NON DATE PAPPETTE AI BAMBINI,
VIA PRESTO IL BIBERON…E LEGGETE QUI. MANGIARE CON LE MANI DA PICCOLI AIUTA A
CONTRASTARE L’OBESITA’
Prima la notizia e poi alcuni
commenti di pediatri del nostro forum nazionale di discussione.
ALLo svezzamento lasciate che i
bambini mangino i pezzettini di cibo (ma piccoli per rischio soffocamento) e
che mangino anche con le mani
Uno studio dell'University of
Nottingham (Gb), pubblicato sul British Medical Journal, suggerisce come
svezzare i piccoli con pezzi interi di carboidrati o proteine invece che con
pappette o frullati, potrebbe contribuire ad evitare che i bimbi durante le fasi
dello sviluppo cadano vittime di cattive abitudini alimentari. " Secondo
gli scienziati il risultato è legato anche alla presentazione del cibo.
"Quando alimenti ricchi di carboidrati o zuccheri - spiegano - vengono
dati ai bambini con un aspetto solido e in piccole dosi, questi iniziano a
riconoscere anche il valore nutrizionale di quel piccolo pezzetto. Mentre chi è
imboccato con frullati o passate ricchi di proteine e carboidrati - avverte la
ricerca - non si rende conto del valore calorico. E ne mangia molto di più.
Spesso apprezzando soprattutto quelli ricchi di zuccheri". Questo dimostra
- concludono i ricercatori - che un'attenzione alla presentazione del cibo
anche ai più piccoli, influisce sulle scelte e le abitudini alimentari che
questi avranno durante lo sviluppo. Aiutandoli ad avere un'alimentazione più
sana da grandi".
I cibi frullati dovrebbero
essere abbandonati a quell'età e spesso così non è.
Non incoraggiare l'assunzione
di cibi a pezzetti, che contengono meno calorie a parità di volume, che
richiedono tempo e "fatica" per la masticazione, è un ulteriore
motivo di maggior introito calorico.
Oltre agli aspetti
calorici, c’è altro da considerare. Pappette e frullati sono cibo facile,
consumistico, imboccato da un altro (la mamma), da ingollare senz’altro. Questo
predispone alla dipendenza, alla pigrizia, a quel mondo facile in cui l’iniziativa
personale è mortificata e in cui si resterà obesi e bamboccioni e non si
cercherà un posto di lavoro. Per un bimbo piccolo invece vedere un adulto che
mangia un grissino o un pezzo di pane secco e desiderare imitarlo è spontaneo.
Non serve, come scrive l’articolo, proporre il cibo solido. Basta metterlo lì
(pro-porlo) e il bimbo se lo prende. Questo favorisce l’iniziativa personale e
l’identificazione all’adulto autonomo. Il problema è che molti genitori attuali non sono autonomi e
desiderano realizzare nel figlio quello che essi stessi vorrebbero: un mondo
facile, che accarezzi le nostre dipendenze e illusioni diffuse con la pubblicità,
da chi ce le vuole vendere. Non c’è bisogno di guadagnare soldi, se la carta di
credito ci dà tutto a credito; non c’è bisogno di masticare, se la mamma ce lo
mette in bocca già liquido; non c’è bisogno di imparare tutto, se si può
copiare; non serve assimilare Omero e Dante, se bastano le tre I: inglese,
internet, impresa. All’impresa poi il bimbo cresciuto non arriverà mai, perché
aspetterà che la mamma gliela porti.
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