VIVERE CON MENO E MEGLIO
Recensione del Libro “Manifesto per la Felicità” di Stefano
Bartolini da parte di Pierangela Magioncalda (http://www.econ-pol.unisi.it/bartolini/)
Finalmente un economista, per di
più italiano, che, svelati i limiti dei modelli economici basati sulla visione dell’ homo oeconomicus (http://it.wikipedia.org/wiki/Homo_oeconomicus)
, ci fa scoprire che l’economia non è necessariamente la “scienza triste”, a cui oramai ci
stavamo rassegnando . Bartolini va dritto al punto: il reale benessere delle
persone a cosa è dovuto, che ruolo ha la ricchezza materiale nel determinare la
nostra felicità, i ricchi sono davvero più felici? La società occidentale, che
ha conosciuto negli ultimi decenni una crescita economica senza precedenti, ha
al suo interno individui mediamente più felici o più tristi rispetto al
passato? Analizzando con rigore scientifico e dati alla mano le conseguenze
dell'attuale modello di sviluppo, basato sulla crescita, sul benessere e sulla
felicità degli esseri umani, Bartolini ci svela il cosiddetto paradosso della felicità: negli USA, ma anche in Europa, si è avuta
una costante crescita, negli ultimi decenni, di PIL e reddito pro-capite a cui
ha corrisposto un crollo del benessere spirituale documentato sia da dati
oggettivi, quali ad esempio tassi di suicidio e utilizzo di psicofarmaci, sia
da dati soggettivi, come interviste condotte tra la popolazione.
Il paradosso si spiega con il
concetto di NEG (negative endogenous growth=crescita endogena negativa) ovvero un perverso meccanismo per cui si assiste
ad un’espansione del mercato in tutti gli ambiti della nostra vita (crescita
PIL e redditi), e contemporaneamente ad un deterioramento delle relazioni tra
le persone, alla distruzione dei beni comuni, e alla diminuzione del tempo
libero. Risultato: si lavora di più, si guadagna di più per potere comprare
quei beni, spesso costosi, che, da
una parte sostituiscono i beni comuni andati perduti (tempo libero, relazioni,
ambiente, sicurezza ecc.) e dall’altra cercano di mitigare il senso di
malessere crescente in una spirale senza fine. Il circolo vizioso NEG, si
dimostra in maniera incontrovertibile, ha fatto corrispondere ad un aumento del
PIL e del benessere materiale, una diminuzione della soddisfazione per la
propria vita e della felicità in USA ,ma ormai anche in Europa, dove la
situazione è senz’altro migliore, ma pericolosamente si sta allineando a quella
oltreoceano .
Bartolini propone una via di
uscita tanto originale quanto di buon senso: bisogna riappropriarsi dei beni
comuni e ricreare le relazioni a scapito della produzione e del consumo di
merci inutili e costose che danneggiano l’ambiente, ci sottraggono tempo
rendendoci schiavi del lavoro e del conseguente reddito che sembra non bastare
mai, e non soddisfano le reali
esigenze degli individui. Bisogna ritrovare quindi un giusto equilibrio nel
soddisfacimento di esigenze materiali, e spirituali/relazionali investendo nuovamente nelle rapporti
tra le persone piuttosto che in
prodotti finanziari. La decrescita da sola non basta, per chiedere alle persone
di rinunciare a parte del surplus materiale di ci oggi dispongono, bisogna
poter dare loro qualcosa in cambio: ecco perché la società relazionale, in cui
si offrono beni comuni gratuiti, affetti e reti sociali, al posto di beni
materiali, è indispensabile per
avere anche la sostenibilità politica di proposte alternative al credo
neoliberista e crescista oggi dominante. Non mancano infine alcuni esempi
concreti che dimostrano come le proposte di Bartolini non siano utopia, bensì
possibilità di concreto successo già sperimentate. Al seguente link
un’intervista all’autore del libro:
Pierangela Magioncalda
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