mercoledì 3 agosto 2016

COLICHE GASSOSE: Cosa sono, cosa NON sono, Cosa fare e cosa non fare

COLICHE GASSOSE: Cosa sono, cosa NON sono, Cosa fare e cosa non fare Cosa sapere
Non sono causate da dolori addominali. L’idea che il pianto del lattantino dipenda dal mal di pancia è radicato ed è frequente sentirlo ipotizzare o proporre da più persone. Mai dimostrato, anzi sconfessato da decenni. (Non si può negare che in alcuni bambini possa anche dipendere da dolore addominale. Ma non è la regola)
Le coliche gassose compaiono nel neonato nelle prime settimane e proseguono e aumentano fino al 3° mese di vita circa, quando iniziano piano piano ad attenuarsi.
Che cosa sono le coliche gassose?
Vengono definite come “crisi di pianto inconsolabile”. Questa definizione dice, di per sé tutto: cioè il bambino piange e non si riesce a farlo calmare con niente: latte, acqua, camomilla, ciucciotto, ballo con la mamma (o il papà o la nonna), cambio del pannolino ecc. Le crisi di pianto vanno e vengono (da qui il termine colica).
L’ipotesi che le coliche possano dipendere da disturbi intestinali e, soprattutto, da stipsi o da aria nell’intestino è stata bocciata da "decenni" ma siccome è entrata nel pensiero comune, viene continuamente riproposta.

Per la diagnosi di colica gassosa si utilizza la cosiddetta regola del tre. Come tutte le regole è limitata, ma aiuta a ricordare le caratteristiche delle coliche, che sono:
1.         Compaiono nelle prime 3 settimane di vita.
2.         Aumentano fino al 3° mese e poi, gradualmente, si riducono.
3.         Vengono almeno 3 volte alla settimana.
4.         Le crisi di pianto possono durare fino a 3 ore.
A volte si calmano coccolando e dondolando il bambino, allattandolo o portandolo a fare un giro in macchina
Da cosa dipendono?
Esistono varie teorie e ipotesi:
          intolleranza alle proteine del latte vaccino o, più raramente, intolleranza al lattosio (lo zucchero del latte);
          immaturità gastrointestinale, aerofagia, peristalsi inefficace;
          tensione genitore-neonato.
La teoria neurologica imputa la crisi di pianto alla mancata “sincronizzazione ” delle varie fasi del sonno.
Non è certo facile rimanere tranquilli quando si ha un figlio che passa le sere piangendo; e poi i sensi di colpa, che derivano dal sentirsi inadeguati a calmarlo, non aiutano per niente. Può anche capitare che qualcuno dica alla mamma: “È colpa tua che sei nervosa”.
Un bambino con coliche è molto stressante. Ci saranno momenti in cui vi sentirete così stanchi da pensare di non riuscire ad andare avanti. Chiedete aiuto a qualcuno che vi possa dare il cambio, almeno di tanto in tanto, per darvi un po’ di riposo e la possibilità di “liberarvi” per qualche ora dalla cura del piccolo.
Dedicate un po’ di attenzione anche a voi stesse: uscite per una passeggiata, per fare shopping o qualcosa che possa distrarvi e tranquillizzarvi.
Se siete sole: assicuratevi che il bambino stia bene, mettetelo nella culla, allontanatevi e fate qualcosa per calmarvi (una tisana calda, sfogliare una rivista). Stabilite un tempo limite (5-10 minuti) quindi ritornate da lui.

 Cosa fare
          Cercare di calmare il bambino: non è facile, si può provare a consolarlo e coccolarlo, dargli il ciuccio, passeggiare, attaccarlo al seno.
          Favorire il “contenimento”: ad alcuni bambini piace essere in una specie di nido. Si può ottenere avvolgendolo in un lenzuolo, o usando delle fasce apposite o anche utilizzare il “marsupio”.
          Ricordare che, per quanto la situazione possa apparire drammatica, vostro figlio sta bene e tra poco si calmerà e mangerà normalmente. Nel tempo le coliche si attenueranno e dopo i primi 3-4 mesi passeranno del tutto. Molto utili, e non solo per le coliche, sono i massaggi al neonato/lattante.
          Si possono usare farmaci*. Per la scelta si consiglia di rivolgersi al pediatra, anche se l’effetto non è sempre garantito. Alcuni bambini si calmano con farmaci assolutamente inutili per altri bambini.
          Una delle cause di coliche potrebbe essere l’intolleranza alle proteine del latte vaccino. Si può provare, sotto la guida del pediatra, a cambiare il latte o a darne uno privo delle proteine del latte o uno in cui le stesse sono state “idrolizzate” (cioè ridotte in particelle finissime). Se la mamma allatta può provare a togliere dalla propria dieta latte e latticini.
          Perettina, sondine rettali e suppostine vanno utilizzate solo in caso di stitichezza.

*FARMACI: Vi verranno proposti tanti possibili rimedi ma non esiste un farmaco di dimostrata efficacia, anche perché le cause delle coliche sono diverse da bambino a bambino. Vale il principio del “primum non nocere” per cui il pediatra curante vi suggerirà, probiotici, simeticone, estratti di camomilla e altre erbe, in alcuni casi, anche antispatici (cimetropio bromuro) che però possono anche dare  effetti collaterali (stitichezza, agitazione o sonnolenza eccessiva) per cui l’uso deve essere limitato. Esistono poi tanti prodotti omeopatici, omotossicologici, erbe ecc.: usatele solo su indicazione del pediatra in quanto questi farmaci, anche i più naturali, possono avere effetti collaterali. Soprattutto nei bambini piccoli.
 Se oltre alle crisi di pianto il bambino vomita ripetutamente o non elimina feci e gas (flatulenza) o evacua feci con sangue contattare rapidamente il pediatra o il Pronto Soccorso.

 Cosa non fare
          Dare farmaci non consigliati dal pediatra.
          Usare routinariamente sondini rettali o perettine o suppostine.
          Somministrare sostanze dolci (se non su indicazione del pediatra).
          Colpevolizzarsi perché piange (non dipende da voi).
          Ascoltare le accuse da parte di parenti e amici.



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