Cari Genitori
Sul forum di discussione dei pediatri si sta discutendo della adozione di figli da parte di coppie omosessuali. Il tema rivela alcuni preconcetti, per non dire pregiudizi e atteggiamenti di omofobia.
I temi sessuali e sul sesso hanno alla base affettività e sentimento e sono complessi. Fino al 1974 l'omosessualità rientrava tra le malattie e ancora oggi esiste una ignoranza sul tema ma è una realtà che non possiamo ignorare e è veramente avvilente vedere ghettizzata.
A OGNUNO DI NOI può capitare di avere in casa o tra gli amici degli omosessuali. Cambia qualcosa a livello di amicizia e di amore?
Avere un figlio omosessuale? Può succedere..non è più vostro figlio? Vedete questo sito di Genitori con figli omosessuali www.agedo.org.
Omosessualità e figli, omosessualità e genitorialità, omosessualità latente, intersessualità. Esistono e vanno conosciute. E rispettate.
Per la discussione ho interpellato un amico, Roberto Todella, Presidente del CIRS: Centro Interdisciplinare per la Ricerca e Formazione in Sessuologia. Riporto spunti di meditazione per tutti e riflettiamo prima di dare parerei, opinioni o partire lanncia in resta pensando che le cose sono bianche o nere.
Siamo tutti coinvolti direttamente o indirettamente. Cerchiamo di evitare di far soffrire con atteggiamenti assolutistici
Alberto Ferrando
Sul forum di discussione dei pediatri si sta discutendo della adozione di figli da parte di coppie omosessuali. Il tema rivela alcuni preconcetti, per non dire pregiudizi e atteggiamenti di omofobia.
I temi sessuali e sul sesso hanno alla base affettività e sentimento e sono complessi. Fino al 1974 l'omosessualità rientrava tra le malattie e ancora oggi esiste una ignoranza sul tema ma è una realtà che non possiamo ignorare e è veramente avvilente vedere ghettizzata.
A OGNUNO DI NOI può capitare di avere in casa o tra gli amici degli omosessuali. Cambia qualcosa a livello di amicizia e di amore?
Avere un figlio omosessuale? Può succedere..non è più vostro figlio? Vedete questo sito di Genitori con figli omosessuali www.agedo.org.
Omosessualità e figli, omosessualità e genitorialità, omosessualità latente, intersessualità. Esistono e vanno conosciute. E rispettate.
Per la discussione ho interpellato un amico, Roberto Todella, Presidente del CIRS: Centro Interdisciplinare per la Ricerca e Formazione in Sessuologia. Riporto spunti di meditazione per tutti e riflettiamo prima di dare parerei, opinioni o partire lanncia in resta pensando che le cose sono bianche o nere.
Siamo tutti coinvolti direttamente o indirettamente. Cerchiamo di evitare di far soffrire con atteggiamenti assolutistici
Alberto Ferrando
Caro Alberto, questo è il mio
contributo al dibattito sulle adozioni, un tema che sarà bene affrontare in un
incontro e non per mail. Giralo tu a tutti gli indirizzi degli interessati. A
presto. Ciao Roberto
L’amico e collega Ferrando mi ha
fatto partecipe di questo interessante scambio di opinioni e volentieri ne
prendo parte. Il tema è alquanto delicato e complesso e va ben oltre il parere
sull’adozione delle coppie omosessuali, come le mail che ho letto dimostrano.
Con l’Ordine abbiamo fatto diversi
incontri (ed ora mi sembra ancora più opportuno programmarne ulteriori) sui
temi dell’identità di genere e sull’orientamento sessuale. Credo che sia quella
la sede, un incontro dedicato, per ascoltare i pareri e confrontarci, le mail
sono troppo limitate.
Il vero problema è la poca
conoscenza, anche da parte del mondo scientifico, dell’argomento “identità
sessuale” nelle sue (diverse) componenti per cui, a fronte di una
derubricazione dell’omosessualità nel 1974 da parte del DSM, quindi della
comunità scientifica internazionale, il pregiudizio e l’omofobia
restano ancora molto diffusi.
Parliamo di natura e cultura come
se la nostra identità di genere (sentirsi maschio o femmina o altro) il nostro
ruolo di genere (ciò che facciamo e come ci comportiamo rispetto al genere) e
il nostro orientamento sessuale, dipendessero esclusivamente dalla natura o
dalla cultura e non fossero la risultante di entrambi, così varia e complessa
da esprimersi in molteplici sfumature. Però tutte le persone, da quelle più
“normali”, al macho, alla femme fatale, al trans, al gay virile a quello
effemminato (raro), alla lesbica mascolina, a quella femminile, hanno gli
stessi bisogni: stabilire relazioni affettive e sessuali, amare e sentirsi
amati. Ed essere rispettati. Faccio questa premessa, perché il vero
problema e la (mia) maggiore perplessità rispetto alle adozioni da parte di
coppie omosex non è per il ruolo più o meno idoneo degli omogenitori (essere
genitori “sufficientemente” buoni dipende fondamentalmente da molti fattori e
l’orientamento sessuale non è certo così importante) ma è l’ambiente, spesso
ostile e omofobico, con il quale quei figli dovranno confrontarsi, con le
persone che mostreranno stupore o faranno affermazioni sarcastiche sapendo
della loro insolita coppia genitoriale, delle derisioni alle quali potranno
essere oggetto da parte di compagni di scuola cresciuti da genitori
“rigorosamente eterosessuali” ma pesantemente omofobici: per questi ultimi mi
sento preoccupato. Quando i ragazzi omosessuali, quelli veri, non i figli
adottati dai gay(che non hanno alcuna maggiore probabilità di diventare gay),
potranno vivere ed esprimere serenamente la loro inclinazione affettiva e
sessuale senza temere violenze, bullismo e discriminazioni, allora cadranno a
mio avviso le vere perplessità all’adozione.
Mi è difficile non pensare anche
allo stesso dramma che vivono le persone dall’identità di genere diversa (trans
gender, transessuali ). Nel lungo e difficile percorso che intraprendono per
costruire quell’identità che sentono autentica, devono affrontare, più che le
difficoltà della trasformazione, l’ostilità e il giudizio dell’ambiente. I
colleghi che lavorano in tale ambito (endocrinologi, chirurghi plastici,
uro-andrologi, psichiatri e psicoterapeuti, ecc. ) conoscono bene le difficoltà
di cui parlo.
Ancora qualche considerazioni delle
tante che si possono fare: un omosessuale maschio non si sente femmina (sono i
trans gender e transessuali che non si riconoscono nel loro sesso biologico e
gli omosessuali definiti “checche isteriche” popolano la commedia all’italiana
più che la realtà) per tanto può rappresentare per un figlio un modello
maschile analogo a un uomo eterosessuale. Allo stesso modo una madre lesbica
non sarà necessariamente un modello meno femminile per la figlia femmina
(quanti figli, nelle generazioni passate, hanno avuto padri e madri
omosessuali senza mai saperlo e ciò che a loro è più facilmente mancato non è
un “modello di genere” adeguato ma forse la serenità di un genitore che è stato
costretto ad una vita non autentica per adeguarsi agli stereotipi della
società).
La qualità del legame affettivo tra
genitori e figli, credo che siamo tutti d’accordo, non ha a che vedere
con l’orientamento sessuale. Buona parte dei paesi europei a noi
culturalmente vicini, ammette o sta per ammettere (Francia) l’adozione da parte
di coppie gay, questo non significa doverli per forza imitare, ma ad oggi gli
studi scientifici dimostrano che non ci sono rischi particolari per quei
bambini. In Italia siamo incredibilmente ancora lontani dal riconoscimento
delle coppie di fatto (etero ed omo), per cui le adozioni sono una realtà alla
quale credo arriveremo ma tra molto tempo. Ritengo invece che come medici
dovremmo ritenere urgentissimo occuparci della sofferenza e delle difficoltà di
quei bambini che alla pubertà sentono emergere la loro spinta omosessuale ed
iniziano un’adolescenza che sarà ben più difficile degli altri ragazzi. E
sempre come medici dovremmo anche pensare a come aiutare e sostenere quei
genitori che si confrontano con l’imprevista scoperta dell’omosessualità di un
figlio. Nel dare questi aiuti urgenti (lo testimoniano le cronache di
suicidi di ragazzi e le violenze) e nel favorire una nuova cultura libera da
stereotipi vecchi e non più accettabili, forse anche la lontana prospettiva di
una legge per l’adozione da parte di coppie gay apparirà diversa e ci farà meno
paura.
Queste sono solo alcune
considerazioni, nelle mail ne ho lette tante altre, interessanti e condivisibili.
Spero con Ferrando di organizzare presto un incontro all’Ordine per ritrovarci
e confrontarci ancora.
Un saluto a tutti. Roberto Todella
C.I.R.S. (Centro Interdisciplinare
Ricerca e Formazione in Sessuologia- Genova)
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