mercoledì 25 settembre 2013

I BAMBINI VANNO EDUCATI NON ASSECONDATI. FRUTTA A SCUOLA

Nello stesso giorno ricevo tre segnalazioni di mamme per lo stesso motivo: LA FRUTTA A SCUOLA.
Una mamma scrive".... reduce da una riunione, alla scuola primaria, dove alla proposta di
somministrare la frutta del pranzo al mattino in sostituzione della merenda da
casa è passato il NO (era d'obbligo l'unanimità) a causa di un genitore il cui
figlio, che non mangia frutta, non fa colazione e non mangia nulla a tavola,
"rimarrebbe a stomaco vuoto".
Nessuno sforzo compiuto da questa mamma neanche
nel tentativo di adeguarsi ad un senso comune, nè a rispondere ad un tentativo
da parte mia (e del gruppo) di aiuto. Ritengo che il solo somministrare la
frutta ai bambini, specie se compiuto in comunità e in ambito educativo, sia un
atto educativo  fondamentale (i bambini imparano se non altro a conoscere la
frutta... se la trovano davanti, insomma e per imitazione di alcuni compagni
avrebbero l'occasione di mangiarla)".
Ricordo solo che i bambini vanno educati (vedi sotto) anche e soprattutto a corretti stili di vita: movimento, corretta alimentazione, sonno con l'esempio e Il discorso è lungo e complesso, riguarda l'incapacità di alcuni genitori di saper dare delle regole e di saper DIRE, QUANDO SERVE, DI NO.
Se il bambino non viene educatola fin dai primi anni a rispettare alcune regole nella preadolescenza e nella adolescenza ci troveremo, tutti, a pentircene. Anni fa ho incontrato una mamma con il figlio ormai grande. Alla richiesta di come stava il ragazzo ormai adolescente la mamma mi ha detto "dottore avrebbe mai pensato che mio figlio potesse arrivare a picchiarmi come ha fatto quando gli ho negato dei soldi??" . DEntro di me mi sono risposto che segni di disorganizzazione affettiva, di mancanza di ruoli e di permissivismo estremo erano tali da portare brutte conseguenze a tutti. Non ho più notizie e prego. Pensate a che responsabilità abbiamo come genitori!!!!! Non mangia????? Scusate che digiuni, il digiuno non fa male. Lo accontentiamo per vederlo mangiare??? Dimenticando che dobbiamo fornire un nutrimento fondamentale: affetto, amore, comprensione, rispetto e EDUCAZIONE. Vuol dire sapere anche dire di no!!  Invece vedo bambini che mangiano solo se... fritto... se bevande gassate e altri cibi detti "spazzatura". 
Genitori e ragazzi: frutta e verdura sono fondamentali: 5 porzioni al dì. Non una mela alla settimana, non succhi di frutta ma frutta fresca . E se la scuola prova a offrirla (poi vedremo che tipo e qualità di frutta) e fa dei progetti educativi non vanifichiamoli:
QUI SOTTO PARTE DI UN POST PRECEDENTE: NEONATI MALEDUCATI (SBERLE E EDUCAZIONE DEI BAMBINI).
Genitori succubi dei desideri e voglie del bambino perché non hanno la forza di educare, cioè di dare regole e frustrazioni.

Regole, momenti di noia (che stimolano creatività e fantasia) desideri non realizzati frustrazione e anche dolore hanno un valore educativo, servono a crescere a formare individui per il futuro ad avere adolescenti temprati e pronti a reagire alle frustrazioni della vita.
Spesso i genitori cercano invece di evitare dolori e frustrazioni, a partire dai “no” che bisogna dare. Pensando di proteggere invece si danneggiano i bambini. Stiamo osservando sempre più che i bambini sono fragili, insicuri, poco dotati di autonomia e poco muniti di quelle fondamentali doti che rendono gli individui forti, liberi, capaci e sociali: la tolleranza e l’adattabilità.
I ritmi della nostra società, sempre più veloci e competitivi, creano stress e ansia e alcuni genitori trasferiscono, inconsciamente, questo sui figli con conseguenti paure e medicalizzazione da cui derivano vari problemi come un eccesso di consumo di farmaci oltre a  creare nei bambini uno stato di ansia.
L’autore non si vergogna di ammettere che potrebbe risultare antipatico in quanto nel testo sarà duro, impietoso, ripetitivo e magari esagerato. Infatti anche il pediatra, come un genitore, che non può essere un amico o un compagno del figlio, che deve educare anche suscitando reazioni ostili o odio nel bambino quando è il caso, deve sostenere con determinazione, nei confronti dei genitori, una genitorialità e delle regole e non solo accontentare tutte le richieste.
E’ più facile per un genitore dire di si che negare qualcosa e così anche per un pediatra è più facile accontentare un genitore facendo quanto richiede: farmaci o esami in eccesso invece di cercare di capire “il perché” un bambino presenti alcuni disturbi. Sono sempre più frequenti in ambulatorio i bambini con disturbi ansiosi o depressivi che si manifestano con vari tipi di sintomi: mal di testa, mal di pancia, nausea, mancanza di appetito, disturbi del sonno, agitazione, disturbi del comportamento, scarso rendimento scolastico, disturbi dell’intestino ecc. o con altri quadri clinici. In questi casi è più facile e tranquillizzante dire che non è niente e che con una terapia di vitamine o integratori o blandi sedativi o erbe o medicine alternative o facendo un po’ di esami andrà tutto a posto, e a volte è così perché intanto il bambino può aver risolto la sua situazione ma certe situazioni non richiedono nulla di tutto questo ma considerazione del sintomo e del bambino e cercare di capire “il perché” o “che cosa” può essere successo. Un percorso che pediatra e genitore debbono affrontare insieme con fiducia e reciproca comprensione senza nascondersi, spesso tutti e due, dietro la negazione, la tranquillizzazione, il “passerà crescendo” o la somministrazione di farmaci o solo la somministrazione di farmaci . E’ più facile curare una patologia acuta anche importante come una broncopolmonite, e di maggior soddisfazione, che affrontare questi temi soprattutto quando il genitore vuole una rapida soluzione con qualche medicina (nota di Ferrando)


Carattere e personalità sono già presenti alla nascita (e probabilmente anche prima, nella pancia della mamma): questo non vuol dire rinunciare al dovere del genitore di dare una guida, esempio e formazione, insomma una educazione.
Il genitore deve tenere conto delle preferenze del piccolo ma è altrettanto giusto che non diventino una griglia stretta e immodificabile e anche un alibi per non fare alcune cose fatte “per il suo bene”: seggiolino in auto anche se piange, assumere farmaci se necessari, fare il bagnetto se non vuole, offrire vari cibi anche se ne vuole solo pochi.
I genitori dicono spesso “poverino perché farlo soffrire?”: l’educazione di un bambino non vuol dire accontentarlo in tutto se piange ma abituarlo a cose che non vuole fare (dormire, mangiare ecc. soprattutto se “mal”educato).
(Il significato della parola educazione viene dal latino e-ducere che significa letteralmente condurre fuori, quindi liberare, far venire alla luce qualcosa che è nascosto. Si intende il processo attraverso il quale l'individuo riceve e impara quelle particolari regole di comportamento che sono condivise nel gruppo familiare e nel più ampio contesto sociale in cui è inserito. Può essere anche definita come l'atto, l'effetto dell'educare o come buona creanza, modo di comportarsi corretto e urbano nei rapporti sociali).

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