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sabato 23 novembre 2019

ALIMENTAZIONE E’ EDUCAZIONE (prima parte) a partire dallo svezzamento

ALIMENTAZIONE E’ EDUCAZIONE (prima parte) a partire dallo svezzamento
Tratta dal libro "Come nutrire mio figlio", ed. LSWR (nelle principali librerie e su Amazon, cartaceo e elettronico.

Dall’inizio della alimentazione complementare (svezzamento), che avviene intorno al 6° mese di vita, il bambino inizia ad assumere e ad avere esperienza con nuovi cibi e, nell’arco del primo e secondo anno con gli alimenti e gli stili di vita della famiglia. Nel periodo della vita che va dal 6° al 24° mese si mettono le basi della alimentazione sia da un punto di vista qualitativo che metabolico.

È in questa fase che le scelte a tavola dei genitori influenzano il futuro del bimbo ed è compito loro  l’educazione alla alimentazione. (vedi anche svezzamento)

Ma l’educazione del bambino non si limita a questo periodo ma prosegue fino ad un’età in cui il bambino inizierà a decidere da solo. E deciderà in base a come è stato educato.

 

Quando si parla di educazione a cosa ci riferiamo?

1.    Inizialmente al  gusto. 

2.    Alla qualità e al “come” si mangia.

Per quanto riguarda il gusto esistono fattori individuali: bisogna distinguere bambini che assaggiano e mangiano tutto e altri bambini più schizzinosi che non assaggiano quasi nulla, o bimbi “poco mangioni” che richiedono un po’ di pazienza per educarli.  
Fin dall’utero il feto assapora gusti diversi ed entrano in gioco vari fattori: costituzionali e legati al comportamento degli adulti e alle “pressioni” della pubblicità. 

Ancor prima della nascita i bambini sperimentano i sapori attraverso il liquido amniotico per questo è molto importante che la futura mamma curi molto la sua alimentazione.

I gusti sono cinque: 
- amaro, 
- dolce, 
- acido, 
- salato e 
- umami ( capacità di “riconoscere” il glutammato monosodico, una sostanza presente negli alimenti ricchi di proteine come carni e formaggi stagionati).
Alla nascita, lo sviluppo delle aree cerebrali del gusto è  completo  per il dolce, il salato e l’umami (sapori in genere subito graditi), l’amaro è un sapore sgradito e per l’aspro o l’acido (neutri), sembra che le prime esperienze possano tuttavia modificare il comportamento di questi neuroni. 

Contatti precoci, già nell’utero, durante l’allattamento e lo svezzamento con i vari sapori “forti” come aglio e  cipolla contribuiscono ad abituare il gusto del bambino per cui  è importante che la futura mamma curi molto la sua alimentazione poiché  le scelte precoci di alimentazione sia durante la gravidanza sia durante lo svezzamento influenzeranno le abitudini alimentari del bambino in positivo (mangiare frutta e verdura e assaggiare i vari cibi) e in negativo se il bambino viene abituato ad alimenti con zuccheri o sale. 

Per questo motivo la dieta della mamma durante la gravidanza e, poi, del bambino e di tutta la famiglia, durante e dopo lo svezzamento, deve essere varia e con tutti i tipi di alimenti. 

Quando si parla dell’importanza della qualità dei cibi e di come si mangia bisogna innanzitutto tener conto che la cucina rappresenta il “cuore” della casa ove ogni giorno la famiglia si incontra per nutrirsi e condividere momenti piacevoli. 
Il momento della alimentazione complementare (svezzamento) di un bambino è un momento, per tutta la famiglia, di valutazione del nostro stile di vita alimentare: qualità, quantità di cibo e “come” si mangia. I genitori rappresentano un modello di comportamento alimentare per il bambino. I genitori devono essere d’esempio, rendendo i pasti momenti piacevoli da trascorrere in famiglia ed eliminando fonti di distrazione diseducative. Meglio quindi, ad esempio, spegnere la televisione durante i pasti.
L’acquisto e la preparazione del cibo è compito della famiglia.
Quante volte si sente dire  “non so cucinare” o “prendo tutto pronto perché non ho tempo”. Oppure, nei bambini più grandicelli, che mangia solo “porcherie”…ma chi compra e porta a casa le porcherie??
Cari genitori prendiamoci un po’ di tempo da dedicare a noi e al cibo che mangiamo perché non dimenticatevi che prima o poi, sarà quello che mangerà vostro  figlio.

Ci sono genitori  molto attenti alla qualità e alla quantità del cibo ed altri meno e famiglie e bambini che vivono per mangiare e altre che mangiano per vivere (se non per sopravvivere).
I poveri genitori sentono tante cose, le persone intorno a loro sono diventate dei professori e la mamma spesso è bombardata da consigli che creano tanti dubbi e confusione. 
Durante l’allattamento si sentono le solite domande: il tuo latte basterà? Mangi poco, mangi troppo, mangi male, devi fare, non devi fare…..
Mamme seguite il vostro cuore  e il vostro istinto perchè come dice anche Giovanni Bollea “Le mamme non sbagliano mai” o come ho scritto nel mio libro “Come crescere mio figlio” e nel mio blog “la mamma ha sempre ragione”.
Ma la cosa più importante è pensare che se investiamo nei primi anni di vita sulla nostra alimentazione ed educhiamo il bambino avremo fatto un buon investimento........



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