domenica 3 febbraio 2019

Pidocchi: cosa posso fare per prevenire??

PIDOCCHI: cosa posso fare per prevenire??
Qui sotto tutto, o quasi, sul pidocchi. Cosa fare per prevenire? Esiste un modo per controllare la pediculosi? 
Numerosi studi hanno dimostrato che la misura più efficace per il controllo della pediculosi consiste nell’educazione dei genitori al riconoscimento della pediculosi. L’identificazione precoce dei casi da parte dei genitori, mediante il controllo settimanale della testa dei propri figli, anche se asintomatici, rappresenta l’unica corretta misura di prevenzione.
 (in fondo risposte a vostre domande tratto da una mia intervista per un settimanale. Trovate miei precedenti articoli qui https://ferrandoalberto.blogspot.com/search?q=pidocchi )
Negli ultimi anni sono aumentati i casi di pidocchi nella popolazione infantile.
Non abbiamo precisi dati epidemiologici  in quanto dal 1992 non c’è più l’obbligo della notifica (e anche quando c’era  non tutti i casi venivano denunciati) comunque negli anni precedenti il 1992 si era osservato un lento ma costante aumento dell’incidenza.
Studi in altri paesi effettuati negli ultimi anni hanno rivelato percentuali addirittura del 49% in occasione di una epidemia a Bordeaux, del 20% a Gerulasemme, del 25% a Bristol, mentre in fase di endemia in Nigeria era solo del 3,7%. In Australia la pediculosi è risultata terza come frequenza, negli asili nido e nelle scuole materna, subito dopo la diarrea e la congiuntivite. 

Sono colpiti soprattutto i bambini che vivono in comunità (nidi, asili e scuole) a essere colpiti per primi. Dal bambino il pidocchio si può diffondere nelle famiglie. 
L’infestazione (si parla di infezione solo nelle malattie infettive per i parassiti, come il pidocchio, di infestazione) predilige l’età tra i 5 e gli 11 anni, ma nessuna età è risparmiata, il sesso femminile, i capelli folti, più che lunghi (quindi non serve a niente tagliare a zero i capelli come una volta veniva fatto),  e puliti. Molti pensano subito al binomio pidocchio-sporcizia, invece questi “cari” animaletti adorano i capelli puliti e profumati. Dobbiamo subito dire a tutti che al giorno d’oggi, "prendere i pidocchi" non rappresenta un segnale di scarsa igiene personale e familiare, nè tanto meno di sporcizia e di povertà (anche se  fra gli adulti sembrano più colpiti quelli con scarsa igiene personale). 
 Il pidocchio colpisce tutti, ricchi e poveri, sporchi e puliti, global e no-global, maggioranza e minoranza, è un raro esempio di eguaglianza sociale.
Ancora oggi viene però identificato con scarsa igiene personale e povertà per cui molte famiglie cercano di nascondere la situazione a tutti, mentre altre fanno “crociate” contro le famiglie meno abbienti o più isolate della scuola. 
E’ importante, quando avvengono dei casi di pediculosi, applicare norme  comuni di comportamento al fine di evitare la diffusione  nella comunità e nelle famiglie e di evitare le altrimenti frequenti reinfestazioni.
Qualsiasi terapia diretta al singolo bambino e famiglia è pressoché sicuramente destinata all’insuccesso se non si forniscono chiare indicazioni a tutte le famiglie.
Innanzitutto la trasmissione avviene per contatto diretto con i capelli infestati e con i pettini, con le spazzole, attraverso i cappelli o altri effetti personali (pensate a tutte le sciarpe e cappotti messi insieme in accappatoi comuni). Ricordate comunque che il pidocchio non salta e non vola!!
Vediamo di conoscere un po’ di più questo animale di (non desiderata) compagnia:
Il pidocchio vive da 1 a 2 mesi  e si nutre esclusivamente di sangue umano  per cui deve soggiornare vicino ai capelli anche perché “sta bene” con una temperatura di 35-37 gradi C. Lontano dal corpo umano sopravvive per un tempo massimo di 10 giorni (RICORDARE), in media 2-3 giorni. 
Le femmine depositano le uova (da 4 a 6 al dì per un totale di 250-300 per femmina)  che vengono fissate alla radice dei capelli a pochi millimetri dalla pelle. Se si riscontrano lendini (uova) oltre i 7 mm possiamo essere certi che è un guscio vuoto o che la lendine è morta (il “pidocchino”, detto ninfa, esce dall’uovo  dopo circa 10 giorni e la crescita del capello è in media di 0,4 cm al dì). 
Anche i famosi CDC (Center for Disease Control) di Atlanta, USA, hanno stabilito che la diagnosi può essere fatta quando la maggior parte delle uova sono a meno di 6,5 mm dal cuoio capelluto (http://www.cdc.gov/ncidod/dpd/parasites/lice/default.htm).  Addirittura per alcuni  la  diagnosi si può porre solo quando si riesca a trovare un pidocchio vivo, che si muove. 
Il primo sintomo è rappresentato dal prurito, variabile molto da persona a persona inizialmente alla nuca e dietro alle orecchie. Al prurito segue il trattamento con conseguenti “lesioni da trattamento” cioè ferite che possono complicarsi con infezioni che causano dolore e aumento dei linfonodi del cuoio capelluto e della nuca. 
L’ispezione, con una forte sorgente luminosa, consente di visualizzare le lendini alla radice dei capelli e, solo più raramente, il pidocchio vivo. Le lendini sono piccoli elementi del diametro di 0,3 per 0,8 mm, di forma ovoidale, di colore biancastro-giallastro, attaccate un capello. Il pidocchio ha una forma allungata, un colorito bianco-grigiastro, è lungo da 1 a 4  mm e rimane fisso ai capelli. 
       Comunque la semplice ispezione dei capelli spesso non consente di porre la diagnosi, perché i ¾ dei casi possono non essere riconosciute (R.J. Roberts, Head lice, New  England Journal of Medicin, del 2002). La diagnosi è più sicura se si utlizza un pettine con i denti molto vicini e fitti  (la vecchia pettinessa), La pettinessa va usata dopo aver pettinato i capelli con un pettine o spazzola normale. Il risultato è migliore se i capelli sono bagnati. La pettinessa  va inserita alla base del capello e fatta scorrere con decisione fino alla punta. Si esamina frequentemente il pettine per vedere se si è “catturato” il pidocchio. 
Quando in una famiglia si fa diagnosi di pediculosi della testa, vanno esaminati accuratamente tutti i componenti. Temperature superiori a 53,5° C, mantenute per 5 minuti sono letali  per uova e pidocchi. Spazzole e pettini possono essere lavati con un pediculocida o in acqua calda. Anche il lavaggio a secco è efficace. Per oggetti non usati da oltre qualche giorno non è necessario procedere ad alcun provvedimento: nel dubbio è sufficiente conservare oggetti, cappeli e vestiti per 10 giorni, in un sacco di plastica. 
Ai bambini deve essere permesso di tornare a scuola o in comunità il mattino dopo il primo trattamento, poichè il rischio di trasmissione è rapidamente ridotto dal trattamento. 
E' da rivedere la politica di riammettere a scuola o in comunità solo i bambini che siano completamente senza uova, che, come abbiamo visto possono essere vuote o morte dopo il trattamento.

LINEE GUIDA GENERALI PER LA CURA DEI PIDOCCHI
Vanno trattate solo persone con diagnosi di una infestazione attiva. NON VANNO USATE LE TERAPIE COME PREVENZIONE. 
Tutti i membri della famiglia e gli altri stretti contatti dovrebbero essere controllati. Trattare tutti gli infestati nello stesso momento. 
Alcuni farmaci pediculicidi (che uccidono i pidocchi) hanno un effetto ovicida (che elimina le uova). Per i farmaci pediculicidi che sono solo debolmente o non ovicida, è consigliabile sempre il ritrattamento  a distanza di 7-9 giorni. 
Durante il trattamento dei pidocchi, possono essere applicate le misure supplementari: Lavare cappelli, sciarpe, federe, vestiti ecc. utilizzati dalla persona infestata nel periodo di 2 giorni prima di iniziare il trattamento in lavatrice e asciugati con l’acqua calda e cicli di aria calda perché i pidocchi e le uova sono uccisi da esposizione per 5 minuti a temperature superiori a 53.5 ° C. 
Gli indumenti che non possono essere riciclati possono essere lavati a secco o sigillati in una busta di plastica per due settimane. 

COME FARE IL TRATTAMENTO
Seguire le istruzioni contenute nella scatola. In particolare fare attenzione alle istruzioni per quanto tempo il farmaco dovrebbe essere lasciato sui capelli e come dovrebbe essere lavato.

Se alcuni pidocchi si trovano ancora vivi dopo 8-12 ore dal trattamento, ma si muovono più lentamente, NON RITRATTARE. Il farmaco può richiedere più tempo per uccidere tutti i pidocchi. Se i pidocchi sembrano attivi come prima, la medicina potrebbe essere inefficace. Valutare un nuovo trattamento con un farmaco diverso.
Il pettine a denti fini per rimuovere le uova spesso si trovano nelle confezioni del farmaco: usare il pettine per rimuovere le lendini e i pidocchi del fusto del capello.
Dopo ogni trattamento, il controllo dei capelli e la pettinatura con un pettine fine ogni 2-3 giorni riducono la possibilità di auto-reinfestazione. 
Continuare a controllare fino a 2-3 settimane dopo il trattamento per essere sicuro che tutti i pidocchi e lendini siano stati eleiminati. 

DA RICORDARE: i pidocchi non sopravvivono a lungo se cadono dal capo di una persona e non possono nutrirsi. Non c’è bisogno di praticare disinfestazione della casa. 
I pidocchi sopravvivono meno di 1-2 giorni al di fuori del corpo umano e non possono nutrirsi; le lendini non possono schiudersi e di solito muoiono entro una settimana se non vengono mantenute alla stessa temperatura trovato vicino al cuoio capelluto umano.

FARMACI PER LA PEDICULOSI DEL CAPO: rivolgersi al proprio pediatra e non usare i prodotti per prevenzione in quanto i farmaci usati per trattare i pidocchi sono insetticidi e possono essere pericolosi se ne si abusa.
Tutti i farmaci devono essere tenuti fuori dalla portata degli occhi. Se si contaminano gli occhi, devono essere immediatamente lavati.
Non trattare una persona infestata più di 2-3 volte con lo stesso farmaco se non sembra che questo funzioni. Il fallimento può essere dovuto a un uso errato, o ad una resistenza del pidocchio. 

Negli ultimi anni sono aumentati i casi di pidocchi nella popolazione infantile. Sono soprattutto i bambini dai cinque agli undici anni che vivono in comunità, negli asili nido, nelle scuole materne o nelle scuole elementari a essere colpiti per primi. Poi, dai bambini, i pidocchi si diffondono rapidamente nelle famiglie, creando vere e proprie infestazioni, che noi medici chiamiamo pediculosi e che spaventano molto i genitori».
Sono le parole del dottor Alberto Ferrando, medico pediatra di Genova, presidente dell’Associazione pediatri liguri e docente di Pediatria ambulatoriale all’Università degli Studi di Genova.
Dottore, innanzitutto che cosa sono i pidocchi?
«Sono minuscoli parassiti di colore bianco grigiastro che possono vivere sul cuoio capelluto per un paio di mesi e che si nutrono esclusivamente di sangue ottenuto pungendo proprio il cuoio capelluto. Misurano pochi millimetri e depongono le uova attaccandole al fusto dei capelli perché trovano una temperatura ideale per la loro sopravvivenza, che è di 35 o 37 gradi». 
Perché colpiscono maggiormente i bambini?
«Perché fino a una certa età i bambini stanno sempre a contatto tra loro, giocano a contatto, anche con la testa, a casa, all’aperto oppure a scuola e questo rende molto facile la trasmissione dei pidocchi da bambino a bambino».
I pidocchi quali sintomi provocano?
«Causano un intenso prurito sulla testa, localizzato inizialmente dietro la nuca e dietro l’attaccatura delle orecchie e alle tempier. A forza di grattare possono poi comparire microlesioni». 
Come avviene il contagio dei pidocchi?
«I pidocchi non saltano e non volano, come molte persone credono, da una testa all’altra. Il contagio avviene attraverso il contatto “tra teste” o attraverso indumenti indossati dal bambino che già li ha, o altri oggetti come pettini o spazzole. Basti pensare che le lendini, cioè le uova dei pidocchi, possono passare, per esempio, da un berrettino a un altro o a una sciarpa appesi uno accanto all’altro nei corridoi delle aule scolastiche».
È vero che i pidocchi sono il segnale di sporcizia personale o degli ambienti che il bambino contagiato frequenta?
«No, è un luogo comune da sfatare. I pidocchi non sono indice di povertà o di sporcizia personale o familiare. Anzi i pidocchi adorano il pulito: per questo possono venire a tutti i bambini, anche a chi si lava i capelli tutti i giorni, perché, come ho detto, fino a una certa età i bambini sono sempre appiccicati, giocano tra loro a distanza molto ravvicinata. Molti genitori, invece, sono convinti che la colpa della pediculosi sia la presenza in Italia di persone che arrivano da lontano portando ogni genere di malattia. Non è assolutamente il caso dei pidocchi».
Allora perché sono aumentati i casi di pidocchi?
«Sono così frequenti perché sono state fatte tante terapie scellerate sulle teste dei bambini al punto che i pidocchi sono diventati resistenti alle sostanze chimiche contenute negli insetticidi che troppo frequentemente sono utilizzati inutilmente a scopo preventivo.  Si tratta, fra l’altro, in alcuni casi, di sostanze tossiche per tutta umanità poiché sono inquinanti persistenti che rimangono nell’ambiente per decenni». 
Quindi che cosa consiglia di fare a un genitore quando si accorge che il proprio figlio ha i pidocchi?
«Prima di tutto gli suggerisco di ispezionare la testa del bambino sotto una forte sorgente luminosa, osservando attentamente il cuoio capelluto, soprattutto la zona delle tempie e quella dietro le orecchie. Se nota delle crosticine significa che il bambino ha una dermatite allergica, ma se visualizza i pidocchi e le loro uova gli raccomando di toglierli al più presto».
Come consiglia di eliminare i pidocchi in modo efficace e definitivo?
«Consiglio di lavare i capelli del bambino con uno shampoo neutro e poi munirsi di un apposito pettinino antipidocchi a denti finissimi, che va intriso di aceto, non perché l’aceto uccida i pidocchi ma perché aiuta a staccare le lendini dai capelli. I capelli vanno passati con questo pettine ciocca per ciocca, in modo da togliere le uova. Non sempre è facile riconoscerle perché possono essere confuse con la forfora. Per capire la differenza basta tentare di eliminarle dai capelli scuotendoli delicatamente: la forfora cade mentre l’uovo di pidocchio resta saldamente incollato al fusto e va tolto con il pettinino». 
Contro i pidocchi suggerisce di usare anche prodotti specifici?
«La terapia più efficace e non dannosa è proprio la rimozione manuale. È certamente meno faticoso utilizzare prodotti che comunque vanno sempre scelti consultando il medico pediatra. Troppo spesso e con troppa leggerezza si utilizzano prodotti chimici insetticidi che, però, non possono (tassativamente togliere) essere utilizzati nei bambini di età inferiore ai due anni e che comunque potrebbero avere effetti tossici. Meglio utilizzare prodotti privi di effetti collaterali che “soffocano” i pidocchi a base di una sostanza chiamata dimeticone che non svolge un’azione chimica ma fisica: forma una sorta di pellicola attorno al pidocchio immobilizzandolo e provocandone appunto il soffocamento. Si tratta di una sostanza non tossica, priva di agenti chimici, che non è assorbita dalla pelle. (e che è attiva anche sulle uova dei pidocchi togliere). Si applica sui capelli asciutti coprendoli dalla radice fino alla punta con una durata del trattamento che varia in base al prodotto». 
I pidocchi possono trasmettere malattie infettive?
«No. Sono molto fastidiosi ma non sono portatori di malattie e quindi non sono pericolosi per la salute. In alcuni casi si possono verificare infezioni come conseguenza delle microferite procurate grattandosi». 
Quando il bambino può tornare a scuola dopo avere avuto i pidocchi?
«Dopo che i pidocchi sono stati rimossi può fare rientro a scuola e, in genere, questo accade dopo uno o due giorni. La legge italiana prevede che possa tornare in classe presentando un certificato medico del pediatra in cui si attesti che il bambino è stato sottoposto a idonea  terapia».
Che cosa consiglia ai familiari di un bambino che ha i pidocchi per evitare il contagio?
«Ogni componente della famiglia va esaminato attentamente. Inoltre spazzole, pettini e altri oggetti che possono essere entrati a contatto con la testa del bambino vanno mantenuti per venti minuti nell’acqua calda superiore ai 60 gradi poiché a questa temperatura uova e pidocchi muoiono. Gli indumenti non utilizzati da qualche giorno si possono lavare a temperatura a 60 gradi o chiudere per quattordici giorni in un sacchetto affinché, se il pidocchio esce dall’uovo e non trova il sangue di cui si nutre, muore e gli indumenti si possono riutilizzare».
Come suggerisce di fare per evitare ai bambini di prendere i pidocchi o evitare che essi si ripresentino?
«L’unica prevenzione è controllare periodicamente la loro testa. Se i bambini non hanno i pidocchi è inutile utilizzare farmaci preventivamente innanzitutto perché non esistono studi scientifici che ne dimostrino l’utilità e poi perché tutti i medicinali possono avere effetti collaterali benché minimi e possono scatenare reazioni allergiche che diventano ancora più serie se il trattamento è ripetuto in modo continuativo oppure ravvicinato nel tempo».


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