Un caloroso ben tornato al nostro Filippo Dagnino e alle sue recensioni
“LA TREGUA” DI PRIMO LEVI
TRAMA:
Il romanzo “La tregua” è stato scritto da Primo Levi negli anni
Sessanta. È il seguito di “Se questo è un uomo” e racconta il
viaggio di ritorno verso casa e verso la libertà compiuto
dall’autore, dopo la liberazione da parte dell’Armata Rossa del
campo di sterminio di Auschwitz il 27 gennaio 1945.
Dopo
l’arrivo dei russi ad Auschwitz, e più precisamente nel campo di
Buna-Monowitz, i tedeschi scapparono portandosi dietro solo i
prigionieri non ammalati, che poi vennero massacrati in quanto non
dovevano essere lasciate delle prove di ciò era stato fatto. Primo
Levi, però, si salvò perché si ammalò scarlattina e quindi non
venne portato via dai nazisti. In seguito i russi,con degli altri
prigionieri, lo trasferirono nel Campo Grande di Auschwitz. Qui Primo
Levi, mentre lottò contro la fame, il freddo e la febbre, conobbe
alcune figure, come quella di Henek o Hurbinek, che, come le molte
altre che incontrò sulla strada del ritorno, rappresentavano
l’umanità provata e trasformata dalla guerra. Ripresosi dalla
malattia, Primo Levi lasciò quel luogo, simbolo della disperazione e
della sofferenza, e iniziò un lunghissimo viaggio, durato dieci
mesi, che lo portò in vari Paesi dell’Europa (tra cui Russia,
Polonia, Romania, Austria, Ungheria, Austria, Slovacchia e Germania)
e infine, tra mille difficoltà, mille pericoli e insidie, a Torino,
a casa.
COMMENTO:
“La tregua” è il resoconto di un viaggio compiuto per arrivare
non solo a casa, ma per arrivare alla libertà, per arrivare alla
vita, per arrivare alla dignità di essere un uomo, dopo che tutte
queste cose erano state annullate completamente, durante la guerra,
nei campi di sterminio. E’ un romanzo toccante soprattutto per le
descrizioni molto realistiche delle condizioni dei prigionieri nel
campo di sterminio oppure del paesaggio martoriato dalla guerra.
Insomma, Levi, attraverso le sue due opere, ci dà la possibilità ed
il potere di ricordare, di avere memoria, perché tutta questa
tragedia non accada mai più.
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