UNIONI CIVILI: PEDIATRI ACP, VICINI A TUTTE LE TIPOLOGIE DI
FAMIGLIE
Nel superiore interesse del
bambino Roma, 12 mag. (AdnKronos Salute) –
I medici dell'Associazione
culturare pediatri sono vicini a «tutte le tipologie di famiglia, nel superiore
interesse del bambino. Quotidianamente nei nostri ambulatori e nelle corsie
degli ospedali noi medici siamo testimoni del cambiamento della società -
affermano i pediatri, all'indomani dell'approvazione della legge Cirinnà sulle
Unioni civili - I bambini sono figli di famiglie arcobaleno, omogenitoriali, di
single parent, di nuclei allargati, di stranieri più o meno integrati. Tutte
situazioni a cui noi come medici abbiamo il diritto/dovere di fare riferimento
per la salute e il benessere di tutti i nostri piccoli pazienti. Per questo vogliamo ribadire a chiare
lettere che i pediatri dell'Acp sono vicini a tutte le tipologie di famiglia
nel superiore interesse del bambino». L'Acp ritiene che ogni adulto
responsabile abbia il dovere di fare ciò che è in suo potere «per garantire il
rispetto del «superiore interesse» di ogni bambino che si trovi a vivere in
situazioni atipiche, garantendone il diritto a essere ascoltato e
rappresentato. Come pediatri - affermano - possiamo e dobbiamo sorvegliare e
promuovere il suo processo evolutivo e supportare ugualmente tutte le diverse
figure genitoriali che incontreremo nella mutevole società di oggi». Al di là
«delle personali considerazioni morali e religiose, il giudizio sulle eventuali
conseguenze che tale specifica situazione ambientale può avere sulla salute del
bambino deve, a nostro avviso, obbligatoriamente derivare da un approccio
eticamente e scientificamente corretto, che tenga conto di tutte le molteplici
variabili e implicazioni che la caratterizzano: fattori biologici, ambientali,
culturali, economici, sociali, legali, religiosi e persino assicurativi
condizionano le dinamiche del processo evolutivo, agendo singolarmente e
interagendo tra loro. È difficile distinguere l'influenza degli uni dagli altri
ed è possibile che a una certezza assoluta, fatta di numeri, non sia possibile
pervenire». - Quello che «possiamo oggi affermare, sulla base dei risultati di
un buon numero di studi scientifici attendibili, pubblicati negli ultimi 30
anni, è - sottolinea l'Acp - che il benessere dei bambini e adolescenti
cresciuti da persone omosessuali non è condizionato da genere e orientamento
sessuale delle figure genitoriali, ma dalla qualità della relazione affettiva
che si instaura con chi si prende cura di loro, dalla competenza e dal senso di
sicurezza genitoriali e dalla presenza di un supporto sociale ed economico per
la famiglia. Alle competenze genitoriali è oggi con certezza attribuita la
funzione fondamentale di supporto e promozione di un buon percorso di crescita e
sviluppo del bambino all'interno di ogni tipologia familiare, sia essa
eteroparentale , omoparentale, monoparentale, separata o ricombinata o altro
ancora». I fattori di rischio per un bambino che cresca in un contesto
omogenitoriale sembrano, dunque, «risiedere all'esterno di essa. Il rischio di
essere discriminati ed esposti a bullismo, di non essere accolti e sostenuti,
ma piuttosto additati come diversi, anche in ambiti in cui dovrebbero godere
della massima protezione, come gli ambienti scolastici e sanitari. Non ultimo
per gravità è il rischio di sfruttamento, per produrre ascolti, da parte dei
mass media. Sullo stato di salute, in senso globale, di adulti cresciuti da
lesbiche o gay sappiamo ancora troppo poco. Abbiamo evidenze solo iniziali.
Abbiamo invece la certezza che le persone omosessuali, nella maggior parte dei
paesi e anche in Italia, sono ancora discriminate nell'accesso al lavoro, a una
casa e a condizioni di vita stabili: vivere in un contesto omogenitoriale può
diventare una condizione discriminante per il bambino se chi si occupa di lui
ha difficoltà a far fronte ai bisogni primari», dicono i pediatri Acp.
Il tema della genitorialità
delle coppie omosessuali ha forti implicazioni morali, ideologiche e personali,
ed è condizionata da impostazioni giuridiche differenti nei vari paesi del
mondo che ne acuiscono le difficoltà di approccio. «La soddisfazione dei
diritti di un adulto deve essere però subordinata al rispetto del superiore
interesse del minore, ponendo l'interesse del bambino al centro e al vertice di
ogni questione. In conclusione, al di là del legittimo dissenso di ciascuno nei
confronti di comportamenti non condivisi, l'Acp ritiene che ogni adulto
responsabile abbia il dovere di fare ciò che è in suo potere per garantire il
rispetto del superiore interesse di ogni bambino che si trovi a vivere in
situazioni atipiche, garantendone il diritto a essere ascoltato e
rappresentato». Come pediatri «possiamo e dobbiamo sorvegliare e promuovere il
suo processo evolutivo e supportare ugualmente tutte le diverse figure
genitoriali che incontreremo nella mutevole società di oggi. Stiamo trattando i
temi più delicati e più profondi dell'esistenza umana. Tutti noi, adulti
responsabili, dobbiamo affrontarli con estrema delicatezza e la massima attenzione
e disponibilità, perché dobbiamo salvaguardare quello che c'è di più fragile e
di più prezioso al mondo, che si affida a noi in modo incondizionato e senza
rivendicare alcun diritto».
Ufficio
stampa ACP (Associazione Culturale Pediatri)
mail:
Nessun commento:
Posta un commento