giovedì 12 luglio 2012

RISPARMI SUI BAMBINI? FACCIAMOCI SENTIRE!! E IL GARANTE??


INTERPRETAZIONE DI QUELLO CHE DEBBONO FARE I PEDIATRI "ADVOCACY " (AVVOCATI DIFENSORI DEL BAMBINO E DELLA FAMIGLIA) OVVIAMENTE, PER ME, INSIEME ALLE FAMIGLIE E CON LE FAMIGLIE E NON SOLO PER LORO SENZA COINVOLGERLE!!.
INTANTO PROSEGUE LA VERGOGNOSA MANCANZA DELLA FIGURA DEL GARANTE DELL'INFANZIA IN MOLTE REGIONI, TRA CUI LA NOSTRA LIGURIA.
Qualcuno ha notizie? Perchè sappiamo tutti che non è importante fare le cose, non basta: BISOGNA ANCHE FARLE BENE e dobbiamo pretendere trasparenza, chiarezza, competenza, onestà, dedizione, verifiche, indicatori, collaborazioni, sinergie,  E SU QUESTO ABBIAMO TUTTI DATO DISPONIBIITA' A PARTIRE DALLE FAMIGLIE. IGNORERANNO I NOSTRI 13OO PARERI??
Buona giornata dalle ferie (ma armate come vedete

Alberto Ferrando

SIP: NO AI RISPARMI SULLA LORO SALUTE.
(DIRE - Notiziario salute) Roma, 5 lug. - La salute dei bambini resti fuori dalla spending review: nessuno pensi di risparmiare sulla loro pelle. A chiederlo, tutti insieme, ben 34 associazioni che a vario titolo si occupano di infanzia e adolescenza: societa' scientifiche pediatriche, sindacati, associazioni di famiglie. "L'altola' a qualunque taglio" sulla spesa sociosanitaria per l'infanzia l'hanno messo nero su bianco nel 'Manifesto per il diritto alla salute e al benessere dei bambini e degli adolescenti in Italia', promosso dalla Societa' Italiana di Pediatria. "Piena adesione" all'iniziativa e' arrivata anche dal Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza che ha assicurato un impegno "fermo e costante affinche', nel nostro Paese, continui a essere garantito a tutti i bambini e gli adolescenti il diritto fondamentale alla salute e un'assistenza altamente qualificata e di tipo specialistico".
Secondo quanto denuncia il Manifesto "i tagli alla spesa sanitaria e sociale stanno mettendo a rischio quel carattere di universalita' e di specializzazione della pediatria italiana che rappresenta una grande conquista di questo secolo. I segnali di questo pericoloso arretramento dell'assistenza pediatrica sono sotto gli occhi di tutti: reparti che chiudono, carenza di personale, trasferimento dei bambini e soprattutto di adolescenti con malattie acute e croniche nei reparti con adulti. Non meno inquietanti i segnali che arrivano dalla Conferenza Stato-Regioni dove e' in discussione l'abolizione del Corso di Laurea di Infermiere Pediatrico, che porterebbe di fatto alla scomparsa dell'infermiere specializzato nell'area pediatrica. E ancor piu' pericolosa e' la proposta, maturata in seno agli Assessorati regionali alla Sanita', di affidare ai medici generalisti l'assistenza sanitaria dopo il 6° anno di vita. Una proposta accantonata ma non abbandonata, che rischia di riemergere nel Patto per la Salute 2013-2015".
Secondo il presidente della Sip, Alberto Ugazio, "quello che si sta mettendo in discussione e' il diritto dei bambini di essere assistiti da personale medico, infermieristico e professionale specializzato, di essere accolti in reparti ospedalieri a loro dedicati e curati in ambienti 'a misura di bambino'. Si tratta di conquiste di civilta' che fanno parte degli ultimi 50 anni di storia del nostro Paese".
I firmatari del Manifesto riaffermano i cinque punti irrinunciabili cui hanno diritto tutti i bambini, di ogni etnia, che vivono nel nostro Paese: quello di avere un'assistenza altamente qualificata da parte di personale specialistico e in ambienti dedicati e sicuri; di avere accesso a tutti i farmaci e cure efficaci e sicure, senza limitazioni; di essere tutelati nella propria salute anche in termini di acquisizione precoce di stili di vita corretti; di vivere in un ambiente libero da fattori di inquinamento; di essere difesi da situazioni di rischio e di disagio. "Promuovere e tutelare la salute dei bambini di oggi- conclude il Manifesto- significa anche ridurre il numero di adulti e anziani malati di domani, destinati ad assorbire la quota di gran lunga piu' rilevante della spesa sanitaria. E' ormai provato che un maggiore investimento nei primi anni di vita determina un ritorno sociale ed economico molto piu' alto della spesa sostenuta. Queste 'spese' vanno quindi considerate veri e propri investimenti strategici cui il nostro Paese non puo' rinunciare se realmente crede nel proprio futuro".

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