sabato 15 ottobre 2011

RICOMPARSA PUBBLICITA' BAMBINO TERRIBILE/VODAFONE



Cari genitori



Vi segnalo su Facebook una discussione sul maltrattamento nel gruppo "SI al garante dell'infanzia" .

Alla TV è ricomparsa la pubblicità di Vodafone e Vi allego una bozza che ho inviato per pubblicazione su un giornale (reinvio). Non avevo insistito la prima volta per la pubblicazione perchè lo spot era scomparso. Qui sotto una bella mail di un Collega pediatra (L.R: di genova).

Un papà aveva dato utili suggerimenti la volta scorsa. Segnalazione a:

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato




www.agcm.it/ ha altri consigli?

La Vodafone mi aveva telefonato (sic!) dicendo che il loro intento era educativo e ceh lo spot nn andava nella "fascia protetta.



Un caro Saluto

Alberto Ferrando


Ho molto, veramente molto, apprezzato la discussione. Io non sono capace d'una disamina così profonda, di trovare parole così giuste per definire sia gli aspetti positivi che quelli negativi di uno spot così particolare... allora ho chiesto ad un essere d'un altro pianeta - una nonna.
Mia mamma ha 83 anni, 5 figli, 10 nipoti e problemi di memoria, per cui pensavo che, anche se avesse visto lo spot in questione, non se lo sarebbe ricordato. Invece, dopo poche parole ("... una pubblicità - mia mamma gli spot li chiama ancora 'pubblicità' - dove c'è un bambino che combina un sacco di guai...") mi ha detto subito "Ah, sì. certo... è così carino!" [le è piaciuto lo spot?''] "E' biondino, con gli occhi azzurri..." [Ah... il bambino!!!]. "Certo, vederlo fare così mi fa venire una voglia di dargli uno scappellotto...." La mia mamma... ricordo i suoi scappellotti. E poi ancora "Ad un certo punto arrivano quei due scemi che vedono cos'ha fatto il bambino e... ridono! Pensa un po', invece di insegnargli l'educazione, quelli ridono!". Va avanti ancora, mia mamma, si vede che lo spot l'ha colpita: "Un po' mi fa ridere e un bel po' mi fa rabbia, quella pubblicità. Penso: ma non hanno il senso di essere genitori, quei due? Non lo volevano, il bambino? E poi: non ce l'ha una nonna, quel bambino?". Ha il senso del ruolo, la mia mamma. E i genitori del biondino, quando erano bambini, "guardavano" i loro genitori?


Personalmente, ho molto apprezzato la lettura positiva che Beppe Marini ha fatto dello spot: è vero, il bambino disegna sulla parete la famiglia ed un cuore, è "carino", come dice mia mamma... ma mi indispone il gesto che il bambino fa quando vede i genitori. E' un gesto di arroganza, di supponenza. Un gesto di sfida. Quella è la situazione in famiglia: lui comanda e i genitori se ne stiano, zitti e buoni. Come nello spot.
Non credo passi giorno in ambulatorio in cui non mi sforzo di rendere qualche coppia di genitori (la madre è lì, il padre lo evoco: "Cosa dice il papà? Mi chiami quando vuole!", dico spesso. Però non chiama mai) un poco più sicuri del loro ruolo, meno succubi del piccolo dittatore che si trovano in casa. Per la loro salute mentale e per il bene del bambino, credo.
Uno spot è uno spot, serve per fare soldi, non per educare né per diseducare. Uno spot di per sé non è né buono né cattivo: dipende dall'uso che se ne fa (come la Scienza). O dalla lettura che se ne dà. Ma è irritante e frustrante vedere un atteggiamento genitoriale inerte come quello dello spot Vodafone presentato come ammirevole ("che casa elegante, che bel bambino vivace, che bravi genitori", dice lo spot. E son tutti felici, alla fine).


La risposta che la Vodafone ha dato ad Alberto Ferrando (lo spot vuole essere educativo... per i genitori!) mi pare inventato lì per lì e comunque sbagliato. Chi è il loro consulente neuropsichiatra infantile?







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