sabato 6 dicembre 2025

I Primi 1000 Giorni: Perché sono le fondamenta del futuro (e perché a volte dobbiamo spegnere il cellulare per accendere la relazione)

I Primi 1000 Giorni: Perché sono le fondamenta del futuro (e perché a volte dobbiamo spegnere il cellulare per accendere la relazione)

Sottotitolo: Dalla focaccia genovese alle neuroscienze: una chiacchierata su come "raddrizzare la piantina" finché è giovane, insieme a genitori e nonni.


Cari genitori, cari nonni e cari tutti voi che vi prendete cura dei bambini,

Chi mi conosce sa che sono un "gufo": la sera tardi sono bello sveglio, mentre al mattino... beh, ci metto un po' a carburare!. Per fortuna, qui a Genova abbiamo una medicina infallibile: la focaccia pucciata nel caffelatte (meglio ancora se è quella del giorno prima riscaldata, una vera delizia per noi genovesi!).

Ma oggi, dopo il caffè, voglio condividere con voi alcune riflessioni nate da una recente intervista radiofonica, perché riguardano il bene più prezioso che abbiamo: il futuro dei nostri bambini.

 

Non solo "Dottore del bambino", ma "Dottore della Famiglia"

Spesso mi sento chiedere: "Ma come fa a gestire solo i bambini?". La verità è che il mio lavoro è molto più complesso e affascinante. Io non curo solo il piccolo paziente; io interagisco con le mamme, i papà, i nonni, le tate. Per questo ci piace farci chiamare Pediatri di Famiglia.

Vi svelo un segreto che ripeto spesso in studio: un bambino non può stare bene se chi si prende cura di lui non sta bene. Quando vedo una coppia di neogenitori stanchi, magari "a pezzi", dico sempre che il primo gesto d'amore verso il figlio è avere cura di se stessi. Se la mamma e il papà sono sereni, quell'ambiente sereno passerà direttamente al bambino.

I Primi 1000 Giorni: Perché sono le fondamenta del futuro (e perché a volte dobbiamo spegnere il cellulare per accendere la relazione)

I Primi 1000 Giorni: Perché sono le fondamenta del futuro (e perché a volte dobbiamo spegnere il cellulare per accendere la relazione)

Sottotitolo: Dalla focaccia genovese alle neuroscienze: una chiacchierata su come "raddrizzare la piantina" finché è giovane, insieme a genitori e nonni.


Cari genitori, cari nonni e cari tutti voi che vi prendete cura dei bambini,

Chi mi conosce sa che sono un "gufo": la sera tardi sono bello sveglio, mentre al mattino... beh, ci metto un po' a carburare!. Per fortuna, qui a Genova abbiamo una medicina infallibile: la focaccia pucciata nel caffelatte (meglio ancora se è quella del giorno prima riscaldata, una vera delizia per noi genovesi!).

Ma oggi, dopo il caffè, voglio condividere con voi alcune riflessioni nate da una recente intervista radiofonica, perché riguardano il bene più prezioso che abbiamo: il futuro dei nostri bambini.

 

Non solo "Dottore del bambino", ma "Dottore della Famiglia"

Spesso mi sento chiedere: "Ma come fa a gestire solo i bambini?". La verità è che il mio lavoro è molto più complesso e affascinante. Io non curo solo il piccolo paziente; io interagisco con le mamme, i papà, i nonni, le tate. Per questo ci piace farci chiamare Pediatri di Famiglia.

Vi svelo un segreto che ripeto spesso in studio: un bambino non può stare bene se chi si prende cura di lui non sta bene. Quando vedo una coppia di neogenitori stanchi, magari "a pezzi", dico sempre che il primo gesto d'amore verso il figlio è avere cura di se stessi. Se la mamma e il papà sono sereni, quell'ambiente sereno passerà direttamente al bambino.

 

La Regola della Piantina e i Primi 1000 Giorni

Immaginate il vostro bambino come una piccola piantina. Appena il semino germoglia, se la terra è buona e riceve acqua, cresce bene. Ma se la piantina inizia a crescere storta, è nei primi momenti che possiamo raddrizzarla con dolcezza. Se aspettiamo che diventi una quercia storta... beh, a quel punto non si può fare più molto.

Ecco perché insisto tanto sui Primi 1000 Giorni (dal concepimento fino ai due anni di vita). La scienza ci dice che questo è il periodo più importante in assoluto: stiamo costruendo le fondamenta non solo del bambino di oggi, ma dell'adolescente e dell'adulto di domani. L'adolescente "difficile" non si sveglia tale una mattina; lo costruiamo insieme a voi fin dai primi mesi.

Per questo dico sempre: portate il bambino dal pediatra anche quando sta bene!. È lì che costruiamo la salute, non solo quando dobbiamo curare la tosse.

 

Meno Schermi, Più Occhi negli Occhi

Oggi abbiamo una sfida nuova, che i nostri nonni non avevano: il digitale. Lo dico con il cuore in mano: smartphone e tablet non nutrono il cervello dei bambini piccoli. Anzi, nei primi anni possono creare connessioni sbagliate.

Il bambino è un "videoregistratore" evolutissimo: ci guarda, ci studia, ci imita. Se mentre allatto o do il biberon guardo il cellulare, perdo un momento magico di connessione. C'è una canzone di Battisti che dice "specchiarsi negli occhi di un bambino"... ecco, non perdiamoci questo specchio per guardare uno schermo.

Se il bambino piange, non usiamo il cellulare come un "ciuccio digitale" per zittirlo. Il pianto è una richiesta, è un'emozione che va capita, non bloccata. Rischiamo di creare dipendenze già a pochi mesi di vita.

 

Torniamo alle cose semplici (che sono le migliori)

Cosa possiamo fare allora per far crescere questa piantina dritta e forte? Torniamo alle cose antiche, che funzionano da sempre:

  1. La Musica e le Ninne Nanne: La voce della mamma e del papà è la melodia più bella.
  2. La Lettura: Qualcuno mi guarda strano quando dico di leggere a un bimbo di 6 mesi. "Ma dottore, non capisce!". Invece capisce eccome!. Esiste il progetto Nati per Leggere. Usate libri cartonati, lasciate che li tocchino e li mettano in bocca (i bimbi leggono anche con la bocca!).

E per favore, non fate raccontare le favole ad "Alexa" (succede nel 30% dei casi in Inghilterra, un dato tristissimo). La favola ha bisogno del calore umano.

 

Un appello ai Nonni

Concludo con un pensiero speciale per i nonni. Venite anche voi alle visite!. La medicina cambia, le cose che si facevano 30 anni fa magari oggi sono diverse. Non facciamo "ratelle" (liti) in famiglia su come si cresce il nipote, ma facciamo squadra.

Prendiamoci cura di questi primi 1000 giorni. È l'investimento più grande che possiamo fare.

Un caro saluto (e buona focaccia a tutti!),

Dott. Alberto Ferrando



venerdì 28 novembre 2025

Investire Prima che sia Troppo Tardi: Il Potere Unico dei Primi 1000 Giorni.

 Investire Prima che sia Troppo Tardi: Il Potere Unico dei Primi 1000 Giorni.

Cari Genitori, care Famiglie,

Stiamo attraversando un periodo storico complesso, segnato da tante discussioni e, spesso, da una forte conflittualità, sia a livello generale che nelle nostre piccole realtà locali. 

Ci troviamo bombardati da informazioni e pareri contrastanti su ogni aspetto della vita, e questo può rendere difficilissimo capire cosa sia davvero utile per i nostri figli.

Proprio in questo contesto, sentiamo il dovere di fare un passo indietro e concentrarci su un principio fondamentale, dimostrato efficace dalla scienza: l’importanza cruciale dei primi 1000 giorni di vita del bambino.

Questo non è un periodo come un altro: è un investimento, una vera e propria finestra d'oro che va dal concepimento fino al compimento del secondo anno. 

È qui che si gettano le basi per la salute fisica e mentale che i nostri figli avranno da adulti. Come ben espresso nel nostro filmato, le radici di molti problemi futuri si trovano proprio in questo inizio della vita. E la prevenzione primaria parte proprio da lì.

Cosa possiamo fare noi?

Semplice: dobbiamo concentrarci sugli stili di vita, sulle azioni quotidiane che sappiamo essere efficaci e protettive. 

Dobbiamo mettere da parte i dibattiti inutili e focalizzarci sulle "Cure che Nutrono" (Nurturing Care):

  • Nutrizione: Sostenere l'allattamento al seno, che non è solo nutrimento, ma prevenzione a lungo termine. Senza colpevolizzare le mamme che, per vari motivi, non riscono ad allattare il proprio bebè.
  • Relazioni: Dare la qualità del tempo, non solo la quantità. Essere presenti con la mente quando siamo con loro, spegnendo il telefono.
  • Emozioni: Imparare che il pianto è comunicazione, non un difetto. Insegnare l'autocontrollo non evitando, man mano che il bambino cresce, il "No", ma dandolo con calma, coerenza e amore. Un limite dato con fermezza è una bussola, non un rifiuto.

E la famiglia? Il benessere del bambino è inseparabile dal benessere della coppia. Per questo, l'attenzione va anche al sostegno reciproco, perché un genitore sereno è il miglior regalo che possiamo fare a nostro figlio.

Vi invitiamo a dedicare pochi minuti alla visione di questo filmato (link https://youtu.be/c8lJwZvQNsU ) per riscoprire insieme quanto sia potente e prezioso il nostro ruolo quotidiano.

In un mondo complesso, scegliamo di fare ciò che è dimostrato essere utile. Il futuro dei nostri bambini comincia OGGI.


#Primi1000Giorni #NurturingCare #GenitorialitàResponsiva #SaluteBambini #InvestireNelFuturo



giovedì 27 novembre 2025

Educazione sessuo affettiva nelle scuole: 🏫 ovvero scuola, Famiglia e Professionisti: insieme per il bene dei bambini

 Educazione sessuo affettiva nelle scuole: 🏫 ovvero scuola, Famiglia e Professionisti: insieme per il bene dei bambini: Care Mamme e cari Papà, 👋 vi scrivo mentre sono ancora "a caldo" dopo una mattinata di studio e confronto molto importante con colleghi di tutte le Regioni.

Voglio condividere con voi alcune riflessioni, con la calma e la trasparenza che cerco sempre di avere quando parliamo della salute dei nostri piccoli. 🩺

 

Questa mattina ho partecipato a un incontro online del Gruppo CRC (il Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza 👉 https://gruppocrc.net/).

È una rete nazionale serissima che monitora come vengono rispettati i diritti dei bambini in Italia.

Perché ve lo dico? Perché ascoltando le esperienze di altre regioni e parlando con un caro amico e collega che lavora lontano da Genova, è emersa una verità semplice ma potente, che spazza via tante polemiche di questi giorni:

🌍 L'educazione all'affettività si fa già in tantissime parti d'Italia. 

 Viene praticata e sostenuta in regioni di tutti i colori politici

Destra, sinistra, centro... quando si tratta di proteggere i bambini, le etichette non dovrebbero esistere.

Valutiamo le cose per quello che fanno, non per chi le propone. 🇮🇹


🔍 Facciamo chiarezza: Che cos'è questo progetto?

So che il termine tecnico "sessuo-affettiva" può spaventare. 

Sembra una parola "da grandi". Ma in pedagogia e per l'Organizzazione Mondiale della Sanità, quando riferita a bambini di 3-6 anni, significa semplicemente che siamo fatti di corpo ed emozioni.

Ecco cosa accadrà davvero in classe, basandoci sui documenti e non sulle voci:

 Emozioni: I bambini impareranno a dare un nome a quello che sentono. "Sono arrabbiato""Sono felice""Ho paura"

 Rispetto: Impareranno che ogni compagno ha i suoi spazi e che bisogna chiedere "posso?" Sicurezza:Impareranno che "il corpo è mio" e che nessuno può toccarli se loro non vogliono o se la cosa li fa stare male. È la base della prevenzione contro gli abusi. 

 Professionisti: Non ci saranno improvvisati. Entreranno in classe psicologhe e pedagogiste esperte dei Centri Antiviolenza accreditati (Mascherona e UDI), persone formate per lavorare con delicatezza.


 Che cosa NON È (sfatiamo i miti)

Per favore, respiriamo e tranquillizziamoci su questi punti. Il progetto di Genova:

 NON è "educazione sessuale": Non si parla di come nascono i bambini, né di atti sessuali.  NON è ideologia:Non si insegna a negare chi si è, ma a rispettare tutti. 

 NON è contro la famiglia: Dai documenti risulta che il coinvolgimento dei genitori è fondamentale. Nessuno vuole scavalcarvi. Siete e resterete i protagonisti.


🤝 L'Alleanza che serve: Famiglia, Scuola, Salute

L'incontro di stamattina col CRC mi ha confermato una cosa: i progetti che funzionano sono quelli dove si fa squadra.

Il percorso avviato a Genova prevede proprio questo triangolo magico: 

1️⃣  Voi Famiglie: Che portate i valori e l'amore. 

2️⃣  La Scuola: Che è la palestra di vita sociale. 

3️⃣ Gli Operatori della Salute: Che portano la competenza tecnica e scientifica.

Non dobbiamo avere paura di dare ai nostri figli gli strumenti per difendersi e per costruire relazioni gentili. Se lo fanno già in tante altre città italiane con successo, perché privare i nostri bambini di questa opportunità di crescita? 🌱

Come sempre, continuerò a leggere ogni riga dei documenti ufficiali per voi. 

Ma facciamolo insieme, senza paura e senza tifoserie.

Solo per il bene dei bambini. ❤️

Un abbraccio, 

Dott. Alberto Ferrando


 





 


martedì 25 novembre 2025

GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SELLE DONNE: La punta dell'iceberg: oltre la cronaca.

💜 GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SELLE DONNE:

La punta dell'iceberg: oltre la cronaca, i bambini e la violenza invisibile

 

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Il contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.

Oggi, 25 novembre, è la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne

Come pediatra e come uomo, sento il dovere di andare oltre le celebrazioni di rito. 

I telegiornali e i giornali ci mostrano solo la punta dell'iceberg: i casi più eclatanti, i femminicidi, il dolore straziante che arriva quando è ormai troppo tardi.

Ma sotto quella punta, sommersa nel silenzio delle nostre case, c'è una massa enorme di sofferenza quotidiana che non fa notizia, ma che distrugge vite. E in questo mare sommerso, ci sono vittime che spesso non vengono nemmeno nominate: i bambini.

 

👶 I figli: le vittime silenziose

Per ogni donna che subisce violenza, ci sono quasi sempre dei figli che la subiscono con lei. 

Non serve che un bambino venga colpito fisicamente per essere una vittima. 

Esiste la Violenza Assistita: vivere in un clima di terrore, vedere la propria madre umiliata, sentire le urla, percepire la paura ogni volta che la chiave gira nella toppa. 

Questi bambini:

  • Vivono in stato di allerta costante.
  • Sviluppano ansia, disturbi del sonno e problemi comportamentali.
  • Rischiano di credere che la violenza sia un linguaggio "normale" d'amore.

E nei casi più tragici, quelli che arrivano alla cronaca nera, ci sono bambini che restano orfani due volte: perdono la madre per mano del padre (o compagno), e perdono il padre perché finisce in carcere o si toglie la vita. Chi pensa a loro?

 

🛑 Contrastare la cultura della violenza (a 360 gradi)

La violenza sulle donne è forse la parte più dolorosa e visibile di un malessere più profondo. 

Come pediatra, il mio auspicio è che si inizi a educare al contrasto alla violenza in generale. La violenza è un virus che muta forma ma mantiene la stessa radice: la prevaricazione sul più debole.

  • C'è la violenza sulle donne.
  • C'è la violenza sui bambini.
  • C'è la violenza sugli anziani.
  • C'è la violenza sui disabili.
  • C'è la violenza sugli animali.

Non possiamo pensare di risolvere il problema compartimentandolo. Dobbiamo costruire una società che educhi, fin dall'asilo, al rispetto della vita e della dignità altrui, chiunque sia l'altro. Dobbiamo insegnare l'empatia contro la sopraffazione.

 

💔 Una testimonianza che fa male (e che deve far riflettere)

Ho ricevuto questa lettera da una mamma. Ve la propongo integralmente perché evidenzia il fallimento non solo di un uomo, ma di un intero sistema che a volte, invece di proteggere, isola. Leggetela con attenzione.

 

LA LETTERA: *"Oggi è la giornata delle donne, di tutte le donne. Io ho subito molti tipi di violenza dal mio ex marito e dalla sua famiglia. Violenza psicologica... Violenza mentale... e violenza fisica. Spesso si crede che la violenza subita non sia mai abbastanza grave da dover essere denunciata... NON È VERO.

Personalmente mi è stata fatta davanti a mio figlio...

Nessuno è venuto ad aiutarmi... 

I vicini non hanno sentito... 

Solo gli occhi di mio figlio hanno visto; a soli 5 anni mi ha detto: 'Mamma ti aiuto io'...

Mi sono ritrovata urlante e piangente con la manina di mio figlio stretta, seduta sul letto chiusa in camera.

Carabinieri, avvocato, pronto soccorso... tutti hanno espresso lo stesso pensiero: 

'Lasci perdere perché è peggio per suo figlio, subentrano gli assistenti sociali... in fondo non ha grossi segni... può uscire e nessuno se ne accorge'.

La violenza peggiore è stata proprio questa: 

NON ESSERE AIUTATA, CAPITA, ABBRACCIATA da chi doveva farlo. 

Non perdono nessuno... perché io solo so ciò che ho subito e mio figlio insieme a me... 

Forse quei signori che avrebbero dovuto aiutarmi e rendere giustizia non sanno neppure cosa significa VIOLENZA."

 

*Questa testimonianza è un pugno nello stomaco. Ci dice che il nemico non è solo il violento, ma anche l'indifferenza e la superficialità di chi dice "lasci perdere".

 

⚠️ Rischi e Limiti

  • Il rischio della sottovalutazione: Pensare che solo i lividi siano violenza è l'errore più grande. La violenza psicologica (svalutazione, controllo economico, isolamento) uccide l'anima prima che il corpo.
  • Il limite delle istituzioni: Come evidenzia la lettera, a volte la rete di protezione ha delle maglie troppo larghe. Segnalare fa paura se non ci si sente protetti. Tuttavia, il silenzio è il miglior alleato del maltrattante.
  •  

🗓️ Cosa possiamo fare?

  1. Aprire gli occhi: Se vediamo un'amica, una vicina o una mamma a scuola che cambia umore, si isola o ha paura, non giriamoci dall'altra parte. Chiediamo "Come stai?" davvero.
  2. Educare i figli: Insegniamo ai nostri bambini (maschi e femmine) che l'amore non possiede, non controlla e non alza le mani. Mai.
  3. Non minimizzare: Se qualcuno ci racconta un episodio di violenza, crediamogli. Non diciamo "forse hai esagerato". Ascoltiamo.
  4. Chiedere aiuto: Se sei tu a subire, o se sospetti qualcosa, chiama il 1522 (numero gratuito antiviolenza e stalking). Non sei sola.

 

Un abbraccio a tutte le donne e a tutti i bambini che meritano un futuro di pace.

Dott. Alberto Ferrando




 

domenica 23 novembre 2025

🌲 I bambini del bosco e il dubbio che ci resta: basta una casa calda per sentirsi amati? 🏠

🌲 I bambini del bosco e il dubbio che ci resta: basta una casa calda per sentirsi amati? 🏠

La notizia dei bambini di Palmoli (Chieti), allontanati dal casolare nel bosco dove vivevano con i genitori, ha scatenato reazioni opposte: c'è chi si indigna per le condizioni igieniche precarie descritte dai giornali 🗞️ e chi, al contrario, difende il diritto di vivere a contatto con la natura, lontano dagli schemi moderni.

Come pediatra, sento il dovere di sospendere il giudizio

Nessuno di noi era dentro quel rudere. 

Leggiamo di condizioni difficili, ma dobbiamo anche chiederci: e se in quel bosco, pur senza acqua corrente, ci fosse stata più affettività e ascolto rispetto a tante nostre famiglie "modello"? ❤️

È una domanda scomoda, ma necessaria. 

Spesso la povertà materiale non coincide con la povertà d'amore.

🏙️ La vera emergenza, temo, è nelle nostre città:

Prima ancora di puntare il dito contro quel casolare lontano, dovremmo preoccuparci di ciò che vediamo ogni giorno. 

Esiste una povertà educativa silenziosa ma devastante, che non finisce sui giornali:

  • 📱 La solitudine iper-connessa:  bambini in appartamenti riscaldati e pulitissimi, ma "isolati" in una foresta digitale. 
  • Genitori fisicamente presenti, ma mentalmente altrove, persi dietro a uno schermo.
  • 🕰️ La malnutrizione emotiva: Minori con la stanza piena di giochi, ma agende fitte come manager e nessun momento di "vuoto" per parlare davvero con mamma e papà. Hanno i termosifoni accesi, ma sentono il freddo dell'invisibilità.

 Il confine tra scelta e salute: 

l'esempio di Niky Tuttavia, come medico 🩺, non posso ignorare che la libertà finisce dove inizia il rischio per la vita. 

Il rifiuto delle cure preventive (vaccini, screening), emerso dalle carte di Palmoli, è il vero nodo. 

Per capire la differenza, pensiamo a Niky Francisco, il bambino che visse isolato in barca per anni. 

Anche Niky era lontano da scuola, ma il suo isolamento era una terapia salvavita per l'asma, supportata dalla medicina.

 La differenza non la fa il luogo (bosco o condominio), ma la sicurezza che garantiamo ai bambini. 

Se a Palmoli si è intervenuti, è stato, da quanto risulta, per tutelare la salute fisica, al di là dell'affetto che, mi auguro, non sia mai mancato.

🔚 Conclusioni Forse i bambini del bosco avevano le mani sporche di terra, ma avevano lo sguardo dei genitori tutto per loro? 

Non possiamo saperlo. 🤷‍♂️ 

Quello che sappiamo è che noi abbiamo il dovere di fare meglio nelle nostre case "perfette". 

Non basta garantire igiene e scuola per sentirsi a posto. 

La vera cura è esserci. 

Spegniamo i giudizi sui giornali e accendiamo l'ascolto nei nostri salotti. 📵👂


🔎 FACT CHECKING E APPROFONDIMENTI

(Per chi vuole capire meglio i fatti citati)

 Il caso Palmoli (Chieti - Nov 2025): I bambini sono stati collocati in comunità insieme alla madre. L'intervento del Tribunale non è stato punitivo verso lo "stile di vita naturale", ma preventivo per rischi sanitari (precedenti intossicazioni sottovalutate e rifiuto ideologico delle cure mediche da parte dei genitori).

 Il caso Niky (La barca): Niky Francisco ha vissuto sulla goletta "Walkirye" per sfuggire a gravi crisi asmatiche. Il suo isolamento era prescritto dai medici e supportato dalla scuola a distanza. Dimostra che la natura può essere cura se gestita con la scienza.

 Altri casi analoghi (Per contesto):

  • Lauriano, Torino (2024): Due bimbi trovati in un casolare, mai mandati a scuola per le paure del padre verso il "mondo moderno" (5G, ecc.).
  • Aiello del Sabato (2022): Un caso opposto e terribile per riflettere. Una ragazza tenuta segregata in una casa "normale" in paese. Dimostra che a volte i muri di cemento nascondono più insidie degli alberi del bosco.