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lunedì 6 febbraio 2023

FEBBRE, FEBBRE, FEBBRE: COSA FARE E COSA NON FARE

 FEBBRE, FEBBRE, FEBBRE: COSA FARE E COSA NON FARE:

Qui trovate il testo dell'intervista rilasciata a "Di Più" (ho tolto il titolo perchè non ci azzeccava con il resto (va inserito nel "contesto" del discorso.

Approfondimenti sul mio blog e sul mio libro "Primo Soccorso Pediatrico". Trovate anche il depliant per genitori di bambini con la febbre elaborato da pediatri di famiglia, Gaslini e società scientifiche

Da quale valore della temperatura corporea si parla di febbre?

«Si definisce febbre una temperatura, misurata tenendo il termometro sotto l’ascella, superiore a 37,3, oppure una temperatura, misurata mettendo il termometro in bocca, superiore a 37,6 gradi».

Come suggerisce di misurare la febbre?

«Con un termometro a gallio oppure con uno elettronico, facendolo tenere al bambino sotto l’ascella e non altrove, come si faceva una volta. Ma il migliore termometro sono le labbra della mamma che si accorge subito se il bambino ha la febbre».

Quando è sconsigliabile misurare la temperatura?

«Raccomando di non misurarla dopo che il bambino ha mangiato, dopo che ha avuto una crisi di pianto o che ha corso, tutte attività che aumentano la temperatura. È sempre consigliabile prima dei pasti oppure un paio d’ore dopo».

Quando i genitori si devono preoccupare?

«In linea di massima possono stare tranquilli se il bambino, pur con la febbre gioca, salta, mangia qualcosa, è attivo e risponde agli stimoli ambientali. Invece è preoccupante, se il bambino appare diverso dal solito, mogio, non gioca e non risponde agli stimoli, anche dopo che la temperatura è diminuita o la febbre è bassa. Altro criterio di preoccupazione, anche in assenza o con poca febbre, è l’alterata respirazione con una frequenza alta (esistono parametri in base all’età) o presenta difficoltà a respirare».

Quali cause principali possono scatenare la febbre?

«Possono essere svariate. L’intervallo di tempo fra la comparsa della febbre e i sintomi della malattia che l’ha provocata può essere anche di ventiquattrore ore, o più, e può essere causata, oltre che dall’influenza, dal Coronavirus, da virus respiratori, che possono causare anche  bronchiolite, bronchiti, broncopolmoniti, o da altre da infezioni batteriche o virali. 

Un esempio  è una malattia virale chiamata “sesta malattia”, che causa febbre elevata per tre giorni e che scompare spontaneamente mentre sulla pelle compaiono alcune macchie. 

Tuttavia la temperatura può aumentare anche dopo un pianto o uno sforzo prolungato, dopo avere mangiato o avere bevuto bevande calde, per reazione verso alcuni farmaci, per esempio dopo le vaccinazioni, oppure può precedere, accompagnare o seguire l’eruzione di un dentino».

La febbre può essere accompagnata da altri sintomi o complicanze?

«Può determinare vari disturbi come  malessere, ridotta efficienza mentale, cefalea, inappetenza, stitichezza, dolore addominale con nausea e vomito, dolori diffusi muscolari e articolari, sonnolenza, stati di agitazione, convulsioni, dette febbrili, difficoltà respiratoria. 

Le complicanze sono più frequenti nei bambini di età inferiore ai tre o sei mesi, nei bambini che soffrono di  altre patologie e quando la febbre supera i 40 gradi a prescindere dall’età e possono essere tali da richiedere il ricovero in ospedale. ».

I bambini con la febbre possono uscire di casa?

«Nella maggior parte dei casi possono uscire per recarsi nell’ambulatorio del pediatra per la visita e per sottoporsi ad alcuni esami, come tamponi o l’esame delle urine, in un orario dedicato per evitare contatti con altri bambini. Uscire per pochi minuti all’aria aperta, anche a basse temperature, ovviamente coperti in modo adeguato e accompagnati in auto, non fa aggravare la febbre né crea complicazioni. Possono uscire per piccoli percorsi in auto, per andare a casa dei nonni, se i genitori devono andare a lavorare. Ciò non vale, ovviamente, per andare al supermarket o in gita al mare».

Che cosa consiglia di fare ai genitori in attesa dell’intervento del pediatra?

«Di non coprire il bambino ma di rispettare il “ciclo della febbre”. Quando la febbre sale, soprattutto se sale rapidamente, il bambino può avere freddo e  presentare brividi. Soltanto in questi momenti va coperto. Invece appena la temperatura si è stabilizzata, o inizia a scendere, e, spesso il bambino suda consiglio di fare disperdere il calore e, quindi, il bambino non va messo sotto le coperte e va vestito con abiti leggeri e traspiranti proprio per favorire lo scambio di calore. Poco utile la borsa del ghiaccio da appoggiare sulla testa per fare abbassare la febbre. Tutt’al più, se la febbre è molto alta, superiore a 39,5 gradi, può andare bene porre alcuni panni bagnati con acqua tiepida sulla fronte, sulle braccia e sulle gambe oppure fare un rapido bagnetto in acqua non fredda. Infatti l’eccesso di freddo inganna l’apparato regolatore della temperatura corporea situato nel cervello producendo un effetto paradosso, la temperatura si abbassa per poi innalzarsi rapidamente e con più vigore. Inoltre, quando il bambino ha la febbre, suggerisco di non forzarlo a mangiare perché è normale che sia inappetente durante la malattia, mentre è molto importante offrirgli frequentemente da bere».

Come consiglia di curare la febbre?

«La febbre è un meccanismo di difesa del corpo che aiuta a combattere le infezioni  (è il miglior antivirale che esista) e non va per forza abbassata con i farmaci, anche quando arriva a superare i 38 gradi, a meno che il bambino non manifesti un malessere generale e disturbi come dolori, debolezza, cefalea. 

In età pediatrica, di solito, si somministra il paracetamolo oppure l’Ibuprofene. Ovviamente spetta al pediatra consigliare il farmaco più adatto. Ricordato ai genitori che qualsiasi farmaco potrebbe non fare tornare la temperatura nella norma ma farla diminuire soltanto di uno o di due gradi».

Quali farmaci, invece, non vanno somministrati?

«L’acido acetilsalicilico non dev’essere usato fino ai quindici anni di età perché è stato valutato che il suo uso può essere associato a una malattia gravissima, seppur rara, la sindrome di Reye. Né va somministra la Noramidopirina in gocce, largamente utilizzata nel passato,  che può provocare, seppur raramente, una riduzione dei globuli bianchi. Raccomando di non utilizzare farmaci antinfiammatori per adulti, se non su indicazione del pediatra, per i possibili effetti collaterali a carico dell’apparato gastrointestinale o altre reazioni avverse al farmaco. Non usare il cortisone come antipiretico.».

Qual è il decorso della malattia nei bambini?

«In genere la risposta febbrile nei piccoli è maggiore che negli adulti. La febbre può arrivare anche a quaranta gradi. Raccomando ai genitori di misurare la temperatura corporea del bambino soltanto quando si ha il dubbio che lui abbia o non abbia la febbre. Non in continuazione».

Che cosa consiglia ai genitori per prevenire la febbre?

«Evitate di portare e tenere troppo i bambini in ambienti chiusi, dove c’è poco ricambio d’aria, perché possono prendere qualche virus. Inoltre evitate di farli avvicinare troppo, di lasciarli prendere in braccio e baciare da estranei, soprattutto nei primi mesi di vita».































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