MANIFESTO
LIBRO "COME CRESCERE MIO FIGLIO" E "PRIMO SOCCORSO PEDIATRICO" di Alberto Ferrando Libro: Come Nutrire mio figlioMANOVRE ANTISOFFOCAMENTO: VIDEO E POSTERI PRIMI 1000 GIORNI PRESENTAZIONE 2019
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sabato 7 aprile 2012
mercoledì 4 aprile 2012
PIDOCCHI
Ciao
Alberto sono la mamma di C. al
nido c'è stato un caso di pediculosi
le
maestre dicono che tutti i bimbi dovrebbero fare la profilassi
una
mamma diceva che il suo pediatra le ha detto di non fare niente finchè non
escono i pidocchi perchè sarebbe inutile
tu
come la pensi? eventualmente dobbiamo fare qualcosa anche noi? (e il
gatto?!?!!!!)
grazie. Simona
Qualcosa da leggere. Sinteticamente:
1)La profilassi NON ESISTE: esiste una terapia che
va fatta SOLAMENTE se uno ha i pidocchi (anche se si potrebbe , leggi articolo,
fare una terapia manuale). I prodotti per la profilassi servono solo per
vendere. NON ESISTONO PROVE CHE FUNZIONINO.
2) NON FARE TEARAPIE E' CORRETTO. NON FARE NIENTE
NO: bisogna controllare i capelli dei bambini e cercare le uova (lendini) a
distanza di 1 cm dal cuoio capelluto. Passare un pettine fine per cercare
eventuali animaletti vivi
3) Nessuna terapia In famiglia se non avete i pridocchi
4) Al gatto non fare nulla perchè i pidocchi non
amano gli altri anImali di compagnia
Infine VI SEGNALO CHE:
ci sono alcune segnalazioni di
aumento della incidenza di tumori (Leucemie, linfomi) in bambini sottoposti per
lungo periodo a trattamenti con antipediculosici del gruppo dei pesticidi
(malathion e, permetrina, ecc.) http://ehp03.niehs.nih.gov/article/info:doi/10.1289/ehp.10596
e qui sotto:
Qualche notizia su
un insolito animale da compagnia: il pidocchio
Sono iniziate
varie segnalazioni e anno dopo anno il problema è sempre più frequente. Tanto
frequente che un famoso pediatra ha ipotizzato che se un bambino in età scolare
non si "prende" i pidocchi potrebbe essere affetto da un disturbo del
comportamento (disturbi del gruppo di malattie tipo autismo) in quanto i
pidocchi NON saltano e si prendono se sono a contatto le teste dei bambini.
Questo implica gioco a stretto contatto. Battute, o quasi a parte trovate
spiegazioni sul mio sito: www.ferrandoalberto.it (o www.ferrandoalberto.eu) (indirizzo
diretto: http://www.ferrandoalberto.com/Collegamenti/pidocchi.htm )
e qui sotto.
In estrema
sintesi:
1) I pidocchi
adorano il pulito quindi non vergognatevi se Vostro figlio/a li avesse
2) Non servono a
nulla le terapie preventive (anzi possono avere effetti collaterali di
allergie)
3) Serve i
controllo frequente dei capelli alla ricerca di lendini
4) Le lendini
(uova) sebrano forfora ma non si staccano agevolmente dai capelli da prendere
in considerazione sono quelle vicine al cuoio capelluto (massimo 1 cm). Se sono
più lontane sono gusci vuoti
5) NON FATE LA
TERAPIA PREVENTIVAMENTE: rischiate allergie e di determinare resistenza del
pidocchio.
6) La terapia va
fatta con uno dei vari preparati e soprattutto con tanta calma. Buoni risultati
anche con la terapia fisica e nuovi prodotti non tossici (vedi in fondo
all'articolo)
7) Per la scuola
hanno trovato una soluzione all'italiana: il bambino può rientrare dopo
certificato del medico che attesta che è stata fatta terapia disinfestante:
siccome non siamo attrezzati a fare shampoo ecc si attesta quanto dice il
genitore. IN CONCLUSIONE CONTROLLATE LA TESTA DEI VOSTRI FIGLI.
Trovare lendini o
gusci di lendini non prova che ci sia una infestazione in atto.
Un trattamento
con insetticidi andrebbe intrapreso solo al reperimento di insetti vivi.
Non si
dovrebbe fare profilassi con insetticidi.
I metodi fisici (wet combing) e i metodi
alternativi (Dimeticone, schiume soffocanti), possono essere anche più efficaci
dei pediculicidi.
Non ci sono prove scientifiche che i pidocchi possano essere
trasmessi dal vestiario, né che lavare lenzuola e vestiti, o trattare con
insetticidi cuffie, cappelli o mobilio, sia utile per eradicarli.
L’uso
dell’aceto non ha prove scientifiche a sostegno.
Il vero problema è il
controllo e l’eventuale trattamento dei contatti con una stretta collaborazione
tra famiglia, scuola e pediatra.
Prof. Alberto Ferrando
Pediatra di famiglia
Cellulare 3388687583
Prof. a contratto in Pediatria ambulatoriale
Vice Presidente Ordine dei Medici della Provincia
di Genova
Pres. Fed. Reg. Ordini dei Medici della Liguria
Vice Presidente Ass. pediatri LIguri (APEL)
Vice Presidente Soc. Italiana di pediatra, sez.
ligure (SIP)
QUINTA MALATTIA E ALTRE...
AGGIORNAMENTO MALATTIE. 5 e 6
malattia. (breve malattia mano bocca e piedi)
Cari genitori
In giro varie forme virali (TENETE I BAMBINI PICCOLI ALL'APERTO E NON IN LOCALI CHIUSI E NON FATELI "REMENARE" DA ESTRANEI) sia delle vie respiratorie che intestinali
(vomito e diarrea). Sporadici casi di varicella (ESISTE IL VACCINO), faringite da streptococco e
quinta malattia DETTA MEGALOERITEMA EPIDEMICO da non confondere con la setsta
malattia (o febbre dei tre giorni) che si manifesta nei bambini nei primi anni
di vita con febbre alta per 3 giorni. DOPO LO SFEBBRAMENTO compaiono macchie
che passano rapidamente. Trovate qui una breve descrizione: http://www.apel-pediatri.org/attachments/331_sesta%20malattia%20zecche.png
La quinta malattia, detta
anche eritema infettivo o megaloeritema, è un comune e benigno
esantema infantile causato dal Parvovirus B19(PV- B19). Colpisce per lo più i
bambini in età scolare tra i 5 e i 10 anni, ma può manifestarsi anche in età
adulta. Più frequente a fine inverno-inizio primavera.
Il contagio
avviene per via respiratoria ed il rischio di trasmissione è presente dalla
settimana prima dell’inizio dei sintomi, fino alla comparsa delle
manifestazioni cutanee
Il periodo di incubazione In media fra 4 e i 14 giorni, fino a un massimo di 3 settimane.
Sintomi
Raramente è presente febbricola,
raffreddore o mal di gola. Distinguiamo tre fasi:
1.
comparsa improvvisa sulle guance di
un arrossamento (eritema) simile all’eritema solare; bocca, mento e
fronte non sono interessati per cui l’ aspetto è definito “a guance
schiaffeggiate”. 2
2.
dopo alcuni giorni dalla comparsa dell’esantema al
viso, l’eruzione si estende agli arti e ai glutei, risparmiando gomiti, dorso e
torace; la regione palmo-plantare è colpita in maniera incostante. Si tratta di
lesioni maculo-papulose, isolate o confluenti, di colore roseo con un aspetto
“a rete” o “a ghirlanda”. 3
3.
fase della riacutizzazione dei
sintomi. La quinta malattia ha una durata media di 11 giorni (da 2 a massimo
4-5 settimane), con possibili ricomparse dell’esantema in caso di bagni caldi,
particolari situazioni di stress o esposizione al sole o attività sportiva con
intensa sudorazione.
Trattandosi di una malattia virale
la terapia è solo di supporto (idratazione ed eventuale paracetamolo). Sono da
evitare l’esposizione al sole e i bagni prolungati in acqua.
Riammissione a scuola
La assoluta mancanza di
pericolosità della quinta malattia nei bambini sani e il fatto che il contagio
sia massimo quando ancora non è comparso l’esantema, non rende necessario
la sospensione della frequenza scolastica.
In gravidanza
Un discorso a parte deve essere
fatto per quanto riguarda la quinta malattia in gravidanza. In questo
caso anche se la malattia non influisce sullo sviluppo del feto, può comunque
comportare un rischio di aborto che va dal 3% al 9% nelle prime venti settimane
di gestazione e scende allo 0,5% dopo la ventiduesima settimana. C’è da dire
però che il 60% delle donne in età fertile sviluppa degli articorpi contro la
quinta malattia e può succedere anche che molte l’abbiano avuta senza
accorgersene perché essa può decorrere senza che si manifesti alcun sintomo.
martedì 3 aprile 2012
MANOVRA SALVAVITA
Cari genitori
Rivedete ogni tanto i video per la manovra da disostruzione da corpo estraneo che il vostro pediatra vi ha fatto vedere e vi ha fatto fare. Se non l'avete fatta fatevela vedere e soprattutto fare sul manichino. Utile rivedere il filmato che trovate sui siti dei pediatri liguri (www.apel-pediatri.org), sul mio sito personale (www.ferrandoalberto.eu) e sul sito , segnalato anche sugli altri, della Croce Rossa Italiana (www.cri.it) e sul sito: http://www.manovredisostruzionepediatriche.com/
Un caro saluto
Alberto Ferrando
Rivedete ogni tanto i video per la manovra da disostruzione da corpo estraneo che il vostro pediatra vi ha fatto vedere e vi ha fatto fare. Se non l'avete fatta fatevela vedere e soprattutto fare sul manichino. Utile rivedere il filmato che trovate sui siti dei pediatri liguri (www.apel-pediatri.org), sul mio sito personale (www.ferrandoalberto.eu) e sul sito , segnalato anche sugli altri, della Croce Rossa Italiana (www.cri.it) e sul sito: http://www.manovredisostruzionepediatriche.com/
Un caro saluto
AIUTO: "NON MI MANGIA"
Dottore mio figlio NON “MI MANGIA”
Dottore mio figlio “non mi mangia”. Questa è una frase usata
da alcune mamme appena entrano in studio. Il pediatra guarda il bambino, un
simpatico marmocchio di età variabile da 1 a 4-5 anni che non sta fermo un
momento e che, anche quando sta fermo per la visita muove le gambe o le
braccia, insomma un concentrato di forza, di energia e di vitalità.
Il pediatra pesa e misura il bambino e, nella maggior parte
dei casi, il peso e l’altezza risultano nella norma per l’età. I genitori o la
mamma e la nonna si guardano sbigottiti e dicono che non è possibile, loro
figlio non mangia niente, o quasi.
Questa è una situazione che capita abbastanza frequentemente
nell’ambulatorio del pediatra. Bambini molto vivaci che a tavola “non danno
soddisfazione” ai genitori. Anche il termine non “mi mangia” sta a dire non
mangia “per me”, ma il bambino, cari genitori, non deve mangiare per voi, ma
per lui. Ci sono effettivamente bambini che mangiano in abbondanza e riescono a
mantenere un peso nella norma, altri che tendono ad avere la “pancetta” già nei
primi anni di vita ed altri (versione non “mi mangia”) che manifestano poco
interesse per il cibo ma che, andando a vedere quanto cibo introducono,
mangiano a sufficienza ma spesso, se non sempre, in modo disordinato e
praticano diete scorrette. Non mangia a tavola ma mangia qualche “paciugo”
(merendine ed alimenti confezionati) al di fuori dei pasti o, pur di farli
mangiare assumono succhi di frutta in abbondanza (che potrebbero dare dei
problemi) oppure si degnano di mangiare se qualcuno fa il teatrino, oppure se
c’è la televisione ecc. Ci sono piccoli despoti i cui genitori, pur di vederli
mangiare, instaurano una specie di “coprifuoco” in casa, guai a parlare, tutti
fermi, non ci si può alzare, scatta una crisi di nervi ai genitori, se squilla
il telefono o se una intempestiva pubblicità interrompe lo spettacolo preferito
del marmocchio in quanto, appena succede qualcosa di questo tipo, si blocca il
“miracolo” del bambino che mangia. Il bambino ti guarda in faccia come per dire
“ma come faccio a mangiare con questo rumore” e non c’è più verso di farlo
mangiare
Scherzi a parte questi bambini crescono bene ma i genitori
vivono nell’ansia continua del cibo che diventa l’argomento di conversazione e
di conflitto principale tra loro, tra loro e i nonni. I bambini, che in questo
modello “non mi mangia” sono costituzionalmente di scarso appettito ne
approfittano per ridurre queste famiglie in totale schiavitù, vengono
instaurate diete improprie per un bambino dove prevalgono cibi preconfezionati
e fritti (anche 3-4 volte alla settimana patatine fritte o milanese). Alcuni di
questi bambini si mettono a mangiare quando vanno all’asilo, altri, la maggior
parte, non mangiano neanche all’asilo per cui le mamme richiedono diete
“speciali” o chiedono al pediatra di inventare malattie inesistenti per fargli
preparare quelle poche cose che il bambino mangia..
Queste famiglie fanno contenti i produttori di farmaci, vitamine,
integratori, pappe reali, erbe ecc. che vengono somministrati in quantità. Anni
fa ho visto in un albergo una mamma che somministrava religiosamente al figlio
di 6-7 anni, magro e vivacissimo,
a tavola, 5-6 tipi diversi di “prodotti”, il padre guardava con aria triste la
moglie e il figlio e un giorno è uscito con la frase “con tutta sta roba che
prende mio figlio dovrebbe essere come Schwartzneger”.
Cari genitori parlate di questi “problemi” che a volte
creano più preoccupazione di malattie reali o che vengono vissuti molto male
con il pediatra ma MAI in presenza di vostro figlio. E quando il bambino non
mangia non litigate, per il cibo davanti a lui. Il pediatra vi darà dei
consigli che, forse, non vi piaceranno
(farlo saltare qualche pasto), dei comportamenti da tenere e molte meno
medicine (anzi spesso nessuna medicina) di quanto vogliate.
Nel passato veniva usato nei bambini che non mangiavano un
farmaco nato come antiallergico i cui effetti collaterali erano sonnolenza ed
aumento dell’appetito e facciamo fatica a convincere alcuni genitori che è
innaturale dare un farmaco, tra l’altro poco sperimentato nel bambino, per
sfruttare degli effetti collaterali.
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