THE
JUDGE
“Quanti sbagli un padre e un figlio
sono disposti a perdonarsi nell’arco di una vita?”
Questa domanda rappresenta il tema, il
fulcro attorno a cui ruota il film The Judge. Hank Palmer è un
grande, ma spregiudicato, avvocato di successo, difensore di
criminali e gente corrotta. L’improvvisa morte della madre lo
riporta nella sua piccola città d’origine nell’Indiana. Qui è
costretto a scontrarsi con il suo passato e soprattutto con il padre
Joseph, stimato ed onesto giudice, con cui tuttavia ha sempre avuto
un rapporto conflittuale sin dall’adolescenza. Ma proprio quando
Hank si trova in procinto di partire dalla cittadina, il padre viene
arrestato con l’accusa di aver investito volontariamente un
teppistello, che lui stesso aveva condannato 20 anni prima. Tutti
ritengono colpevole l’integerrimo giudice, ma Hank rimane l’unico
pronto a credere nella sua innocenza e a difenderlo in un lungo
processo: un processo che si trasformerà in un’occasione per
recuperare il rapporto tra padre e figlio, concedendo ad entrambi la
possibilità di riparare agli errori commessi in passato.
The Judge, scelto come pellicola
d’apertura al Toronto International Film Festival, è un sapiente
mix di umorismo e drammaticità, è un confronto familiare tra la
spregiudicatezza ed esuberanza del figlio (Robert Downey jr.) e
l’onestà ed austerità del padre (Robert Duvall). Il “duello”
tra i due si trasforma in quello che è uno scontro tra due
generazioni e due stili di recitazione, che non potrebbero essere più
distanti di così, rendendo molto realisticamente il confronto tra i
due attori. Il film comincia come la più classica commedia
hollywoodiana per poi andare a sfociare in un legal thriller
drammatico a sfondo familiare, che riesce quasi a commuovere nel
finale. Il duo Downey jr.-Duvall funziona bene, anche se la
sceneggiatura di Nick Schenk sembra scritta apposta su misura per
Downey jr.(infatti è piena di battute e discorsi che mettono in
risalto l’esuberanza che contraddistingue il giovane attore
statunitense). Tuttavia, al contrario di quanto si possa pensare,
quest’ultimo ci regala un’interpretazione diversa rispetto a
quella del film Iron Man o Sherlock Holmes. Robert Duvall, invece,
non si smentisce nemmeno questa volta, interpretando un giudice e un
padre di famiglia severo e onesto, che sino in fondo nega i suoi
errori (solo io vedo in questo il pensiero puritano?), per poi
riconoscerli alla fine e riallacciare i rapporti con il figlio.
Inoltre il cast è impreziosito da figure di spicco del cinema
mondiale, quali il vincitore del premio Oscar Billy Bob Thornton, la
candidata al premio Oscar Vera Farmiga e, per concludere, Vincent
D’Onofrio (l’indimenticabile “palla di lardo” di Full Metal
Jacket). Il regista Dobkin, nel realizzare il film, è stato anche
affiancato da un team di alto livello, tra cui si mettono in risalto
il direttore della fotografia Janusz Kaminski, vincitore dell’Oscar
per il film “Salvate il soldato Ryan”, e il compositore della
colonna sonora Thomas Newman, che è stato ben 12 volte candidato al
premio tanto ambito. Tuttavia film, per certi aspetti, tende un po’
a banalizzare. Tale forma di banalizzazione si può riscontrare ad
esempio nella figura del secondo fratello di Hank, che è autistico,
e quindi ritorna il tema della compassione che è stato visto e
stravisto. Un altro tema che si può individuare facilmente nella
pellicola è quello della seconda occasione, tipica del sogno
americano, che padre e figlio finiscono per concedersi l’un
l’altro. Anche la relazione problematica tra il protagonista
ribelle e la sua famiglia è già stata vista in molti film ed è
nota ai più.
A parte tutto ciò penso che The Judge
sia un film da vedere, per scoprire da soli quali siano i suoi pregi
e i suoi difetti. A voi la scelta e un eventuale commento!
Voto: 3/5
FILIPPO DAGNINO
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