martedì 25 settembre 2018

Suicidio: altra tragedia a Genova Borzoli di 13 anni

Suicidio: altra tragedia a Genova Borzoli di 13 anni
Articolo completo a questo link: https://ferrandoalberto.blogspot.com/2018/09/suicidio-altra-tragedia-genova-borzoli.html
Notizia qui: http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2018/09/24/ADdbeXqB-sorridente_sereno_fulmine.shtml
SUICIDIO IN ETA’ PEDIATRICA: cosa fare? Cose da sapere
1) E' una causa di morte frequente: seconda causa di morte per incidente da 10 a 34 anni
2) Se ne deve parlare
3) Si debbono conoscere fattori di rischio e raccogliere segnali (www.stateofmind.it/2016/04/suicidio-in-adolescenza/) ANCHE SE NELLA MAGGIO PARTE DEI CASI NN E' POSSIBILE COGLIERE ALCUN SEGNO O SEGNALE.
Non voglio rovinarvi la giornata ma se si conosce si può, forse, in alcuni casi, evitare delle tragedie come gli incidenti e intervenire precocemente in situazioni di rischio.
Ho già fatto alcuni articoli (*), visti da pochi, sul tema suicidio in età  pediatrica perché rappresenta una delle principali cause di morte nella vita: la seconda causa tra i 10 e i 34 anni. Forse in alcuni casi si potevano cogliere segni di disagio prima?
Uno studio (**) recentemente pubblicato sui casi di  suicidi prima dei venti anni di età in Inghilterra documenta 145 casi in due anni (2014-2015), la metà prima dei 18 anni. 
Sono stati identificati dei fattori di rischio che segnalo:
1)     pressione o frustrazione da studio (27%), 
2)    bullismo (22%), 
3)    lutto (amico o parente) (28%). 
4)    gravi problemi di famiglia o di salute (35%),  
5)    emarginazione sociale (25%), 
6)    abuso di alcol o di droghe (25-30%)
·      Nel 25% dei casi erano stati cercati su internet modalità per  suicidarsi 
·      In 1/3 terzo l’idea di suicidarsi era stata detta ad amici o a parenti nei 10 giorni precedenti. 
·      Nel 10% c’erano stati episodi di autolesionismo di entità tale da giungere a osservazione medica. 
·      Nel 13% dei casi c’era stato un suicidio in famiglia o di un amico, 

I fattori considerati sono tali per cui si debbono allertare, oltre ai genitori e alla famiglia, il pediatra, la scuola, i Servizi sociali e il sistema di giustizia. 
Tutti dovremmo comunque avere maggiore consapevolezza della frequenza del suicidio e dei fattori di rischio cercando di comprendere, ascoltare fare domande. 
Troppi non vogliono vedere (andava tutto bene diranno poi nelle interviste) o minimizzano o, come per gli incidenti,  pensano che si tratti di un problema di altri, di predestinati o, semplicemente, di sfortuna, di destino, di fatalità.
) e di quanto potrebbe essergli utile il nostro interessamento e la nostra capacità di condividere i suoi tormenti, magari e soprattutto con qualche domanda diretta. Proprio su quella cosa lì, proprio sulla morte... e dintorni. Che è un pensiero che c’è, e non sem- pre abbastanza sepolto, nella testa di molti dei ragazzi la cui salute è messa (anche) nelle nostre mani. 

** Lancet Psychiatry (Rodway C, et al. Suicide in children and young peo- ple in England: a consecutive case series. Lancet Psychiatry 2016;3(8):751-9)

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