Riflessioni su ragazzi, droga, suicidio
Oggi sui media tanti articoli sul ragazzo di Lavagna che si è suicidato durante un intervento a casa delle forze dell'Ordine per possesso di hashish. Leggo sulla stampa tanti pensieri in libertà che aumentano, almeno in me, l'amarezza per quanto avvenuto.
Il tragico gesto sicuramente merita una riflessione da parte di tutti come il fatto che un ragazzo su 4 (forse 1 su due) faccia uso di hashish ( anche se, spesso, del problema non se ne parla proprio se non come semplice dato statistico).
Sottoscrivo quanto detto dall'amico psichiatra Giorgio Schiappacasse: "c'è qualcosa di più complesso alle spalle".
Considerazioni:
- Perché non vengono organizzati, in modo carrucolare, interventi preventivi per i nostri giovani per una corretta informazione sull'uso e abuso di sostanze ma solo controlli. Fin dalle elementari e non al liceo quando è troppo tardi (si inizia spesso sotto ai 14 anni :-(
- Da anni con Schiappacasse, Testino, Viotti e altri cerchiamo di dialogare e fornire informazioni nelle scuole (eventi all'IST e nelle scuole stesse: l'ultimo con oltre 200 persone al teatro Govi a Bolzaneto). Ma sono gocce di volontariato nel mare dell'indifferenza generale. Queste iniziative dipendono dalla buona volontà e iniziativa sia di singoli genitori o di insegnanti
- Una prova che non si intervenga (e le istituzioni hanno la loro responsabilità) è la mancanza di un coordinamento e di iniziative nelle scuole PRIMA E FIN DALLE ELEMENTARI CON INTERVENTI SU FAMIGLIE E BAMBINI A breve parleremo del progetto S. Desiderio "Genitori, scuola e Medici insieme per la salute del bambino"
- Ripeto anche se a nessuno interessa che la figura del garante dell'Infanzia non può non avere la sua dignità ed essere demandata ad altre figure professionali (validissime ma impegnate su più fronti) come il difensore civico
- Mi unisco al dolore di tutti e della famiglia. Cerchiamo di unirci e di parlare prima e che la tragedia avvenuta, visto che indietro non si può tornare, possa servire a smuovere indifferenza, delega e passività di tanti (persone e istituzioni)
Alberto Ferrando
Pediatra e Coordinatore dei Garanti dell'Infanzia e della Adolescenza UNICEF
Oggi sui media tanti articoli sul ragazzo di Lavagna che si è suicidato durante un intervento a casa delle forze dell'Ordine per possesso di hashish. Leggo sulla stampa tanti pensieri in libertà che aumentano, almeno in me, l'amarezza per quanto avvenuto.
Il tragico gesto sicuramente merita una riflessione da parte di tutti come il fatto che un ragazzo su 4 (forse 1 su due) faccia uso di hashish ( anche se, spesso, del problema non se ne parla proprio se non come semplice dato statistico).
Sottoscrivo quanto detto dall'amico psichiatra Giorgio Schiappacasse: "c'è qualcosa di più complesso alle spalle".
Considerazioni:
- Perché non vengono organizzati, in modo carrucolare, interventi preventivi per i nostri giovani per una corretta informazione sull'uso e abuso di sostanze ma solo controlli. Fin dalle elementari e non al liceo quando è troppo tardi (si inizia spesso sotto ai 14 anni :-(
- Da anni con Schiappacasse, Testino, Viotti e altri cerchiamo di dialogare e fornire informazioni nelle scuole (eventi all'IST e nelle scuole stesse: l'ultimo con oltre 200 persone al teatro Govi a Bolzaneto). Ma sono gocce di volontariato nel mare dell'indifferenza generale. Queste iniziative dipendono dalla buona volontà e iniziativa sia di singoli genitori o di insegnanti
- Una prova che non si intervenga (e le istituzioni hanno la loro responsabilità) è la mancanza di un coordinamento e di iniziative nelle scuole PRIMA E FIN DALLE ELEMENTARI CON INTERVENTI SU FAMIGLIE E BAMBINI A breve parleremo del progetto S. Desiderio "Genitori, scuola e Medici insieme per la salute del bambino"
- Ripeto anche se a nessuno interessa che la figura del garante dell'Infanzia non può non avere la sua dignità ed essere demandata ad altre figure professionali (validissime ma impegnate su più fronti) come il difensore civico
- Mi unisco al dolore di tutti e della famiglia. Cerchiamo di unirci e di parlare prima e che la tragedia avvenuta, visto che indietro non si può tornare, possa servire a smuovere indifferenza, delega e passività di tanti (persone e istituzioni)
Alberto Ferrando
Pediatra e Coordinatore dei Garanti dell'Infanzia e della Adolescenza UNICEF
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