martedì 10 marzo 2015

Viaggio in montagna con il bebè. A che altezza? Che farmaci? Per il sole?

Viaggio in montagna con il bebè. A che altezza? Che farmaci? Per il sole?
A CHE ALTITUDINE SI PUO’ PORTARE IL BAMBINO?
In linea di massima è consigliabile per i bambini di età inferiore a 1 anno portare i bambini ad altezze non superiori a 1500 metri anche se molti bambini stanno benissimo ad altezze superiori. Altitudini superiori a 2000 metri non sono consigliabili per un lattante: a prescindere da problemi di temperatura, l'alta quota determina irritabilità, inappetenza e disturbi del sonno.
In occasione di rapide variazioni di altitudine si possono avere problemi di compensazione della pressione fra l'orecchio medio e l'esterno, con conseguente trauma (barotrauma, si dice) sul timpano. Ciò è vero soprattutto per chi, piccolo o grande, ha difficoltà a respirare con il naso, magari per un lieve raffreddore. Noi avvertiamo il problema dapprima con la sensazione di "orecchio tappato", che se prosegue può tramutarsi in vero e proprio dolore; il lattante segnala normalmente il disagio piangendo.
Per prevenire il disturbo è utile stimolare la deglutizione (tenendo il succhiotto durante il viaggio o fermandosi ogni tanto per una sorsata dal biberon); allattare in auto può essere un modo per unire l'utile al dilettevole, ma non è raccomandabile farlo per ragioni di sicurezza. Una volta in montagna, il bambino si troverà benissimo anche in caso di clima freddo..

VIAGGIO IN AUTO:
La causa principale di lesioni ai bambini è rappresentato dagli incidenti. Abituatevi, fin dai primi giorni di vita del bambino a controllare dove è posto e gli oggetti che possono venire a contatto con lui. In auto il bambino va sempre posto nel seggiolino omologato di sicurezza. Non permettetegli mai di viaggiare in braccio con voi.
I seggiolini per auto sono obbligatori dal 1988, ma solo con il nuovo Codice della strada (entrato in vigore dal 1° ottobre 1993) sono state emanate norme precise per il loro utilizzo.
Per trasportare i neonati si può utilizzare una apposita navicella "di sicurezza", da sistemare sul sedile posteriore e da fissare con speciali cinture in dotazione. Il neonato viene trattenuto all’interno da una fascia antiribaltamento situata all’altezza dell’addome. La culla ha una speciale imbottitura antiurto di polistirolo ma, per evitare che il piccolo si sposti all’interno della navicella durante il viaggio a causa degli scossoni dell’auto, sarà utile collocare ai lati del bambino due copertine.
Il posto più sicuro sia per un bambino piccolo che per un bambino grande è in tutti i casi il sedile posteriore dell’auto: secondo l’Accademia Americana di Pediatria il rischio di trauma è maggiore del 29% per i bambini sul sedile anteriore, anche se non c’è l’air-bag.
Ricordiamo infine che i bambini sotto i 3 anni di età possono viaggiare seduti sul sedile posteriore, senza seggiolino di sicurezza e comunque sempre accompagnati da una persona di almeno sedici anni, purché l'automobile sia sprovvista di un sistema di ritenuta, in altre parole se il modello dell'auto non è così recente da possedere gli attacchi per le cinture per i sedili posteriori.
Se il bambino”soffre l’auto” (cinetosi) il vostro pediatra potrà consigliarvi l’utilizzo di alcuni farmaci. In genere si utilizzano dei farmaci antistaminici  che hanno un effetto antiemetico, calmano il vomito, danno sonnolenza e talora fanno aumentare l’appetito (tale fenomeno è un effetto secondario e non bisogna somministrare tali farmaci  per questo motivo. Normalmente il bambino al di sotto dei 2-3 anni, salvo rare eccezioni, non soffre di mal d’autoi e piuttosto in viaggio si addormenta.

FARMACI DA PORTARE:
E' sempre utile, quando si va in vacanza, portare qualche medicina con sè per attuare un primo "piccolo intervento" in caso di problemi del piccolo, (ma non solo del piccolo in quanto purtroppo in vacanza si possono ammalare anche i genitori). Ci sono bambini che si ammalano poco o niente e aspettano proprio le meritate ed agognate vacanze per accusare qualche malessere.
Non possiamo in queste poche righe fare un elenco esauriente che possa andare bene per tutti i bambini di tutte le età e per tutto quello che potrebbero prendersi, possiamo però darvi alcune indicazioni utili di massima.
Innanzitutto teniamo conto che ogni bambino è diverso dagli altri. C'è chi sopporta molto bene la febbre e chi no. C'è il bambino che guarisce spontaneamente in pochi giorni e quello, un pochino più debole o più sfortunato, in cui anche un banale raffreddore dura più a lungo oppure si conclude con una bronchite o un male alle orecchie.
Quindi la terapia, in qualsiasi età, va personalizzata su "quel bambino" in "quel momento".
Inoltre chi conosce di più il bambino sono i suoi genitori e in particolare la mamma che con uno solo sguardo, dopo le prime malattie di "allenamento" soprattutto dopo l'inserimento all'asilo nido o alla scuola materna, è, in genere, in grado di valutare le condizioni del bambino e sa cosa fare, magari con l'aiuto, anche a distanza, del proprio pediatra che consigliamo di contattare, prima della partenza, per un consiglio "personalizzato" sulle medicine da portare con sè.
Quanto sopra riportato è ancora più evidente ed importante nei bambini affetti da alcune patologie come asma o otiti ricorrenti in cui è assolutamente indispensabile l'intervento precoce dei genitori, o del bambino stesso quando è più grandicello, nelle prime fasi della malattia e che solo il bambino stesso o i suoi genitori sono in grado di cogliere. Tale intervento è possibile grazie ad una azione di educazione della famiglia, e del bambino, da parte del proprio pediatra.
Altro parametro importante è l'età del bambino. Infatti sotto i tre mesi di età è sempre meglio contattare, prima di somministrare un farmaco, il pediatra. Tale consiglio  è, comunque, valido per tutte le età. Non somministrate farmaci se non quelli che vi ha consigliato il vostro   medico curante e contattatelo se avete la tentazione di dargli dei farmaci consigliati da amici, conoscenti, parenti ecc.
Prendiamo ora in considerazione i sintomi o i segni che più facilmente può presentare un bambino e  quello che un genitore può fare, in linea di massima, per bambino dai 3 mesi di età in poi.
Ricordiamo comunque, anche a costo di essere noiosi, che nel dubbio è sempre opportuno telefonare al pediatra , anche se siete in vacanza, in quanto conosce il bambino.               
Quanto scriviamo comunque può essere fatto in attesa del colloquio con il medico:
Febbre (nei prossimi numeri dedicheremo una puntata intera all'argomento febbre):
Qualsiasi sia la causa dell'aumento di temperatura (Attività fisca intensa, colpo di calore, infezione)   se riscontrate febbre superiore a 38°C effettivi
(ascellari o 38,5 rettali) somministrate un antipiretico per bocca o per via rettale
Nelle prime 24-48 ore se non sono presenti altri sintomi potete limitarvi ad una terapia sul sintomo febbre. Coprite poco il bambino e offrite da bere più spesso del solito e non forzate il b. a mangiare; se la temperatura è inf a 38°, il b. appare in buone condizioni potete permettere brevi uscite cercando di evitare sudate o, improbabili, "colpi" di freddo.
Evitate, in preda alla preoccupazione, di mettervi in viaggio per tornare a casa nelle ore calde della giornata, meglio attendere qualche ora quando la febbre è calata o
inizia a scendere. A volte un bambino presenta una puntata febbrile e il giorno successivo non presenta più nulla.
FARMACI: per la febbre utilizzate il paracetamolo (nomi commerciali Tachipirina, Efferalgan, Puernol, Acetamol, Levadol, paracetamolo, ecc) per bocca (gocce, sciroppo, compresse solubili) o per via rettale. Se il bambino non vomita è sempre preferibile somministrare i farmaci per bocca. Non utlizzate, se non dopo consulto con il medico altri farmaci antipiretici o farmaci antinfiammatori. Non utilizzate mai, in età pediatrica, acido acetilsalicilico (aspirina, Kilios, Cemirit ecc.) per la possibilità, seppur rara, di gravi effetti collaterali.
NON somministrate antibiotici in quanto inutili nelle infezioni causate da virus (raffreddore, tracheite, gastroenterite) e, anche nelle infezioni causate da batteri, spesso l'organismo reagisce senza necessità di antibiotico (la maggior parte delle otiti).
MALE alle orecchie:
Il bambino può avere male alle orecchie per otite o per "catarro" tubarico secondario ad accumulo di secrezioni nelle alte vie respiratorie. Anche in questo caso nelle prime 24-48 ore somministrate il paracetamolo che ha una buona azione antidolorifica. Le gocce auricolari a base di anestetici antiinfiammatori e antibiotici hanno uno scarso effetto sul dolore. Utili sono i lavaggi nasali. Ricordate che non esiste rapporto tra entità del dolore e gravità della malattia. A volte un bambino piange durante la notte in modo inconsolabile e. dopo 1-2 somministrazioni di paracetamolo, sembra non aver avuto più nulla. Anche in questo caso, nei bambini di età superiore ai 6 mesi, non somministrate antibiotico, se non su indicazione del pediatra, nelle prime 24-72 ore.
VOMITO: anche qui nessun farmaco. Non date nulla da bere al bambino per almeno un'ora  dall'ultimo episodio di vomito anche se piange e si dispera dalla sete, limitatevi a bagnargli le labbra.  Dopo 1 ora iniziate a dare 1 cucchiaino scarso dibevande meglio fredde e gassate, sopra all'età di 2 anni anche qualche cucchiaino di Coca Cola senza caffeina, inizialmente ogni 5 minuti, poi più frequentemente.



IL BAMBINO E IL SOLE:
l’esposizione al sole ha effetti benefici per la produzione di vitamina D ma può essere nociva e deve quindi seguire alcune regole, soprattutto nel primo anno di vita, in cui la pelle del bambino è molto delicata e particolarmente sensibile alla disidratazione. Una  buona protezione dal sole durante l’infanzia costituisce una ottima forma di prevenzione contro i tumori della pelle nell’età adulta che sono strettamente associati con l’esposizione solare intensa ed intermittente durante l’infanzia e l’adolescenza. Il rischio è collegato alla durata di esposizione a pelle scoperta e alle scottature solari subite.
I raggi del sole  si dividono infatti in ultravioletti (UV-A ed UV-B) ed in infrarossi. I primi stimolano la produzione di un pigmento colorato contenuto nella pelle, la melanina, in grado di scurire la cute. Gli ultravioletti di tipo A (UV-A) che, raggiungendo lo strato più profondo della pelle, il derma, sono in grado di abbronzarci mentre gli UV-B si fermano negli strati più superficiali, provocando la dilatazione dei capillari e, alla lunga, determinando arrossamenti ed irritazioni della cute. I raggi infrarossi invece scaldano la pelle senza abbronzarla e, amplificando l’azione dei raggi ultravioletti di tipo B, aumentano la possibilità di scottature ed eritemi.
In montagna i raggi del sole sono meno filtrati che al mare, il pericolo di scottature aumenta e quindi la pelle va protetta con attenzione ancora maggiore! Attenzione alle giornate nuvolose perché i raggi ultravioletti (soprattutto UV-B) filtrano anche attraverso le nuvole e non solo abbronzano poco, ma è più facile che provochino scottature. Rammentare che i filtri solari perdono le loro proprietà con il passare del tempo e quindi non andrebbero riutilizzati se avanzati dall’anno precedente.

Ricordatevi di usare quindi creme a solari per i vostri bambini e per voi. Utilizzate inoltre occhiali con filtri solari per proteggere gli occhi dal riverbero della luce.



Nessun commento:

Posta un commento