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venerdì 14 giugno 2019

SI PUO' FARE IL BAGNO DOPO MANGIATO!!

SI PUO' FARE IL BAGNO DOPO MANGIATO!!
Iniziano a circolare notizie errate sul bagno dopo mangiato (vedete in fondo all'articolo).
FARE IL BAGNO DOPO MANGIATO SI PUO’?? SI, SI, SI 
Sulle spiagge si sente il solito ritornello che , almeno  a me , aveva rovinato nell’infanzia, oltre 50 anni fa, le vacanze al mare: "Non fare il bagno dopo mangiato. Devi aspettare 3 ore” (i più buoni 2 ore).  Attesa sotto i raggi infuocati, rischiando un colpo di calore, ad aspettare in uno stato di malessere. Ma perché non mi portano in campagna si chiede il bambino?  
Fare il bagno dopo ore dal pasto …ma è Vero o si tratta di una bufala?

Ricordate comunque che:
-       L’ANNEGAMENTO è LA SECONDA CAUSA DI MORTE, IN ETA’ PEDIATRICA, DA INCIDENTI (DOPO GLI INCIDENTI DA TRAFFICO). E' la prima causa tra 1 e 4 anni  e appare molto limitativo preoccuparci per la digestione. E Può avvenire per i bambini anche in poca acqua, in una piscinettta , in un ruscello ecc.
-       I soggetti che sono predisposti ad avere svenimenti debbono stare attenti in quanto una perdita di coscienza in mare può avere conseguenze drammatiche a adottare alcune precauzione che il loro medico consiglierà.
Se cercate su Internet trovate ovviamente tutto e il contrario di tutto ma in realtà non esiste documentazione scientifica che prescriva di aspettare prima di fare il bagno. 


OVVIAMENTE SI DOVREBBE USARE IL BUON SENSO E NON USARE FORMULE ASSOLUTE: Se avete mangiato come un bufalo affamato non bastano neanche 3 ore (il tonno ad esempio richiede 360 minuti, 6 ore, ad essere digerito, così come alimenti grassi). Se la temperatura dell’acqua è fredda non ci si tuffa accaldati, (sindrome da idrocuzione).
-       “Ci sono degli accorgimenti che si possono prendere per prevenire”? "Non bisogna naturalmente abbuffarsi, quindi il primo suggerimento che posso dare è di evitare pranzi pantagruelici prima di fare degli sforzi, di qualsiasi tipo o attività fisica intensa così come una nuotata fatta in modo energico. Gli adulti, inoltre, non devono assumere sostanze alcoliche. 
-       La cosa più importante è che l'immersione in acqua sia graduale. Bisogna entrare lentamente in acqua  bagnandosi il viso con l’acqua nella quale ci si immerge, il torace, l’addome quando ancora l’acqua e’ bassa, in modo da poter tornare a riva immediatamente qualora si avvertisse un malessere; 
-       Bisogna evitare i tuffi da accaldati, non tanto per il rischio di congestione ma più per quello di sincope. 
-       Quali possono essere le conseguenze di un'immersione troppo rapida, che può avvenire anche a digiuno?"Ci può essere uno shock termico che può generare crisi vagali con conseguente svenimento in acqua".
RICORDO CHE L’ANNEGAMENTO è LA SECONDA CAUSA DI MORTE, IN ETA’ PEDIATRICA, DA INCIDENTI (DOPO GLI INCIDENTI DA TRAFFICO)  e appare molto limitativo preoccuparci per la digestione. Le cause principali di morte in acqua sono le seguenti:
1. La presenza di una piscina privata in una casa dove ci sono bambini fra 1 a 4 anni.

2. Non aver imparato a nuotare

3. La mancanza di barriere che impediscano ai bambini di accedere alla piscina

4. La mancanza di supervisione costante sui bambini
5. Per i ragazzi al di sopra dei 15 anni, invece, l’annegamento è più probabile in acque di fiume, mare o lago, a causa di comportamenti incauti (fare il bagno in condizioni climatiche avverse (coll’acqua agitata ec.), andare troppo al largo e stancarsi eccessivamente nuotando ecc.)

6. Il mancato uso di giubbotti di salvataggio sulle imbarcazioni 

7. L’uso di alcol. A questo proposito, i ragazzi italiani cominciano ad essere sempre più consumatori problematici di questa sostanza! 

8. La presenza di epilessia o disturbi neurologici analoghi.
Torniamo alla cosìdetta congestione.  Quanto tempo ci vuole per digerire? Tempo fa, uno studio condotto alla New York University School of Medicine (Usa) provò a smentire la convinzione secondo cui bisogna far passare diverse ore prima del bagno dopo mangiato. Secondo i ricercatori americani, nuotare subito dopo mangiato non aumenta il rischio di annegamento, a meno che non ci siano di mezzo delle bevande alcoliche.
Come regolarsi se nonostante tutto avete dei dubbi o siete assaliti da paure? 
Prima di tutto evitate di stare al mare dopo mangiato oppure usate cautela : evitate pasti copiosi o ricchi di grassi, sughi e vino che richiedono anche varie ore di digestione. Se mangiate uno snack leggero, un frutto  o un panino le supposte ridistribuzioni del volume sanguigno non richiedono particolari cautele. 
Ricordo comunque che nella letteratura internazionale non vi è supporto scientifico a questa tesi, né linee guida ufficiali che impongano un tempo definito tra pasto e abluzione.
Una delle ragioni riferite dalla “vox populi” a giustificazione del ritardare il bagno dopo il pasto, farebbe riferimento al dirottamento dell’afflusso sanguigno verso l’intestino in digestione, a discapito del muscolo impegnato nel nuoto, con conseguente affaticamento e crampi. Di fatto il nostro apparato cardiovascolare è perfettamente in grado di fare fronte alle due necessità contemporaneamente. È evidente che poi a fare la differenza è il tipo di attività fisica che ci disponiamo ad attuare. 
La seconda motivazione addotta è quella della cosiddetta congestione, ovvero un blocco intestinale legato al cambiamento repentino di temperatura entrando in acqua, che può abbinarsi o meno al riflesso vagale causato dallo shock termico che porta fino alla perdita di coscienza. Anche in questo caso, non è tanto la distanza dal pasto, quanto il tipo di pasto, la temperatura dell’acqua rispetto a quella esterna e la rapidità d’immersione che contano. A questo scopo, probabilmente, l’indicazione più giusta è di non fare pasti troppo ricchi in grassi e proteine (che necessitano una digestione lunga e laboriosa), ma preferire carboidrati, come un piatto di pasta semplice o un bel panino con i pomodori.
Fate attenzione a:
-       non perdere mai di vista i bambini quando sono in acqua, specialmente se non hanno ancora una buona acquaticità e sono sotto i 4-5 anni anni 
-       far bagnare i piccoli gradualmente, in particolare modo nel caso di acqua fredda 
A questo idirizzo l’epidemiologia degli annegamenti in Italia: http://www.iss.it/binary/baaq/cont/Giustini.pdf

ESEMPIO di informazione non corretta
https://milano.fanpage.it/varese-congestione-mentre-fa-il-bagno-nella-vasca-di-casa-bimba-di-4-anni-muore-in-ospedale/
Informazione corretta
https://www.iarr.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=345:congestione-durate-il-bagno-in-mare-esiste-davvero-questo-pericolo&catid=93&Itemid=721

giovedì 16 giugno 2016

PENSATE DI SAPERE COME ANNEGA UN BAMBINO? Altro bambino annegato

Il 12 luglio un bambino di 5 anni è annegato in Sicilia: era al mare insieme ai genitori :-( :
Secondo le prime ricostruzioni, i genitori si sarebbero distratti soltanto per qualche minuto, che purtroppo si è rivelato fatale. Articolo qui:
http://www.siciliafan.it/unaltra-vittima-del-mare-muore-bimbo-di-cinque-anni-a-palma-di-montechiaro/
Sapete che molti non sanno riconoscere se una persona sta annegando?
Innanzitutto è fondamentale sapere che chi sta annegando non grida per chiamare  aiuto o agita le braccia.
Le ragioni sono ovvie: il sistema respiratorio ha come funzione basilare quella di respirare, la parola è una funzione secondaria. Prima di poter gridare, bisogna riuscire a respirare. In secondo luogo, è impossibile per un individuo che stia annegando agitare le braccia per richiamare l’attenzione. Le braccia infatti reagiscono involontariamente e si pongono allargate sotto la superficie dell’acqua. Questo permette alla persona di rispuntare fuori dal filo dell’acqua per qualche secondo per cercare ossigeno prima di scomparire. Il bambino più piccolo, sotto ai 6 anni, quando immerso nell’acqua non riesce a sollevare bene la testa in quanto è  più pesante rispetto al corpo È per questo assume un galleggiamento in posizione prona con il volto  immerso.
Il bambino di età superiore ai 6 anni tende invece ad avere un galleggiamento verticale e con le braccia allargate batte sull’acqua (potrebbe dare l’idea di giocare). 
Riconoscere l’annegamento è quindi cruciale: la metà dei bambini che annega ogni anno sono in prossimità dei genitori E circa nel 10% dei casi l’adulto li sta effettivamente guardando, spesso senza avere la minima idea di ciò che sta accadendo.Annegamento: come evitarlo, come riconoscerlo e cosa fare
Abbiamo già parlato di cibo e bagno: http://ferrandoalberto.blogspot.it/2016/06/si-puo-fare-bagno-dopo-mangiato.html
ANNEGAMENTO
Gli annegamenti e i semi-annegamenti sono eventi molto gravi che spesso riguardano la
fascia di popolazione più giovane, con la più lunga attesa di vita, ed è ai primi posti tra le cause di morte per incidente dopo gli incidenti stradali, le cadute.
Nel mondo, i tassi più alti di annegamento riguardano i bambini di età compresa fra 1 e 4 anni, seguiti dai bambini di 5-9 anni di età.
La mancanza di sorveglianza da parte degli adulti è il principale fattore favorente gli incidenti di annegamento dei bambini.
Ricordate che sono descritti annegamenti nei bambini anche in piccole quantità di acqua (pozze, piscinette dei giardini, torrenti di acqua).
I fattori principali associati all’annegamento sono:
1. La presenza di una piscina privata in una casa dove ci sono bambini fra 1 a 4 anni.
2. Non aver imparato a nuotare dopo i 4-5 anni
3. La mancanza di barriere che impediscano ai bambini di accedere alla piscina
4. La mancanza di supervisione costante sui bambini
5. Per i ragazzi al di sopra dei 15 anni, invece, l’annegamento è più probabile in acque di fiume, mare o lago, a causa di comportamenti incauti (fare il bagno in condizioni climatiche avverse (coll’acqua agitata ec.), andare troppo al largo e stancarsi eccessivamente nuotando ecc.)
6. Il mancato uso di giubbotti di salvataggio sulle imbarcazioni
7. L’uso di alcol. A questo proposito, i ragazzi italiani cominciano ad essere sempre più consumatori problematici di questa sostanza!
8. La presenza di epilessia o disturbi neurologici analoghi.


 L’evento deve essere trattato come un qualsiasi caso di arresto cardiaco. Si deve chiamare il prima possibile il 118/112 e procedere secondo le indicazioni BLS (Basic Life Support):
·      Se la vittima respira metterla nella posizione laterale di sicurezza (vedi Rianimazione cardiopolmonare)
·      Se la vittima non respira eseguire il massaggio cardiaco preceduto da 5 ventilazioni
La posizione laterale di sicurezza non si adotta in caso di trauma cranico/cervicale, per esempio la vittima ha eseguito un tuffo; in questo caso è meglio tenere sempre la colonna cervicale in asse rispetto al busto.
·    Sarebbe meglio far uscire la vittima dall’acqua in posizione orizzontale (sollevarlo in verticale può causare, se non è ancora in arresto cardiaco, una grave ipotensione se non l’arresto cardiaco stesso).
·    Chi non è impegnato nella rianimazione può pensare a togliere i vestiti bagnati e coprire con molte coperte per prevenire le gravi ipotermie conseguenti alla immobilità in acqua.

Tentare di far uscire l’acqua dai polmoni con i metodi usati in passato è inutile in quanto sempre gli annegati non hanno molta acqua nei polmoni (vi è un riflesso di laringospasmo che blocca l’aspirazione di acqua) perché la cosa può far perdere secondi preziosi di rianimazione e può scatenare il vomito.

















Annegamento per età superiore a 6 anni

Annegamento per età inferiore a 6 anni








martedì 14 giugno 2016

SI PUO' FARE BAGNO DOPO MANGIATO?? SICUREZZA IN ACQUA

SI PUO' FARE BAGNO DOPO MANGIATO?? SICUREZZA IN ACQUA
Molti genitori chiedono se possono fare il bagnetto in casa dopo mangiato. La risposta è si in quanto il bagnetto si fa a temperatura corporea. Ma, e mi porto avanti per l'estate ormai in arrivo, si può fare, CON GIUDIZIO e con alcuni criteri che scrivo qui sotto anche al mare (o lago o fiume) nella stagione opportuna, dopo mangiato.
Si debbono rispettare alcune norme di buon senso, ovviamente, e ricordo che a stomaco pieno  nessuna attività fisica intensa è consigliata, neanche il nuoto.
Ma soprattutto NON VANNO TRASCURATI I RISCHI DELL'ANNEGAMENTO, ANCHE A STOMACO VUOTO, TENENDO CONTO CHE LA PRIMA CAUSA è L'IMPRUDENZA E LO SCARSO CONTROLLO (e altro che trovate qui sotto). Una , quasi, battuta: per stare al mare per 2-3 ore senza fare il bagno perché non fare dell'altro? :-). E aggiungo imparate a fare rianimazione cardiopolmonare, almeno imparate le manovre antisoffocamento.
SICUREZZA IN MARE: ATTENTI ALL’ANNEGAMENTO: non fate prendere dei colpi di sole o di calore:
Estate, finalmente, si spera nel tempo bello e di andare al mare, di sole. Sulle spiagge si sente il solito ritornello che , almeno  a me , aveva rovinato nell’infanzia, oltre 50 anni fa, le vacanze al mare: "Non fare il bagno dopo mangiato. Devi aspettare 3 ore” (i più buoni 2 ore).  Attesa sotto i raggi infuocati ad aspettare mentre aumenta il malessere e si rischia un colpo di calore. Ma perché non mi portano in campagna si chiede il bambino? 
Fare il bagno dopo ore dal pasto…..Si tratta di una bufala?
 "Non esiste un'esigenza scientifica che prescriva di aspettare prima di fare il bagno".
OVVIAMENTE SI DOVREBBE USARE IL BUON SENSO E NON USARE FORMULE ASSOLUTE: Se avete mangiato come una mandria di bufali non bastano neanche 3 ore (il tonno ad esempio ci mette 360 minuti, 6 ore, ad essere digerito, così come i grassi). Se la temperatura dell’acqua è fredda non ci si tuffa accaldati.

“Ci sono degli accorgimenti che si possono prendere?
1) "Non bisogna  abbuffarsi, quindi il primo suggerimento che posso dare è di evitare pranzi pantagruelici prima di fare degli sforzi, attività fisica intensa come una nuotata fatta in modo energico. Gli adulti, inoltre, non devono assumere sostanze alcoliche.
2) La cosa più importante è che l'immersione in acqua sia graduale. Bisogna evitare i tuffi da accaldati, non tanto per il rischio di congestione ma più per quello di sincope".

Quali possono essere le conseguenze di un'immersione troppo rapida?
"Ci può essere uno shock termico che può generare crisi vagali con conseguente svenimento in acqua".

RICORDO CHE L’ANNEGAMENTO è LA SECONDA CAUSA DI MORTE, IN ETA’ PEDIATRICA, DA INCIDENTI (DOPO GLI INCIDENTI DA TRAFFICO)  e appare molto limitativo preoccuparci per la digestione.
Le cause principali di morte in acqua sono le seguenti:
1. La presenza di una piscina privata in una casa dove ci sono bambini fra 1 a 4 anni.
2. Non aver imparato a nuotare
3. La mancanza di barriere che impediscano ai bambini di accedere alla piscina
4. La mancanza di supervisione costante sui bambini
5. Per i ragazzi al di sopra dei 15 anni, invece, l’annegamento è più probabile in acque di fiume, mare o lago, a causa di comportamenti incauti (fare il bagno in condizioni climatiche avverse (coll’acqua agitata ec.), andare troppo al largo e stancarsi eccessivamente nuotando ecc.)
6. Il mancato uso di giubbotti di salvataggio sulle imbarcazioni
7. L’uso di alcol. A questo proposito, i ragazzi italiani cominciano ad essere sempre più consumatori problematici di questa sostanza!
8. La presenza di epilessia o disturbi neurologici analoghi.

Torniamo alla congestione.  Quanto tempo ci vuole per digerire? Tempo fa, uno studio condotto alla New York University School of Medicine (Usa) provò a smentire la convinzione secondo cui bisogna far passare diverse ore prima del bagno dopo mangiato. Secondo i ricercatori americani, nuotare subito dopo mangiato non aumenta il rischio di annegamento, a meno che non ci siano di mezzo delle bevande alcoliche.

Come regolarsi se nonostante tutto avete dei dubbi?
Uno evitate di stare al mare dopo mangiato oppure usate cautela : evitate pasti copiosi ricchi di grassi, sughi e vino che richiedono anche quattro o cinque ore di digestione. Se mangiate uno snack leggero, un frutto  o un panino le supposte ridistribuzioni del volume sanguigno non richiedono particolari cautele.

Analizzando invece la letteratura internazionale non vi è supporto scientifico a questa tesi, né linee guida ufficiali che impongano un tempo definito tra pasto e abluzione.

Una delle ragioni riferite dalla “vox populi” a giustificazione del ritardare il bagno dopo il pasto, farebbe riferimento al dirottamento dell’afflusso sanguigno verso l’intestino in digestione, a discapito del muscolo impegnato nel nuoto, con conseguente affaticamento e crampi. Di fatto il nostro apparato cardiovascolare è perfettamente in grado di fare fronte alle due necessità contemporaneamente. È evidente che poi a fare la differenza è il tipo di attività fisica che ci disponiamo ad attuare. In tal senso, direi che subito dopo un pasto abbondante non è il caso per un bimbo di 10 anni di fare una gara con il fratellino di 7 a chi arriva prima alla boa, ma giocare sulla battigia e nuoticchiare non ha realmente controindicazioni.

La seconda motivazione addotta è quella della cosiddetta congestione, ovvero un blocco intestinale legato al cambiamento repentino di temperatura entrando in acqua, che può abbinarsi o meno al riflesso vagale causato dallo shock termico che porta fino alla perdita di coscienza. Anche in questo caso, non è tanto la distanza dal pasto, quanto il tipo di pasto, la temperatura dell’acqua rispetto a quella esterna e la rapidità d’immersione che contano. A questo scopo, probabilmente, l’indicazione più giusta è di non fare pasti troppo ricchi in grassi e proteine (che necessitano una digestione lunga e laboriosa), ma preferire carboidrati, come un piatto di pasta semplice o un bel panino con i pomodori.

Fate attenzione a:
-       non perdere mai di vista i bambini quando sono in acqua, specialmente se non hanno ancora una buona acquaticità e sono sotto i 4-5 anni anni

-       far bagnare i piccoli gradualmente, in particolare modo nel caso di acqua fredda

martedì 28 luglio 2015

Epidemia di otiti “esterne”

Epidemia di otiti “esterne”
Sono otiti che determinano una infiammazione del condotto uditivo esterno e sono molto dolorose. Nel periodo invernale prevalgono le Otiti Medie acute che interennao l’orecchio dalla membrana timpanica con infiammazione della stessa, versamento nell’orecchio medio e sintomi generali (febbre, dolore, riduzione dell’udito).
Tramite una mailing list di pediatri ditutta Italia risultano aumentate ovunque e causate da acqua di mare e dipiscina in egual misura.
L’ aumento dell' inquinamento del mare e delle piscine è un fattore importante (in piscina ogni bambino apporterebbe  10 gr di materiale fecale).
Un trucco per prevenire l' otite: quando il bimbo torna a terra bisogna   lavare l' orecchio con acqua pulita ( quella della bottiglietta), asciugarlo il piu' possibile ( l' ideale sarebbe un phon) e instillare 4-5 gocce di una soluzione di acqua e aceto da cucina  al 50%: viene utilizzato dai nuotatori fondisti per prevenire lo swimming ear
Penso sia utile evitare di pulire troppo l' orecchio con detergenti; un orecchio "pulito" non e' necessariamente un orecchio sano,.
Nei casi di OE  blanda basta un antidolorifico e gocce di antibiotico, senza antibiotico per bocca.
Consultate il vostro pediatra