LA CANNABIS FA MALE ...PUNTO (L'USO MEDICO E' UN ALTRO DISCORSO)Cari Genitori
La politica si allontana sempre più dalla gente. Lo vediamo dalla percentuale sempre alta degli astenuti. Il non faccio discorsi di tipo politico ma ricordo che il sindaco è il responsabile della salute dei cittadini e l'obiettivo principale che deve avere, a mio vedere è: correttezza della informazione che dà c he Eve essere documentata e iniziative sulla gestione della salute dei suoi cittadini. Legalizzare la Cannabis è una decisione politica che va presa dopo essersi documentati sugli effetti negativi e aver intrapreso una strada di informazione a tutti, soprattutto ai ragazzi degli effetti devastanti che può avere. Poi si può anche dire c he ha anche effetti medici (per chi ha problemi..) ma i sani prendo o i farmaci di chi è ammalato???-
Ho fatto una sintesi di una pubblicazione con una grande bibliografia medica che Vi consiglio di leggere.
Alberto Ferrando
La politica si allontana sempre più dalla gente. Lo vediamo dalla percentuale sempre alta degli astenuti. Il non faccio discorsi di tipo politico ma ricordo che il sindaco è il responsabile della salute dei cittadini e l'obiettivo principale che deve avere, a mio vedere è: correttezza della informazione che dà c he Eve essere documentata e iniziative sulla gestione della salute dei suoi cittadini. Legalizzare la Cannabis è una decisione politica che va presa dopo essersi documentati sugli effetti negativi e aver intrapreso una strada di informazione a tutti, soprattutto ai ragazzi degli effetti devastanti che può avere. Poi si può anche dire c he ha anche effetti medici (per chi ha problemi..) ma i sani prendo o i farmaci di chi è ammalato???-
Ho fatto una sintesi di una pubblicazione con una grande bibliografia medica che Vi consiglio di leggere.
Alberto Ferrando
Introduzione
In questo documento riporto una sintesi dei principali effetti della
cannabis sulla salute dell’uomo. I dati sono tratti da un documento ufficiale del
Dipartimento Politiche Antidroga http://www.politicheantidroga.it/media/745718/manuale_iconografico_cannabis_bassa.pdf
Viene evidenziata la forte potenzialità di
-
danni evolutivi
derivanti dall’uso precoce di questa sostanza, soprattutto nella fase
adolescenziale,
fase in cui il cervello sta sviluppando e maturando importanti connessioni
sinaptiche e consolidamenti della corteccia cerebrale.
-
Vengono inoltre
esaminati il legame tra cannabis e disturbi psicotici,
-
le pesanti
conseguenze su importanti funzioni quali quella sessuale e quella riproduttiva,
i danni ai vari organi, gli effetti pericolosi sulla guida.
-
Dagli
studi scienti ci esaminati, risultano evidenti le gravi conseguenze, ad oggi
troppo sottovalutate, che possono comparire a seguito dell’uso di questa
sostanza e dei suoi derivati. Tali conseguenze sono tanto più gravi quanto più precoce è l’inizio dell’assunzione e
quanto maggiori sono la frequenza e la durata dell’uso. La gravità dei
danni risente anche di altri due importanti e aggravanti fattori: la sempre
maggiore concentrazione di principio attivo presente nei prodotti e l’uso
contemporaneo di altre droghe sinergizzanti e alcol.
droga di passaggio (“gateway”)
L’uso precoce di cannabis può avere un ruolo
importante nella sensibilizzazione cerebrale verso la ricerca e la
sperimentazione di sostanze stupefacenti a più alto rendimento
farmacodinamico. In molte persone, non in tutte, l’uso precoce può indurre e
ampli care un comportamento di ulteriore sperimentazione evolutiva di droghe.
La variabile “età di primo uso di marijuana”
è quella che ha maggior peso nel passaggio all’uso di droghe più pesanti.
La teoria della “Cannabis come droga gateway”
va associata alla teoria della vulnerabilità secondo cui alcune persone, per
caratteristiche genetiche, individuali e ambientali, sono più esposte al
rischio di sviluppare dipendenza se poste al contatto con sostanze
stupefacenti. Alcune persone quindi, sensibilizzate con la cannabis, presentano
un rischio evolutivo molto maggiore rispetto ad altre di assumere altre
sostanze illecite nel futuro.
L’esposizione in adolescenza a cannabis e
suoi derivati produrrebbe, in individui geneticamente vulnerabili, un maggior
effetto gratificante dell’eroina accompagnato da alterazioni della sfera
emozionale in età adulta.
Cannabis e alterazioni cerebrali
La tossicità della marijuana è stata
sottovalutata per molto tempo. Tuttavia, recenti scoperte hanno rivelato che il
principio attivo della cannabis, il Δ9-THC, induce la morte cellulare con
restringimento dei neuroni e la frammentazione del DNA nell’ippocampo.
L’uso precoce e prolungato di cannabis in
adolescenza o nella prima età adulta è pericoloso per la materia bianca
cerebrale portando ad alterazioni della connettività cerebrale che potrebbero
essere alla base dei deficit cognitivi e della vulnerabilità ai disturbi
psicotici, depressivi e d’ansia dei consumatori di cannabis.
Sotto l’effetto della cannabis, l’attività
cerebrale diventa scoordinata e imprecisa, portando a disturbi neurofisiologici
e comportamentali che ricordano quelli
osservati nella schizofrenia. Gli effetti dannosi della cannabis sulla
memoria e sui processi cognitivi sarebbero il risultato di reti cerebrali disorchestrate,
che rendono difficili operazioni quotidiane come quella di prendere decisioni.
La cannabis e danni al feto
Dopo un’analisi dei dati epidemiologici e
clinici la cannabis, anche se assunta per un breve periodo durante la
gravidanza, può influire negativamente sulla crescita e sullo sviluppo del
feto (ridotto volume della sostanza grigia corticale e parenchimale in bambini
di età compresa tra i 10 e i 14 anni che erano stati esposti a cannabis
durante la gestazione). Inoltre l’esposizione fetale alla cannabis è associata
anche ad un minor peso e ad una ridotta circonferenza cranica del bambino alla nascita.
I bambini esposti alla cannabis mostrano anche una maggior possibilità di
sviluppare depressione infantile verso i 10 anni di età.
Uso precoce di cannabis in
adolescenza
L’adolescenza è un periodo vulnerabile alla
cannabis a causa dello sviluppo cerebrale che durante questo arco temporale
raggiunge il suo picco
Alcuni studiosi hanno enfatizzato che la
tarda maturazione della corteccia prefrontale non è l’unica responsabile
dell’aumento dei comportamenti impulsivi e delle condotte a rischio, quali l’inizio
di uso di sostanze, durante l’adolescenza
L’uso di cannabis in adolescenza produce
alterazioni nelle aree sottocorticali fondamentali per i processi di memorizzazione
e di ragionamento. Dai risultati è emerso che coloro che avevano fatto uso
cronico di marijuana mostravano anomalie
nelle strutture sottocorticali e in particolare un ridotto volume del talamo.
Anche le prestazioni ai test neuropsicologici risultavano significativamente
inferiori negli ex-consumatori di cannabis rispetto a chi non ne aveva mai
fatto uso ed i punteggi ottenuti erano tanto peggiori quanto più precocemente
era iniziato l’uso.
Le funzioni cognitive e le loro
alterazioni
L’uso persistente di cannabis tra gli
adolescenti sotto i 18 anni porta ad un declino del funzionamento
neuropsicologico, che persiste anche dopo aver interrotto il consumo della
sostanza. Inoltre, la cessazione del consumo di cannabis non ha pienamente
ripristinato il funzionamento neuropsicologico tra coloro che avevano iniziato
a consumare cannabis precocemente. Secondo gli autori della sperimentazione i
risultati sono indicativi di un effetto neurotossico della cannabis sul
cervello adolescente.
Gli studi sugli umani indicano che più
precoce è l’inizio d’uso di cannabis, maggiori e più gravi sono le conseguenze
cognitive associate e sulla memoria.
Cannabis, perdita di memoria e
crisi demotivazionale
Il fumo di cannabis influisce sul cervello e
altera la memoria a breve termine, le percezioni, la capacità di giudizio e le
abilità motorie. Il principio attivo della cannabis, il THC, colpisce le
cellule nervose in quella parte del cervello dove risiede la memoria, impedendo
ai consumatori di ricordare avvenimenti recenti e rendendo difficoltoso
l’apprendimento. L’esposizione cronica al THC, inoltre, accelera la
degenerazione, normalmente collegata all’invecchiamento, di queste cellule
nervose.
Cannabis e disturbi psicotici
L’uso di cannabis rappresenta un forte
fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi psicotici.
Il consumo di cannabis ha effetti molto gravi
in età adolescenziale: studi recenti confermano che le alterazioni conseguenti
all’uso di cannabis alterano la capacità dei neuroni di svilupparsi in maniera
appropriata, con il risultato che il cervello di un adulto che da adolescente
ha consumato cannabis risulta più vulnerabile ed esposto all’insorgere di
disturbi mentali (depressione, psicosi e disturbi affettivi).
Dipendenza e astinenza
L’uso di cannabis a lungo termine può
condurre a dipendenza. La dipendenza, come condizione caratterizzata
dall’esposizione a lungo termine alle sostanze, potrebbe influire in modo
permanente sul comportamento delle funzioni cognitive e psicologiche.
I sintomi di una possibile astinenza, quali
umore irritabile o ansioso, accompagnato da modificazione fisiche come tremore,
sudorazione, nausea, modificazione dell’appetito e turbe del sonno, sono stati
descritti anche in associazione a dosi molto alte di cannabis.
Neuroimaging
La marijuana causa ipoperfusione cerebrale
nei lobi temporali, crack e cocaina provocano ipoperfusione e ipometabolismo
del glucosio nelle regioni frontali, temporali e della corteccia parietale.
Alcol e solventi causano alterazioni sui lobi frontali con atro a su ippocampo
e cervelletto. Gli effetti nocivi dell’abuso di sostanze sono amplificati
durante l’adolescenza a causa della maggiore attività neuronale e del fenomeno
di plasticità neuronale in questo periodo in relazione alla maturazione
cerebrale in atto in quell’età (
Nei soggetti che fanno uso di cannabis abitualmente
si hanno danni localizzati lungo le vie callosali di connessione
inter-emisferica e nelle aree frontali di controllo comportamentale e decisionali.
Nei soggetti che fanno uso di cannabis la
perfusione cerebrale prefrontale e globale risulta più bassa rispetto ai non
consumatori. Sono presenti inoltre anomalie di attivazione durante vari compiti
cognitivi e differenze nel volume cerebrale o nello spessore della corteccia.
Tali alterazioni, sia strutturali che funzionali, possono apparire molto
precocemente dopo l’inizio del consumo di marijuana.
Cannabis e cancro
Il fumo di cannabis altera la composizione
genica del DNA aumentando il rischio di cancro.
E’ stata testata la tossicità dell’uso
cronico di cannabis a livello osseo, respiratorio e psichiatrico. Le condizioni
patologiche respiratorie legate alla cannabis sono: ridotta densità polmonare,
cisti polmonare e bronchiti croniche. Sono noti inoltre, sempre secondo il team
dell’Università Australiana, i suoi effetti sul metabolismo delle ossa.
Il
danno provocato alle mucose bronchiali da 3-4 spinelli al giorno corrisponde a
quello derivante da 20 o più sigarette al giorno. Infatti, il fumo di
cannabis, a causa di più bassi livelli di combustione, contiene il 50%-70% in
più di idrocarburi cancerogeni rispetto al fumo di tabacco
Gli effetti teratogenici e mutageni della
cannabis dipendono dalla quantità di sostanza fumata e dalla durata di
assunzione. Sono state descritte rare forme di cancro dell’orofaringe in
giovani che fumavano cannabis cronicamente.
Il fumo cronico di cannabis si associa molto
spesso a bronchite acuta che si manifesta con difficoltà respiratoria,
frequente produzione di catarro e tosse cronica. Tali sintomi sono molto più
frequenti tra i fumatori di cannabis rispetto ai fumatori di tabacco,
non solo aumenta
il rischio di infarto di 4-8 volte rispetto ai non consumatori.
Cannabis e sessualità
Molti soggetti consumatori di cannabis
possono risultare incapaci di raggiungere l’erezione. E’ noto da tempo,
infatti, l’effetto negativo sulla sfera sessuale del principio attivo della
cannabis (THC) sia sugli uomini che sulle donne.
Il consumo di marijuana è stato anche
associato all’inibizione dell’orgasmo.
L’abuso di sostanze cannabinoidi potrebbe
contribuire a provocare l’infertilità nell’uomo. Lo ha confermato lo studio
italiano condotto dall’Università di Tor Vergata (2009) aprendo nuove
prospettive per la comprensione dei fenomeni di oligospermia o azospermia
(drastica diminuzione o totale assenza del numero di spermatozoi, spesso con
riduzione della motilità), in particolare in quei pazienti che presentano
normale assetto cromosomico e assenza di difetti genetici noti o patologie
occlusive.
Attraverso le sue indagini, inoltre, ha
osservato una minor incidenza di spermatozoi competenti, cioè in grado di
fecondare, nei fumatori di cannabis rispetto ai non fumatori.
I principali effetti avversi sul sistema
riproduttivo umano legati all’uso di cannabis nell’uomo e nella donna possono
essere così riassunti:
-
per
la fertilità maschile, si è riscontrata una diminuzione dei livelli serici di
LH e di testosterone, induzione di ginecomastia, diminuzione della
spermatogenesi e della mobilità (oligospermia), induzione di anomalie
spermatiche.
-
Per
la fertilità femminile, i principali effetti avversi sul sistema riproduttivo
sono: alterazioni dei livelli di LH, inibizione della secrezione di prolattina,
aumento dei livelli testosterone, alterazioni del ciclo mestruale, scarso
recupero di ovociti di donne sottoposte a fertilizzazione in vitro, de cit
fetali di crescita, aumento dell’incidenza di parti pre-termine, prematurità e
basso peso fetale alla nascita, difficoltà al momento del travaglio.
Cannabis, alcol ed effetti sulla
guida
Alcol e marijuana sono le due sostanze
psicoattive più diffuse tra i consumatori di droghe spesso assunte in maniera combinata anche
prima di mettersi alla guida e, per questo, causa di numerosi incidenti
stradali.
Gli effetti della cannabis alla guida variano in relazione alla dose di principio attivo assunta, alla via di somministrazione, alle esperienze pregresse dell’utilizzatore, alla vulnerabilità individuale e al contesto di assunzione. Sia gli studi sperimentali che gli studi epidemiologici che analizzano gli effetti della cannabis sulle prestazioni psicomotorie evidenziano scompensi dose-correlati rispetto ad una serie di funzioni necessarie alla guida.
Gli effetti della cannabis alla guida variano in relazione alla dose di principio attivo assunta, alla via di somministrazione, alle esperienze pregresse dell’utilizzatore, alla vulnerabilità individuale e al contesto di assunzione. Sia gli studi sperimentali che gli studi epidemiologici che analizzano gli effetti della cannabis sulle prestazioni psicomotorie evidenziano scompensi dose-correlati rispetto ad una serie di funzioni necessarie alla guida.
Guidare sotto l’effetto di cannabis raddoppia
il rischio di provocare incidenti automobilistici.
Uso di cannabis e comportamenti
criminali
evidenziato una forte associazione tra il
consumo di cannabis in età adolescenziale ed il successivo coinvolgimento in
attività criminali.
Conclusioni
Come risulta da questa sintetica rassegna,
gli effetti negativi della cannabis e dei suoi derivati sulla salute sono
molteplici e tutt’altro che sottovalutabili. La letteratura scientifica, a
questo proposito, non lascia dubbi. Non
si comprende quindi come, alla luce di queste evidenze, vi siano ancora
percezioni e opinioni secondo cui tali sostanze non sarebbero pericolose o
addirittura dotate di effetti positivi per l’organismo umano. Si ritiene
pertanto che il termine comunemente ed erroneamente usato di “droghe leggere”
per definire queste sostanze sia completamente fuori luogo e totalmente
inadatto, oltre che fonte di interpretazioni distorte e non veritiere.
Nessun’altra sostanza al mondo, con queste caratteristiche così ben
documentate da studi tanto autorevoli, verrebbe altrettanto classi cata come
“leggera” e quindi fatta percepire come non pericolosa, consentendone, quindi,
implicitamente, se non addirittura esplicitamente l’uso.
È evidente, a questo punto, che esistono
altri fattori, al di là della razionalità e della semplice logica, che
sottostanno alle ragioni di chi ritiene queste sostanze scevre da rischi e
pericoli per la salute e pretende la loro esclusione dalla lista delle sostanze
proibite. Questi fattori sono più di ordine ideologico e culturale, forse
quasi antropologico, e quindi poco hanno a che fare con la semplice
razionalità. E’ diffcile, quindi, pensare che le evidenze scienti che da sole
siano in grado di superare tali resistenze, anche se la questione, da un punto
di vista sanitario, risulta estremamente chiara.
Tuttavia, va registrata una contraddizione
presente nella nostra società in relazione all’uso di altre sostanze, quali il
tabacco, ma ancora di più l’alcol. Infatti, ci dovremmo chiedere perché altre
sostanze d’abuso ugualmente pericolose vengono comunque tollerate, se non
addirittura, in alcuni casi, incentivate. Per l’alcol, in particolare, se
abusato, si riscontrano livelli di tossicità molto elevati con conseguenze
sicuramente negative per la salute e, anche in questo caso, sarebbero
necessarie una prudenza ed un grado di azione preventiva certamente molto più
alti di quelli che ad oggi ritroviamo.
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