giovedì 3 settembre 2015

FARMACI ANTINFIAMMATORI: MENO NE DATE E MEGLIO E'

FARMACI Antinfiammatori

Primo consiglio: non dare mai farmaci al tuo bambino senza il consiglio del tuo pediatra.
I bambini si ammalano spesso e nella speranza di abbreviare malattie, CHE DEBBONO AVERE IL LORO DECORSO, si rischia di avere effetti collaterali, a volte anche gravi, con i farmaci antinfiammatori. Sono tra i farmaci con il maggior numero di effetti collaterali. Hanno un bel nome: TOGLIERE L’INFIAMMAZIONE.  Ma non si deve togliere il sintomo, che può essere un meccanismo di difesa dell’organismo, senza capire l’origine della infiammazione.
Ricordiamo che i  farmaci (TUTTI, tradizionali, alternativi, erbe ecc.) sono strumenti, mezzi messi a nostra disposizione per guarire da malattie o affrettare la guarigione o alleviare sintomi fastidiosi. 
Talvolta possono essere utili, altre volte inutili, altre volte poco utili rispetto agli effetti collaterali che possono scatenare, talvolta anche gravi e quindi pericolosi per la salute o, per bene che vada, rappresentano un inutile spreco di soldi.
Solo il tuo pediatra potrà consigliarti se è necessario usare un farmaco per il tuo bambino e quale.
Unica eccezione è la somministrazione di un antipiretico in caso di febbre accompagnata a malessere, a patto che tu conosca bene il dosaggio.
I farmaci per la febbre che sono risultati efficaci e ben studiati nei bambini sono: il paracetamolo e l’ibuprofene. NON SOMMINSRATE ALTRO (SALVO INDICAZIONE DEL MEDICO)
E' importante sottolineare che i farmaci usati per la febbre non sono dei curativi (dal momento che la febbre non è una malattia!), ma solo dei sintomatici (alleviano cioè il disturbo provocato dalla febbre oltre che eventuali dolori che possono associarsi come il mal d'orecchio e il mal di gola) e che le malattie che con più frequenza provocano febbre nei bambini sono legate a infezioni virali e pertanto non curabili con i farmaci.

L'abuso di farmaci antinfiammatori (FANS), come i più usati ketoprofene, l’acido niflumico nella gestione della febbre ha messo in allarme l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) che fin dal novembre del 2010 ha segnalato un trend in aumento di reazioni avverse anche serie (emorragie e compromissione renale ed epatica) in rapporto al loro uso/abuso nei bambini, sottolineando di non alternarli mai al comune paracetamolo.
 Inoltre, sempre l'AIFA, ha segnalato che non vi è alcuno studio pubblicato in letteratura che abbia dimostrato l’efficacia dei FANS nell’abbreviare la durata della sintomatologia in corso di infezioni delle vie respiratorie, né tantomeno (ovviamente) nella cura o la prevenzione delle complicanze. Pertanto, il loro impiego, con un presunto obiettivo curativo antinfiammatorio, in corso di queste specifiche ed autolimitanti condizioni, è fortemente sconsigliato.

Nel recente passato un articolo di un blog di mamme scriveva: “Una supp. di N…e via”
ACIDO NIFLUMICO/MORNIFLUMATO: UN CASO ITALIANO?
L'acido niflumico/morniflumato appartiene alla classe degli antinfiammatori non steroidei (FANS) ed è commercializzato in Italia e in pochi altri paesi europei (Spagna, Francia, Svizzera). La pubblicazione di alcuni studi in cui emerge che l'ac. niflumico è uno dei farmaci pediatrici più utilizzati nel trattamento delle infezioni acute delle vie respiratorie merita alcune riflessioni.
Un'analisi condotta da Bonati M. et al. (Giornale Italiano di Farmacia Clinica 2001, 15:36) ha valutato l'impiego di FANS e analgesici nelle affezioni respiratorie attraverso una ricerca sui siti web delle maggiori Società scientifiche internazionali. Secondo le principali linee-guida (ne sono state evidenziate 12 di cui 6 riguardanti la faringite acuta, 4 l'otite media acuta e 2 la rinite), i farmaci di scelta sono il paracetamolo e, in seconda battuta, l'ibuprofene.
Questo appare in contrasto con le abitudini prescrittive dei pediatri italiani, secondo quanto emerge da uno studio condotto su un campione di 35 pediatri (Giornale Italiano di Farmacia Clinica 2001, 15:21). Durante i 455 giorni considerati sono stati registrati 9.917 contatti, con 8.805 prescrizioni farmacologiche in 6.417 bambini (numero medio di farmaci prescritti/bambino = 1,4). Sui 20 farmaci più prescritti (83,4% del totale) è interessante notare che al quarto posto si trova l'ac. niflumico, dopo paracetamolo, amoxicillina e beclo-metasone. La diagnosi più frequente è risultata la faringotonsillite acuta (1.261 bambini). Quest'ultimo dato giustifica la prescrizione di paracetamolo e antibiotici, meno quella dell'ac. niflumico che non risulta nelle principali linee guida per il trattamento della faringotonsillite. D'altra parte la letteratura scientifica sull'impiego dell'ac. niflumico in campo pediatrico è molto esile. Una recente rassegna sul trattamento del dolore acuto nei bambini cita il paracetamolo e i FANS, ma tra questi l'ac. niflumico non viene menzionato (Pediatr Clin N Am 2000, 47:527).
Bisogna, altresì, considerare anche gli aspetti di tollerabilità. Uno studio, condotto presso il P.S. dell'Ospedale Santobono di Napoli, ha analizzato dal novembre 1999 all'ottobre 2000 i ricoveri di 241 bambini (Arch Dis Child 2001, 84:430). All'interno di questo gruppo 79 presentavano lesioni mucocutanee e di questi il 19% aveva assunto acido niflumico. La casistica comprendeva 7 casi di vasculite, 3 di orticaria, 3 di porpora di Schonlein-Henoch, 1 di eruzione esantematica e 1 caso di sindrome di Stevens-Johnson. Oltre la metà dei bambini aveva assunto anche antibiotici, cortisonici e mucolitici; le indicazioni principali d'impiego erano faringite, tonsillite e otite.
In letteratura si ritrovano, inoltre, un caso di sindrome di Lyell e 3 d'insufficienza renale in bambini in terapia con ac. niflumico. A conferma di questi segnali nella banca dati del Veneto-Trentino-Lombardia vi sono 6 casi di danno renale (4 insufficienze renali acute) e 11 reazioni cutanee in bambini trattati con ac. niflumico.
In considerazione di questi dati il Ministero della Sanità ha di recente emanato una Dear Doctor Letter.
Ma allora il farmaco (registrato solo in alcuni paesi europei), è così "indispensabile e insostituibile" da essere utilizzato nonostante sia così poco documentato (rispetto ad altri) dal punto di vista scientifico? 
Alla luce delle evidenze perché non prendere in considerazione altri farmaci (ad es. l'ibuprofene) il cui uso pediatrico è meglio documentato e di cui è disponibile una formulazione pediatrica?

http://www.farmacovigilanza.org/focus/200108/1.asp


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