DOLORE NEL BAMBINO: TRAPIA (NON SOLO FARMACI)
Articolo tratto dal libro "Primo Soccorso Pediatrico"
COSA SAPERE
Il dolore è un sintomo frequente in corso di
malattia e richiede frequentemente assistenza medica e, talvolta, accesso al
Pronto Soccorso. E’ un segno di malattia e ha una forte componente emotiva sia
per il bambino sia per la famiglia.
Un tempo si riteneva, erroneamente, che i bambini
piccoli non avvertissero il dolore. Oggi, sappiamo che il feto, fin dal secondo
trimestre di gravidanza, avverte dolore e che il neonato ha già una “memoria
del dolore”.
Il dolore è presente in situazioni cliniche diverse:
patologie infettive e/o traumi (94% dei pazienti presentano anche dolore),
patologie ricorrenti (cefalea e dolore addominale interessano il 15-25% dei
bambini in età scolare), patologie croniche (oncologiche, reumatologiche,
metaboliche...) e test diagnostici e/o terapeutici.
E’ necessario sapere che, a tutte le età, uno
stimolo doloroso lascia traccia nella memoria.
Un’adeguata terapia antidolorifica annulla gli
effetti negativi, sia fisici sia psicologici del dolore.
ALLEVIARE IL DOLORE E’ SEMPRE IMPORTANTE: La
medicina cura spesso, guarisce qualche volta, allevia il dolore e consola
sempre.
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COSA FARE
Il dolore va valutato:
• Ogni qual volta il bambino presenta situazioni
cliniche che possono determinare dolore.
• Ogni qual volta il bambino
dice di avere dolore.
• Ogni qual volta i genitori
dicono che il loro figlio ha dolore.
• Prima e dopo interventi
dolorosi (procedure-manovre diagnostico-terapeutiche).
• Durante la
somministrazione di farmaci analgesici.
• Dopo la sospensione di
farmaci analgesici.
MISURAZIONE
In situazioni di dolore
recidivante o cronico è utile valutare l’entità del dolore. Si utilizzano vari
metodi CHE TROVATE DETTAGLIATI NEL LIBRO.
Dai 4 anni:
Scala di Wong-Baker
E’ utilizzata per i bambini dall’età di 4 anni ed è
costituita da sei facce, da quella sorridente corrispondente a “nessun male” a
quella che piange, corrispondente a “il peggior male possibile”. Va
somministrata al bambino chiedendogli di indicare “la faccia che corrisponde al
male o al dolore che provi in questo momento”. A ogni scelta corrisponde un
numero che va da 0 a 10. Si usa generalmente il termine “male” per età dai 3
ai 5 anni, il termine “dolore” per età dai 6 ai 7 anni.
Bambino di
età ≥ 8 anni: scala numerica
Per i bambini d’età ≥ 8 anni può essere utilizzata
la scala numerica. Si tratta di una linea orientata orizzontalmente (lunghezza
pari a 10 cm), associata a specifiche ancore verbali intermedie (per facilitare
la valutazione del livello di dolore), e i cui estremi sono caratterizzati da
“nessun dolore” e “il peggiore dolore possibile”.
Si domanda al bambino di indicare l’intensità di
dolore che prova scegliendo o indicando il numero corrispondente. Può essere
indicata anche ai genitori per il monitoraggio/misurazione del dolore a
domicilio.
TERAPIA NON
FARMACOLOGICA
Il dolore ha sempre una componente emotiva e per
alleviare il dolore, la terapia non farmacologica è, a volte, altrettanto
importante come quella con farmaci.
Quando il bambino prova dolore, il comportamento di
noi adulti contribuisce ad attenuarlo o ad accentuarlo tanto che la riduzione
dell’ansia e della paura associate al dolore e il comportamento dei genitori
nella gestione dello stesso, sono importanti strumenti di cura che s’integrano
con le terapie farmacologiche.
Nella terapia non farmacologica del dolore è molto
importante il nostro comportamento: è necessario avere atteggiamento calmo e
tranquillizzante, parlare a voce bassa e tranquilla e se il bambino è grande e
comprende, spiegare cosa succede. Importante anche l’ambiente cercando di mettere
il bambino in un ambiente confortevole e tranquillo, senza troppi rumori.
Che cosa fare a seconda
dell’età:
0-2 anni: contatto fisico
con il bambino: toccare, accarezzare, cullare. Ascoltare musica, giocattoli
sopra la culla, leggere ad alta voce;
2-4 anni: giocare con
pupazzi, raccontare storie, leggere libri, respirazione e bolle di sapone;
4-6 anni: respirazione,
racconto di storie, gioco con pupazzi, parlare dei luoghi preferiti, guardare
la televisione, coinvolgimento;
6-11 anni: musica, respirazione,
contare, parlare dei luoghi preferiti, guardare la TV, leggere libro.
Tecniche di terapia non farmacologica del dolore:
·
Tecniche di
supporto-relazione
·
Metodi
cognitivi/comportamentali
·
Atre tecniche
quali Rilassamento, visualizzazione, desensibilizzazione trovano applicazione
in procedure diagnostiche, in trattamenti cronici per cui si demanda a testi
dedicati
Tecniche di supporto-relazione
Le metodiche di supporto forniscono sostegno a
bambino e famiglia, attraverso una corretta informazione, comunicazione e
spiegazioni.
Metodi
cognitivi/comportamentali
Sono metodi che cercando di deviare l’attenzione dal
dolore, focalizzandola selettivamente su stimoli diversi (distrazione):
Il bambino, concentrandosi su qualcosa di diverso dal
dolore, può riuscire ad allontanare l’ansia e la paura. E’ necessario fornire
elementi di distrazione appropriati all’età del bambino e personalizzati, se
possibile, al fine di rispecchiare i suoi interessi e le sue preferenze:
- Le bolle di
sapone costituiscono un connubio tra la distrazione e il rilassamento, per
i bambini in età prescolare. Il bambino si distrae con la formazione delle
bolle e si rilassa quando espira per produrle.
- La respirazione aiuta a ridurre l’ansia dall’età
di 3-4 anni. Si invita il bambino a fare un respiro profondo, gonfiando i
polmoni, sentendo l’aria che entra ed esce e portando a una respirazione sempre
più lenta e profonda. In questo modo si cattura l’attenzione del bambino,
riduce la tensione muscolare, rilassa il diaframma e aumenta l’ossigenazione
del corpo. Ai bambini più piccoli può essere insegnato a respirare
profondamente soffiando bolle di sapone oppure possono essere incoraggiati a
“buttar fuori” la paura e il dolore attraverso una “nuvola rossa”.
Questa tecnica consiste nell’invitare il bambino a
immaginare di concentrare tutto il dolore in una nuvola rossa che viene poi
soffiata fuori dal corpo con tutta l’energia possibile e, una volta fatta
uscire, può immaginare che la nuvola di dolore si trasformi in qualcosa di
diverso e che il dolore possa essere allontanato soffiando.
- Il
rilassamento è una tecnica non farmacologica che può essere consigliata
al bambino insieme alla respirazione per ridurre l’ansia e la tensione. Il
rilassamento consiste nell’invitare i bambini a rilasciare la muscolatura così
da avere il corpo morbido e rilassato come un “budino”, partendo dal collo,
passando alle spalle, alla pancia fino alle braccia e alle gambe.
- La
visualizzazione (viaggio mentale nel luogo preferito) è una tecnica che
consiste nell’utilizzo dell’immaginazione in modo che il bambino si concentri
sull’immagine mentale di un’esperienza piacevole anziché sul dolore.
TERAPIA FARMACOLOGICA
Il dolore nel bambino può
essere distinto in tre gradi: lieve, moderato e forte e a seconda dell’entità
si possono usare diversi tipi di farmaci ma nella maggior parte dei casi il dolore
in occasione delle più comuni malattie e traumi dei bambini è di entità lieve e
moderata.
I farmaci utilizzati sono paracetamolo e ibuprofene (usati
anche per la febbre) che possono essere somministrati per bocca (preferibile) o
per via rettale.
In caso di dolore recidivante o cronico è necessario somministrare
il farmaco prima dell’insorgenza del dolore prevedibile.
È anche importante somministrare gli analgesici a
orario fisso, in modo da evitare l’insorgenza di “buchi” di dolore.
L’intervallo fra le dosi dovrebbe essere determinato in accordo con
l’intensità del dolore e la durata dell’effetto analgesico del farmaco utilizzato.
Il dolore nel bambini va sempre cercato e trattato,
in tutte le situazioni in cui vi siano segni e sintomi della sua presenza e
anche quando la situazione clinica depone per la presenza di dolore, anche se
il bambino non esprime verbalmente il suo disagio.
Quando possibile il dolore va sempre profilassato.
Paracetamolo
Il paracetamolo è il farmaco analgesico/antipiretico
tradizionalmente più usato in età pediatrica per l’ottimo rapporto
costi-benefici in termini di efficacia e sicurezza.
Per la scarsità di effetti collaterali è indicato
come farmaco di prima scelta nel trattamento del dolore lieve-moderato.
Non è gastrolesivo, è considerato sicuro nei pazienti
con disturbi della coagulazione.
È l’analgesico non oppiaceo di scelta nei pazienti
con insufficienza renale cronica.
Non ha effetto antinfiammatorio.
In caso di sovradosaggio e in età neonatali estreme,
segnalata tossicità epatica.
La dose di sicurezza è considerata di 90 mg/kg/die.
Rappresenta il farmaco di prima scelta nel
trattamento del dolore lieve-moderato.
• La dose analgesica è maggiore di quella
antipiretica, in uso antalgico è consigliabile partire con una dose maggiore
(di carico).
• I dosaggi massimi non andrebbero mantenuti oltre le
48-72 ore.
Ibuprofene
È il farmaco con maggiore evidenza in letteratura di
sicurezza in età pediatrica. È un antinfiammatorio debole rispetto agli altri
FANS ed è il farmaco di scelta nella categoria per il trattamento della febbre
e della sintomatologia dolorosa da patologia comune.
Rappresenta una valida alternativa al paracetamolo,
con un profilo di sicurezza sostanzialmente sovrapponibile, ove questo non sia
sufficiente o laddove sia richiesta un’azione antiflogistica (emicrania, dolore
osteo-muscolare, dolore dentario).
Disponibile anche in supposte.
Dose: La finestra terapeutica è ampia, sono
improbabili effetti tossici per dosaggi fino a 100 mg/kg/die, dosi maggiori di
400 mg/ kg/die possono causare una grave insufficienza epatica.
FONTI
Per ulteriori spiegazioni e
per le scale del dolore del neonato consultare:
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