che avrebbero dovuto aiutarmi e rendere giustizia non sanno neppure cosa significa VIOLENZA."

 

*Questa testimonianza è un pugno nello stomaco. Ci dice che il nemico non è solo il violento, ma anche l'indifferenza e la superficialità di chi dice "lasci perdere".

 

⚠️ Rischi e Limiti

  • Il rischio della sottovalutazione: Pensare che solo i lividi siano violenza è l'errore più grande. La violenza psicologica (svalutazione, controllo economico, isolamento) uccide l'anima prima che il corpo.
  • Il limite delle istituzioni: Come evidenzia la lettera, a volte la rete di protezione ha delle maglie troppo larghe. Segnalare fa paura se non ci si sente protetti. Tuttavia, il silenzio è il miglior alleato del maltrattante.
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🗓️ Cosa possiamo fare?

  1. Aprire gli occhi: Se vediamo un'amica, una vicina o una mamma a scuola che cambia umore, si isola o ha paura, non giriamoci dall'altra parte. Chiediamo "Come stai?" davvero.
  2. Educare i figli: Insegniamo ai nostri bambini (maschi e femmine) che l'amore non possiede, non controlla e non alza le mani. Mai.
  3. Non minimizzare: Se qualcuno ci racconta un episodio di violenza, crediamogli. Non diciamo "forse hai esagerato". Ascoltiamo.
  4. Chiedere aiuto: Se sei tu a subire, o se sospetti qualcosa, chiama il 1522 (numero gratuito antiviolenza e stalking). Non sei sola.

 

Un abbraccio a tutte le donne e a tutti i bambini che meritano un futuro di pace.

Dott. Alberto Ferrando




 

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