ABUSO E MALTRATTAMENTO: IPERCURA "LA SINDROME DI MUNCHAUSEN PER PROCURA" Testimonianza:libro biografico "Malata per forza" di Gregory
Leggiamo sui quotidiani, in questi giorni, di una mamma Torino, che somministrava, di nascosto, dell'insulina al figlio ricoverato. Cosa è questa forma di maltrattamento che va sotto uno strano nome? La sindrome di Münchausen per procura , MbP, (by proxy)*
INDICAZIONI
PER UN SOSPETTO:
Leggiamo sui quotidiani, in questi giorni, di una mamma Torino, che somministrava, di nascosto, dell'insulina al figlio ricoverato. Cosa è questa forma di maltrattamento che va sotto uno strano nome? La sindrome di Münchausen per procura , MbP, (by proxy)*
Esistono
varie forme di maltrattamento. La forma più frequente è la trascuratezza
(neglect): il bambino trascurato, deprivato di attenzione, affetto, cure.
Segue l’abuso psichico e fisico e
sessuale. Una forma più rara, almeo nelle manifestazioni estreme descritte, è
il maltrattamento da “ipercura” e la manifestazione più nota e tipica è la sindrome di Münchausen per procura, MbP, (by
proxy).
L’ABUSO
E IL MALTRATTAMENTO IN FAMIGLIA E’ UN FENOMENO CHE, SENZA UN INTERVENTO
ESTERNO, NON SI RISOLVE, SI CRONICIZZA E
ANZI DIVENTA SEMPRE PIU’ GRAVE. SOLO UN INTERVENTO DALL’ESTERNO DELLA FAMIGLIA
PUO’ BLOCCARE I MECCANISMI IN ATTO. E QUI SIAMO COINVOLTI UN PO’ TUTTI A DOVER
PENARE SITUAZIONI CHE , SOLO AL PENSARLE FANNO STARE MALE. BISOGNA SUPERARE LA
PAURA DI PENSARLE ED EVITARE DI NEGARE CHE IL PROBLEMA ESISTA O CHE SI POSSA
RISOLVERE DA SOLO.
In
forma leggera la sindrome è probabilmente più frequente di quanto si pensi ma
siccome non causa evidenti problemi fisici è impossibile stabilire la
frequenza. Alcune forme di “doctor shopping” di eccessiva medicalizzazione del
bambino (tante medicine, tante consulenze, cambi di medico ecc.) possono
rientrare in questo capitolo. La
frequenza delle forme più frequenti (soffocamento e somministrazione di
farmaci) oscillerebbe da 1-3 casi su 100.000. La diagnosi non viene sospettata,
in media, prima di 6 mesi e la mortalità è di circa il 10%
In
questa sindrome l’abuso è fatto dalla madre su un figlio, questo distingue il
maltrattamento fatto su se stessi (sindrome di Münchausen ). E’ una
situazione distruttiva, ove spesso i
medici non riescono a comprendere subito la situazione, in alcuni casi
diventano complici di una madre che appare, disponibile, preparata e cooperante.
Cosa
è
E’
un disturbo mentale che interessa prevalentemente le mamme e le spinge a
simulare o addirittura ad arrecare direttamente un danno fisico al figlio/a per
attirare l’attenzione su di sé. La
madre, preoccupandosi della salute del proprio figlio, gode così della stima e
dell’affetto delle altre persone.
La
diagnosi è difficile (bisogna conoscere questa malattia e avere il coraggio di
pensarla) in quanto si può presentare con
vari e differenti sintomi , che risulteranno poi essere inventati o indotti. Infatti l’dea che il malessere del bambino sia procurato dalla
madre risulta risulta difficile da pensare anche perché, in questa situazione
le mamme appaiono gentili, sollecite, premurose, che hanno molto a cuore la salute
dei figli.Vengono spesso definite “madri modello”
Secondo
il DSM IV ( Diagnostic and Statistical
Manual of Mental Disorders: manuale
delle patologie psichiatriche) è un disturbo fittizio per procura “la caratteristica
essenziale è la produzione deliberata o simulazione di segni e sintomi fisici o
psichici in un’altra persona che è affidata alle cure del soggetto. Tipicamente
la vittima è un bambino piccolo e il responsabile è la madre del bambino. La
motivazione di tale comportamento viene ritenuta essere il bisogno psicologico
di assumere, per interposta persona, il ruolo di malato”
COME
SI PRESENTA
Il
modo di presentarsi è molto variabile.
Le
situazioni riconoscibili sono tre:
1.
Simulazione di segni e sintomi di malattie di varia natura (allergie, ematuria,
problemi respiratori, sanguinamenti, vomito, affezioni gastrointestinali),
riportati dal genitore-abusatore. Vengono sempre minuziosamente descritti, ma
enza prove né testimoni. Compaiono solo con il genitore.
In
alcuni casi i sintomi esistono, il bambino ha una malattia, ma i sintomi
vengono esagerati. (diagnosi ancora più difficile da pensare e da fare)
2) Induzione
di segni e sintomi di malattia: rappresenta la forma tipica di MbP: il genitore procura direttamente la malattia del bambino.
Le
modalità usate per generare i sintomi nel bambino-vittima possono essere
innumerevoli e a volte anche molto crudeli. Molti sono i casi di avvelenamento
condotti mediante sommi- nistrazione di sostanze farmaci e veleni: veleni per animali, purganti, arsenico, insulina come
nel caso apparto recentemente sulle cronache nazionali (le crisi ipoglicemiche
sono tra le più frequenti manifestazioni indotte), ecc.
3) maltrattamenti fisici. Sono descritti casi di
punture di spillo, bruciature, traumi causati con oggetti contundenti e
soffocamento.
LA
STORIA DI KATHY BUSH COME ESEMPIO ECLATANTE DI INDUZIONE DI MALATTIA:
LA
CRONACA DEGLI EVENTI E GLI INDIZI SOSPETTI
AVVELENATA
DALLA MADRE: le iniettava materiale fecale nella fleboclisi
Una
bambina di 9 anni è stata deliberatamente avvelenata per anni dalla madre che
vo- leva attirare su di sé l’attenzione dei medici e dei mass media. Kathy
Bush, madre della piccola, è stata arrestata e incriminata per gravi
maltrattamenti ai minori dal Tribunale della Florida, dopo che aveva fatto
ricoverare 200 volte la figlia Jennifer. Per anni ha iniettato materiale fecale
alla figlia, indicendo al contempo una campagna per chiedere l’as- sistenza
medica per le famiglie che ne sono prive.
Tale
campagna ha portato Kathy Bush sulle prime pagine dei giornali e perfino a
essere fotografata accanto a Hillary Clinton. Per la verità, gli infermieri che
avevano avuto a che fare con Kathy Bush e la figlia Jennifer sostengono di aver
sospettato per anni che quella bambina non avesse nulla di grave. Ma la madre,
dice il Pubblico Ministero che l’ha fatta arrestare, era esperta di cose
mediche, parlava da pari a pari con i dottori, finendo ogni volta per
convincerli che la bambina era gravemente malata. Per anni a Jennifer sono
state diagnosticate una serie di malattie: da una debolezza del sistema
immunitario a malattie dell’intestino e dell’apparato urinario.
Jennifer era stata operata per ben 40 volte
e le erano stati posizionati più volte cateteri venosi. Attraverso tali
accessi, hanno testimoniato gli infermieri, la madre iniettava qualcosa di
strano ogni volta che visitava la bambina. Se ne erano accorti perché dopo la
visita della mamma, ogni volta, le condizioni di Jennifer peggioravano.
Articoli sulla lotta eroica della madre e della bambina erano usciti su Usa-Today.
Nel frattempo alla famiglia sono arrivate donazioni pubbliche e private con cui
hanno fatto costruire una piscina da ventimila dollari, si sono comprati
automobili e hanno fatto vacanze lussuose. Ma i vicini non credono ai risultati
delle indagini. “Kathy è una madre meravigliosa” sostengono. “Jennifer non
sarebbe viva se non si fosse data tanto da fare”.
Da
Il Giornale, 18 aprile 1996
La
storia in sintesi:
Ricoverata
200 volte, 40 interventi chirurgici, numerosi cateteri venosi
Per
anni sono state diagnosticate una serie di malattie...
Marcata
attenzione da parte dei media
La
madre, Kathy Bush, aveva indetto una campagna per chiedere l’assistenza medica
per le famiglie che ne sono prive. Gli infermieri sospettavano da anni che la
bambina non avesse nulla di grave. La madre era esperta di medicina, parlava da
pari a pari con i dottori, finendo ogni volta per convincerli che la bambina
era gravemente malata
Ma i
vicini non credono ai risultati delle indagini: “Kathy è una madre
meravigliosa”
In
alcuni casi le malattie indotte e i modi
di provocarle possono essere anche particolarmente cruenti e talora causare la
morte del bambino. Pensarci in acso di morte improvvisa del lattante (SIDS).
Ricordando
la possibilità di un Münchausen seriale, par ticolare attenzione va posta
quindi ai casi in cui ricorrano in famiglia altri episodi di morte infantile sospetta
o precedentemente identificati come SIDS (casi purtroppo descritti).
Oltre
ai danni fisici (ricordiamo anche la mortalità del 10%) il bambino è una vittima
psicologica. Questi bambini possono presentare,
anche dopo anni, difficoltà di
appren- dimento e di concentrazione, problemi comportamentali, assenza di
relazioni sociali, problemi a livello emotivo, in-cubi notturni, sintomi propri
del “disturbo post-traumatico da stress” e, nei casi più gravi, anche una
patologia psichiatrica maggiore (depressione).
Nella
adolescenza insorgono altri problemi e il bambino stesso può simulare la
malattia per cercare, in una sorta di follia a due , di di garantirsi cure e attenzioni da parte del
genitori.
Nella
maggioranza dei casi (fino al 98%) il genitore abusante è la mamma che è, come
detto sopra , una donna abbastanza
colta, con conoscenze mediche che possono provenire da studi nel campo,
riviste, enciclopedie mediche, serie televisive di ambientazione ospedaliera. La
mamma instaura un buon rapporto con il personale sanitario, si dimostra
collaborante e ascolta con attenzione, ha un atteggiamento riconoscente ed è
gratificata dalle attenzioni rivolte al figlio; appare, quindi, come una madre
affettuosa e amorevole.
Si
riscontra però frequentemente in queste mamme un disturbo di personalità e frequentemente,
le madri abusanti risultano essere state a loro volta vittime di maltrattamento
da parte dei genitori, oppure sono o sono state affette da sindrome di
Münchausen (autoindotta).
E IL
PAPA’???
In
genere è una figura passiva e negligente. Il più delle volte si tratta di un
padre assente o perché resta lontano da casa per lunghi periodi di tempo, o
perché sembra non par tecipare/essere coinvolto nelle vicende familiari. Quando
la donna viene scoperta e messa di fronte agli abusi perpetrati, il marito la
sostiene e può persino rendersi complice dei suoi in- ganni, facilitando
tacitamente il suo comportamento. A volte anche il papà è abusante.
• Un
bambino che ha uno o più pro-blemi di salute insoliti, che non rispondono al
trattamento o che appaiono anomali e diversi rispetto a casi analoghi (non ho
mai visto una cosa di questo tipo).
•
Segni e i sintomi che non si evidenziano mai in assenza del genitore (spesso
l’ospedalizza- zione e il controllo attento si dimostrano indispensabili per
poter stabilire questo rapporto casuale) o si ripresentano sempre in un contesto
fisso (a casa, ad esempio...).
• Un
genitore che sembra essere insolitamente calmo di fronte alle gravi difficoltà
clinico-terapeutiche che spesso questi bambini pongono, o per contro che appare
costantemente sfiduciato nei confronti del personale, richiedendo con frequente
insistenza ulteriori pareri clinici (doctor shopping).
• Il
genitore ritenuto sospetto può lavorare egli stesso nel campo sanitario o
esprimere un chiaro interesse per tali tipologie di professioni; tipicamente si
dimostra in confidenza con il personale e avanza suggerimenti e consigli in
materia di valutazioni cliniche, diagnostiche e terapeutiche.
• Un
genitore estremamente attento ai bisogni del bambino, che sembra necessitare di
un’attenzione costante.
• Un
genitore con i sintomi riferiti simili a quelli del bambino o con una storia di
malattia di per sé insolita e di difficile spiegazione clinica.
•
Ricorrenza familiare di episodi simili di malattia o eventi di morti
non
spiegate.
• Un
genitore che sembra avere un’esigenza insaziabile di essere gratificato o che
tende a dichiarare apertamente le proprie attitudini e abilità.
*(da “Medico e Bambino” del maggio 2009: La sindrome di Münchausen by proxy Dal dire al fare attraverso i casi. ZEMIRA CANNIOTO1, FEDERICO MARCHETTI1, EVA DA DALT1, SANDRA BRUSA2, ALESSANDRO VENTURA1 1Clinica Pediatrica, IRCCS “Burlo Garofolo”, Università di Trieste 2Reparto di Pediatria, Ospedale S. Maria della Scaletta, Imola (Bologna))
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