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martedì 31 gennaio 2012

Pediatra fino a 6 anni? Posizione della Associazione Genitori

Sanita': associazione genitori, no a pediatra fino a 6 anni, azione di corto respiro 


Roma, 31 gen. - "Un'azione di corto respiro: riduzione di spesa ora, incremento nel tempo della spesa per il servizio sanitario nazionale. Ma, soprattutto, spesa immediata per le famiglie e riduzione complessiva della qualità della cura nel nostro Paese". Considerano così i genitori dell'Age (Associazione italiana genitori) la proposta di far passare all'assistenza del medico di famiglia i bambini dopo i 6 anni, e che sarebbe contenuta nella bozza di riordino delle cure primarie all'attenzione delle Regioni.
Fra le motivazioni alla base di questa novità ci sarebbe la carenza dei pediatri. Inoltre il rimborso pubblico per ciascun assistito, si sostiene, è più alto nel caso dei pediatri rispetto ai medici di medicina generale. L'Age, "proprio in quanto associazione di genitori, esprime la propria contrarietà, riportando considerazioni raccolte dalla nostra rete territoriale", afferma il presidente nazionale Davide Guarneri, dopo aver effettuato un sondaggio nelle sedi locali. "La proposta, a nostro parere, è solo in apparenza un risparmio: i bambini avranno comunque diritto a un medico di base, e comunque la presenza diffusa di pediatri, in termini di prevenzione, comporta un risparmio maggiore dei costi sostenuti. Avere meno pediatri significa infatti più ospedalizzazione".
Spesso i medici di base, come già oggi accade con la guardia medica festiva, rinviano - si legge in una nota - al pronto soccorso e/o agli specialisti. Ciò significa maggiore spesa per il sistema sanitario e, in alcune situazioni, aggravio di spesa per le famiglie stesse, alla ricerca del medico 'a pagamento'. Inoltre "da molti anni la preparazione del medico di base non include specifiche competenze in area pediatrica: com’è possibile, in breve tempo, colmare questa lacuna?", si domanda Guarneri.
Il pediatra di base, inoltre, aggiunge il presidente Age, "stipula una sorta di 'alleanza educativa' con i genitori: è il pediatra di famiglia (in genere assiste tutti i fratelli) e quindi contribuisce, in quanto operatore sanitario a largo spettro con le sue competenze, anche a un benessere globale e di prevenzione per il bambino stesso, riducendo rischi che si potrebbero manifestare negli anni successivi, e riducendo anche ansie e traumi degli adulti. Ogni conoscenza sanitaria ben acquisita da mamma e papà sarà poi ben spesa per i figli e in ambito sociale".
Per l'associazione di genitori l'operazione da fare sarebbe piuttosto al contrario. "La professionalità dei pediatri di base dovrebbe essere maggiormente diffusa, anche nelle aree in cui non è ancora presente, e dovrebbe riguardare anche la fascia d’età adolescenziale: ancora una volta si fa cassa partendo dai più deboli".

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