mercoledì 5 aprile 2017

Quale sport per mio figlio?

Quale sport per mio figlio?
Qualche consiglio utile:
-   non forzare a fare attività che non vogliono fare
-   assecondare i loro desideri e fargli scegliere lo sport/attività fisica;
-   non indurre atteggiamenti troppo competitivi e non trasferire su di lui le vostre aspettative
-   non insistere davanti al rifiuto del proprio figlio di praticare una determinata attività e riprovare in un secondo momento, o scegliere insieme a lui altra attività
QUALE SPORT??? NON ESISTE SOLO IL CALCIO
Il calcio è considerato dalla maggior parte delle persone lo sport per eccellenza e scelta obbligata  per i propri figli, anche perché papà giocava in modo attivo o “passivo” (guadare la partita alla Tv o alo stadio :-)  (con grande dispendio di energia …mentale
Personalemente sono “saturo” non guardo più partite da anni ma la TV tira tanto se si parla di calcio. Il calcio è la priorità , è, in alcuni casi, una “droga del popolo”.
Certo è un sport bello ma guardiamoci anche intorno. Ci sono altre possibilità e non facciamo fare calcio a nostro figlio se non volesse.
Ricordate che lo sport serve per gioia, gioco e divertimento e non per dover vincere.
Valutiamo anche altri fattori. Lo sci è uno sport bellissimo ma un po’ difficile da far particare a chi vive a Genova. Cerchiamo una attività che si possa svolgere vicino a casa per consertire di accedere agevolmente. E magari un attività che altri bambini della scuola praticano.
Qualche esempio oltre a nuoto, tennis, mini volley, atletica, ginnastica (vari tipi), rugby: la vela, la scherma, arti marziali, danza (vari tipi).
Ma deve fare sport per forza??? NO!! Può fare attività fisica con voi e la migliore attività fisica e agevole che si può fare ovunque è “CAMMINARE” (noi, i bambini corrono sempre).
Regaliamo ai nostri figli il nostro tempo e regaliamoci a noi il loro e la camminata ci farà vivere tutti meglio, o la bicicletta (a Genova un po’ più impegnativo).
Ricordate che attività fisica e sport sono strettamente correlate  ma non sono sinonimi. Si può fare attività fisica (per esempio camminare) senza fare sport e viceversa si può fare uno sport che richiede scarsa attività fisica (per esempio giocare in porta a calcio). Spesso si avvia un bambino a fare dello sport per farlo “muovere” per fare attività fisica ma per fare questo basterebbe avere tempo, voglia e, come in tante cose nella educazione dei bambini , dare l’esempio facendo attività fisica noi.
L’attività fisica possibile per tutti, da 1 anno in poi, economica, possibile in ogni contesto, ad ogni età, in ogni luogo è “camminare”. Siamo nati per camminare. Ci sono bambini che fanno più sport ma che di fatto consumano poco. Camminare fa bene a tutti, magari associato a un po’ di ginnastica (flessioni e piegamenti). La “ricetta” per fare movimento non è quindi quella dello sport organizzato ma del movimento della famiglia. Ricetta che richiede di usare poco la macchina, di andare a piedi nel week end e magari anche a scuola. In tante realtà si è avviata l’iniziativa del “PEDIBUS” che aiuterebbe a ridurre  un altro grande problema: l’inquinamento atmosferico oltre a ridurre gli esiti degli incidenti.
Per quanto riguarda lo sport nonostante nel nostro Paese si parli spesso di sport e se ne veda tanto in televisione, siamo bravissimo nello “sport passivo”, il numero di bambini praticanti attività motorie in modo regolare, cioè tre volte alla settimana, minimo indispensabile per trarne i ben noti vantaggi psicofisici, risulta il 50% della popolazione giovanile. Siamo il Paese dell’OCSE più sedentario nella fascia di età pre e adolescenziale.
Il problema della sedentarietà, con le sue conseguenze, è ben presente, e in aumento, fra la popolazione infantile: sappiamo infatti che la sedentarietà è co-fattore di rischio nell'insorgenza dell'obesità, di valori pressori elevati, di scarsa capacità aerobica, di scarsa coordinazione motoria, etc...
E' singolare che mentre nelle malattie contagiose esista un ben preciso calendario di vaccinazioni atto a prevenirle, invece nella prevenzione delle malattie "da poco movimento" di cui sopra non esista un altrettanto definito indirizzo su quando avviare il bambino alla pratica sportiva, avendo però dimostrato come questa possa altrettanto efficacemente prevenirle.
Esistono vari calendari di inizio delle attività sportive e dell’agonismo ma esistono attività fisiche e di gioco che potete inventare anche a casa o per strada per far fare ai bambini attività fisica (e anche per voi: un bambino è un ottimo “personal trainer”) o recuperare “vecchi” giochi detti di “giochi di strada”.  E’ importante sottolineare che l'attività motoria deve comunque avere per finalità il gioco e che quanto piu' precocemente la si avvia e la si persegua con costanza, più facilmente il bambino prima e poi l'adolescente e l'adulto, si troverà a mantenerla.
Giochi di strada: (o "Giochi di una volta"): ferro di cavallo, trottola, salto cavallo, piastrelle, morra, tiro alla fune, salto corda, campana, ciclo tappo, quattro cantoni, corsa 3 gambe, corsa dei sacchi, ruba bandiera, 1 2 3 stella, tennis trainer, braccio di ferro.

“Giochi di strada. Manuale pratico per gli educatori”   Cirulli Dora Editore Universitalia 
 “Come giocavamo. Una rassegna di giochi di strada di una volta” - Mario Camillino -  Centro Stampa Offset

Non correte portandoli da una palestra a un campo sportivo o, almeno non fate solo questo. Fermatevi con loro, guardateli, comunicate con il vostro corpo, gli occhi, le mani. Ascoltateli e dedicate tempo a loro.
Fate attivitò fisica (gioco e camminata) con loro; ne trarrete vantaggio fisico anche voi.
Specchiatevi negli occhi dei vostri figli. Parlate, leggete a loro le favole come i nonni facevano una volta. Il bambino non ha bisogno di tante favole, di tanti libri, televisioni, computer, play station. Ha bisogno di voi, di giocare, di comunicare di sentire delle storie, ha bisogno che gli leggiate le favole o anche che guardiate con lui televisione e le videocassette. (vedi l’iniziativa “Nati per leggere” sul sito www.apel-pediatri.it) .






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