Giulia, seconda parte: Violenza sulle donne= violenza sui bambini
Ci racconterà Giulia, attraverso la sua esperienza, come sia necessario farsi aiutare, denunciando molestie e maltrattamenti psicologici e fisici (ma anche se solo psicologici, fanno danni importantissimi).
Denunciare a strutture finalizzate alla protezione della famiglia, nella sua parte più debole. Ed alla cura del maltrattante che, a sua volta, ha una fragilità terribile, pur nella brutalità psicofisica manifestata, nel tentativo di superarla...Ci racconterà Giulia, attraverso la sua esperienza, come sia necessario farsi aiutare, denunciando molestie e maltrattamenti psicologici e fisici (ma anche se solo psicologici, fanno danni importantissimi).
GIULIA: 2 PUNTATA: (Prima puntata qui: http://ferrandoalberto.blogspot.it/2014/02/violenza-sulle-donneviolenza-ai-bambini.html). Storia vera
ALTRE STORIE QUI: http://ferrandoalberto.blogspot.it/2014/02/lettere-di-mamme-picchiate-violenza-di.html
"Sin dai primi tempi, ogni volta Andrea aveva fatto qualcosa
di particolarmente pesante, facendomi soffrire, dopo prometteva che avrebbe
posto fine a questi comportamenti, mi diceva che aveva capito cosa non andava e
mi copriva di molteplici attenzioni ed espressioni amorevoli, facendomi sentire
davvero amata (ogni volta gli credevo, volevo credergli) .
La cosa durava per un po'. Ma poi, immancabilmente, si era
d'accapo.
In quelle estenuanti notti in cui mi teneva sveglia, avevo
studiato i dettagli del manifesto a parete di fronte al letto (rappresentava un
bosco autunnale... quel guardarlo mi serviva ad ancorarmi ad una bellezza
consolante e focalizzare la mia attenzione fuori dal mio malessere), e pensato
che sembrava non esistesse un solo Andrea, ma due, con tratti opposti di
carattere ed opposta percezione del mio essere.
Quel continuo alternarsi di messaggi contrastanti aveva
contribuito a confondermi le idee.
“Ha bisogno di aiuto e amore, lui non è davvero come appare
quando sta male”, mi ero ripetuta più e più volte...
Dopo quello scherzo cattivo fattomi coinvolgendo Ciro,
sentii che non c'era più tempo.
Decisi di spiegargli che ora era proprio necessario che
risolvesse i suoi problemi. Perché avevamo un figlio, ma anche perché mi stavo
disamorando di lui... E da ragazzotta testarda e ingenua (e priva di aiuto) gli
confessai, molto incautamente, che stavo iniziando a provare interesse per
altri uomini.
Per Andrea quest'ultimo era un grave delitto di lesa maestà,
da punire con severità. Lo capii subito a spese mie e del bimbo.
Ad ogni scenata violenta notturna ero terrorizzata che Ciro
si svegliasse, accorresse e vedesse la furia spaventante di suo padre o si
tagliasse i piedini su vetri rotti o venisse ferito con altro... (ricordo che, pur agnostica, cominciai a
pensare che forse potevo fare un eccezione e credere almeno nell'angelo custode
dei bimbi)
Era iniziata anche la violenza fisica.
Sempre con l'accortezza di celarla sotto il manto
perbenista. Tanto non avrei urlato, lo sapeva bene: non avrei spaventato Ciro.
E allora il braccio ritorto dietro la schiena sino a togliermi completamente il
respiro per il dolore. Oppure il colpo infertomi di taglio violentemente sul
seno facendo finta di gesticolare, mentre teneva in braccio il bambino. Che
tanto i lividi lì non li vede nessuno e Giulia non urla, non vuole spaventare
Ciro".
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