mercoledì 12 novembre 2014

L'angolo di Filippo: Recensione del fim THE JUDGE

THE JUDGE
“Quanti sbagli un padre e un figlio sono disposti a perdonarsi nell’arco di una vita?”
Questa domanda rappresenta il tema, il fulcro attorno a cui ruota il film The Judge. Hank Palmer è un grande, ma spregiudicato, avvocato di successo, difensore di criminali e gente corrotta. L’improvvisa morte della madre lo riporta nella sua piccola città d’origine nell’Indiana. Qui è costretto a scontrarsi con il suo passato e soprattutto con il padre Joseph, stimato ed onesto giudice, con cui tuttavia ha sempre avuto un rapporto conflittuale sin dall’adolescenza. Ma proprio quando Hank si trova in procinto di partire dalla cittadina, il padre viene arrestato con l’accusa di aver investito volontariamente un teppistello, che lui stesso aveva condannato 20 anni prima. Tutti ritengono colpevole l’integerrimo giudice, ma Hank rimane l’unico pronto a credere nella sua innocenza e a difenderlo in un lungo processo: un processo che si trasformerà in un’occasione per recuperare il rapporto tra padre e figlio, concedendo ad entrambi la possibilità di riparare agli errori commessi in passato.
The Judge, scelto come pellicola d’apertura al Toronto International Film Festival, è un sapiente mix di umorismo e drammaticità, è un confronto familiare tra la spregiudicatezza ed esuberanza del figlio (Robert Downey jr.) e l’onestà ed austerità del padre (Robert Duvall). Il “duello” tra i due si trasforma in quello che è uno scontro tra due generazioni e due stili di recitazione, che non potrebbero essere più distanti di così, rendendo molto realisticamente il confronto tra i due attori. Il film comincia come la più classica commedia hollywoodiana per poi andare a sfociare in un legal thriller drammatico a sfondo familiare, che riesce quasi a commuovere nel finale. Il duo Downey jr.-Duvall funziona bene, anche se la sceneggiatura di Nick Schenk sembra scritta apposta su misura per Downey jr.(infatti è piena di battute e discorsi che mettono in risalto l’esuberanza che contraddistingue il giovane attore statunitense). Tuttavia, al contrario di quanto si possa pensare, quest’ultimo ci regala un’interpretazione diversa rispetto a quella del film Iron Man o Sherlock Holmes. Robert Duvall, invece, non si smentisce nemmeno questa volta, interpretando un giudice e un padre di famiglia severo e onesto, che sino in fondo nega i suoi errori (solo io vedo in questo il pensiero puritano?), per poi riconoscerli alla fine e riallacciare i rapporti con il figlio. Inoltre il cast è impreziosito da figure di spicco del cinema mondiale, quali il vincitore del premio Oscar Billy Bob Thornton, la candidata al premio Oscar Vera Farmiga e, per concludere, Vincent D’Onofrio (l’indimenticabile “palla di lardo” di Full Metal Jacket). Il regista Dobkin, nel realizzare il film, è stato anche affiancato da un team di alto livello, tra cui si mettono in risalto il direttore della fotografia Janusz Kaminski, vincitore dell’Oscar per il film “Salvate il soldato Ryan”, e il compositore della colonna sonora Thomas Newman, che è stato ben 12 volte candidato al premio tanto ambito. Tuttavia film, per certi aspetti, tende un po’ a banalizzare. Tale forma di banalizzazione si può riscontrare ad esempio nella figura del secondo fratello di Hank, che è autistico, e quindi ritorna il tema della compassione che è stato visto e stravisto. Un altro tema che si può individuare facilmente nella pellicola è quello della seconda occasione, tipica del sogno americano, che padre e figlio finiscono per concedersi l’un l’altro. Anche la relazione problematica tra il protagonista ribelle e la sua famiglia è già stata vista in molti film ed è nota ai più.
A parte tutto ciò penso che The Judge sia un film da vedere, per scoprire da soli quali siano i suoi pregi e i suoi difetti. A voi la scelta e un eventuale commento! Voto: 3/5
FILIPPO DAGNINO 


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