sabato 9 agosto 2014

ASILO: PRO E CONTRO. NONNI E ASILO. IMMUNOSTIMOLANTI E ASILO

ARTICOLO IN COLLABORAZIONE CON IL PEDIATRA MICHELE FIORE:

ASILO (E ASILO NIDO) PRO E CONTRO
La cosa importante è che i genitori che affidano il loro piccolo al nido per tante ore, non perdano l'abitudine di stare con lui a giocare, parlare, leggere fiabe : al piccolo per lo più non interessa essere scarrozzato in giro il sabato e la domenica ma piuttosto esercitare con i suoi quella capacità di socializzazione che sta acquisendo in comunità.
E’ meglio trascurare i dettagli di una casa piuttosto che perdere o non coltivare la capacità di comunicare. Si rischia di trovarsi poi con un adolescente che non si conosce.
l'asilo come tutte le cose ha dei pro e dei contro, anche quì si tratterà di valutare caso per caso se il vantaggio di una precoce socializzazione non porti a pagare un prezzo troppo alto in termini di infezioni e malattie".

La socializzazione comporta un formidabile carico antigenico (contatto con i germi) , che, se da una parte può comportare una maggiore frequenza di patologie (si badi, non gravi) a carico delle vie respiratorie o gastrointestinali, dall’altro accelera il processo di “apprendimento immunologico” ed in definitiva un rafforzamento delle difese immunitarie.
Quindi andare all'asilo nido prima, facilita una maggior frequenza di infezioni non gravi per unità di tempo ed accelera la memoria immunologia. Andare al nido più tardi, induce una memoria immunologica meno rapida, ma espone a minor frequenza di malattia nell'unità di tempo.
Si può sintetizzare tutto dicendo che, in linea di massima, la precoce socializzazione in genere è associata ad un maggior numero di infezioni del bambino che, in genere, non sono gravi e non creeranno alcun problema di salute nel futuro. Il contatto con altre persone e in un ambiente chiuso e caldo (spesso eccessivamente) comporta una specie di “vaccinazione continua”.
D’altronde l’asilo favorisce lo sviluppo di una socialità in quanto gli stimoli che arrivano al bambino determina una anticipazione delle acquisizioni psicomotorie e di molte attività motorie e più fini (giochi, lettura ecc.)


 Asilo o baby-sitter o nonni?
Spesso viene fatta questa domanda al pediatra. Non è possibile dare una unica risposta in quanto, in linea di massima, è meglio per il bambino una scuola materna dai 3 anni in su per la prevalenza dei vantaggi di tipo psicologico e sociale sugli aspetti organici. Da i 3 anni in poi i bambini si ammalano di meno di quanto non si ammalino nei primi tre anni.
Il discorso dell’asilo nido deve tenere conto di un altro fattore: lo scarso numero degli asili nido pubblici, il costo non irrilevante, per molte famiglie, degli asili nido privati, l’alta frequenza delle malattie nei primi anni di vita.
Il consiglio ideale sarebbe quello di far stare il bambino nei primi tre anni con i genitori, magari organizzandosi tra famiglie (anche con l’aiuto del Comune http://www.comune.genova.it/sociale/infanzia/welcome.htm) per far stare insieme i bambini, portandoli all’aperto se possibile o mettendoli insieme in casa di una famiglia  a turno. Se i genitori lavorano entrambi ricorrere all’aiuto dei nonni che, da un punto di vista affettivo, per la continuità di cure amorevoli, soprattutto se sono in gamba e disponibili a tenere il bambino, rappresentano una soluzione migliore della baby sitter.
Esistono comunque tante eccezioni. Ci sono baby sitter eccezionali e chi le trova se le tenga ben strette.
La scelta dell’asilo nido non esclude comunque il ricorso ai nonni o a baby sitter soprattutto per quei bambini che si ammalano “in continuazione”.


Controindicazioni all’asilo, terapie immunostimolanti
Innanzitutto non esiste una controindicazione assoluta alla frequenza dell’asilo nido o della scuola materna. Anche bambini affetti da patologie croniche possono frequentare gli asili, anzi alcuni bambini affetti da piccoli deficit motori o psicologici traggono un notevole beneficio dalla frequenza dei coetanei. In casi simili, anzi, la frequenza dell’asilo nido e della scuola materna può rappresentare una vera e propria terapia più utile anche di interventi medici.
In taluni casi, se il bambino si ammala con una certa ricorrenza di patologie di una certa gravità (bronchiti, otiti “importanti”) può essere utile tenere il bambino lontano dagli asili per un periodo di tempo, anche di alcuni mesi, e, se possibile, portarlo anche a fare un cambio di aria in località salubri, con aria pulita e lontano dall’inquinamento. Vanno bene la montagna ma, anche la campagna o il mare; l’importante è far stare tanto il bambino all’aria aperta e lontano dall’inquinamento e dai locali chiusi surriscaldati e frequentati da molta gente.
Ricordate sempre di evitare ai bambini i danni da fumo che possono aggravare o facilitare le malattie delle vie respiratorie.
Esistono varie terapie “preventive”, cioè terapie che si danno per evitare che il bambino si ammali. Esistono tanti rimedi naturali sia fitoterapici (erbe) che omeopatici. Esistono altrettanti rimedi a base di farmaci. La domanda che viene posta è: funzionano o non funzionano? La risposta, come quasi sempre in medicina, non è una sola. Alcuni bambini sembrano trarne un notevole beneficio, altri si ammalano come prima , più di prima. Non esiste il farmaco “immunostimolante” ideale. La letteratura e la ricerca medica non è riuscita ad arrivare a conclusioni definitive, certe e valide per tutti. E’ comunque stata dimostrata una certa efficacia di questi farmaci. Possiamo solo dire che la terapia immunostimolante deve essere valutata dal pediatra curante in base alle caratteristiche individuali del bambino ed in base a considerazioni di tipo economico, sociale e familiare.
Alcuni di questi farmaci hanno un costo notevole, sono a carico della famiglia (nessuno è “mutuabile” cioè passato dal Servizio Sanitario Nazionale).




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